Dopo avervi proposto alcune settimane or sono Tornare a vincere, oggi vi parlo di un altro film su Netflix, Infinite Storm, il cui focus è la speranza.
Nel 2019 un giornalista americano scrisse un articolo su di un fatto accaduto anni prima, successivamente due registi polacchi hanno girato il film. La protagonista (nonché produttrice) è Naomi Watts che impersona Pam Bales, infermiera, escursionista esperta, facente parte di un gruppo di soccorso di montagna. In un freddo ottobre del 2010 s’inerpica sul monte Washington, nel New Hampshire. Lei ha un suo dramma che porta dentro, lo si coglie all’inizio dell’escursione quando dice:
La natura selvaggia ci serve sia che la viviamo o no,
Ci serve un rifugio anche se magari non ci andiamo mai,
Ci serve per avere un modo per scappare.
E di sicuro ci serve sperare.
La coglie un’inaspettata bufera di neve con venti che arriveranno poi fino a 140 km/h. Vede delle impronte di scarpe da tennis, si allarma finché trova un giovane vestito da città seduto su un picco. È semi assiderato e incosciente. Lo riveste con i suoi vestiti di scorta e decide di sostenerlo nella discesa a valle. Il giovane non parla e Pam decide di chiamarlo John, ma questi non vuol camminare, anzi tenta di ritornare al punto in cui era seduto. Pam capisce che John s’era fermato per lasciarsi morire. La bufera aumenta, lei lo tiene sveglio, gli fa cantare una canzone e pian piano e tra mille difficoltà verso le 23:30 arrivano nel piazzale dove avevano lasciato ambedue la propria automobile. Sono salvi, non sarebbero sopravvissuti a una notte all’addiaccio.
John sale sulla sua macchina e scappa. Pam rimane impietrita.
Dopo alcuni giorni si diffonde sui media la notizia che un giovane è stato salvato da Pam Bales. Sapeva il suo nome e aveva visto una targhetta sul pile della donna con il logo del gruppo di soccorso. Aveva telefonato nella sede dei soccorritori raccontando l’accaduto e ringraziando Pam. Non aveva lasciato nome né recapiti, voleva restare anonimo.
Alla fine s’incontrano. La ragazza di John era morta poco tempo prima e non reggendo l’urto della disperazione era salito in montagna per lasciarsi morire.
Lui le chiede:
– Dove sarà adesso? Cosa significa morire?
i>- Mi sono seduto e aspettavo che mi parlasse e invece mi hai parlato tu, grazie.
Pam gli racconta che le sue figlie di cinque e sei anni erano morte per una fuga di gas e non era riuscita a salvarle e anche lei avrebbe voluto morire proprio come lui e poi gli dice:
– Tutto l’universo può essere un’infinita tormenta di bellezza.
Un fatto imprevisto, un incontro umano, gli ha salvato la vita. John ha visto in lei una persona che lo ha accudito, che non lo ha rimproverato per come era vestito o altro, ha cercato solo di salvarlo sia fisicamente che dal suo dolore.
Il cuore del film e il suo significato non è il salvataggio in una situazione estrema, Pam non si sente un’eroina e il fatto accaduto ha trasformato anche lei e il suo sconforto. Nei titoli di coda appare questa scritta:
John ricorda costantemente a Pam che basta una sola persona per cambiare la vita di qualcuno. Lui l’ha cambiata a lei.
Ha poi avuto quattro figli ed è diventata una guardaboschi volontaria in diversi parchi nazionali americani.
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