Non facciamoci illusioni. La recessione, che probabilmente arriverà, da sola non basterà a battere l’inflazione. Così come non saranno sufficienti gli aumenti dei tassi, senz’altro più d’uno anche se meno forti (si spera) degli ultimi due da 75 punti base. Ci vorrà altro per correggere la rotta delle economie, stressate da pandemie, guerre e tensioni post -global. Inutile invocare clemenza: la Bce, pur cercando di limitare i danni, intende far la sua parte al seguito della Fed, per debellare l’inflazione.
La presidente della Bce Christine Lagarde ha lanciato venerdì questo messaggio, inequivocabile, in un giorno speciale quando la quasi totalità dei Governi, Italia compresa, sono alle prese con la redazione della manovra finanziaria in vista dell’esame di Bruxelles che quest’anno cade in contemporanea con la discussione sul Patto di stabilità. Non è una novità. Ma se negli anni passati gli Stati hanno potuto far conto sul sostegno della banca centrale, così generosa nelle erogazioni di denaro a basso costo, stavolta la musica è cambiata.
Già venerdì, le banche europee hanno dovuto comunicato a Francoforte l’entità dei rimborsi dei prestiti Tltro loro concessi a basso costo per contrastare la crisi della liquidità. Gli istituti hanno restituito 296 miliardi, meno dei 600 previsti. Tra poche settimane, poi, il direttorio diramerà i tempi e le modalità della riduzione del bilancio della Bce, cioè la vendita nel tempo dei titoli dei vari Paesi acquistati per sostenere le esigenze del Tesoro degli Stati membri. Un’operazione molto delicata che richiederà la massima attenzione. Anche perché, nel frattempo, Francoforte ridurrà, salvo emergenze, gli acquisti sul mercato secondario che in questi anni sono stati la parte più rilevante del sostegno ai conti pubblici in Italia (ma non solo).
Verrà dunque meno buona parte del sostegno alla finanza pubblica e alle economie. Tutto questo perché “l’inflazione nell’area euro è troppo alta, avendo raggiunto la doppia cifra in ottobre per la prima volta dall’inizio dell’unione monetaria”. Un fenomeno che la Bce, come l’americana Fed, ha cercato di esorcizzare fino all’ultimo anteponendo il contrasto alle emergenze ad altre considerazioni. Oggi, a fronte di una crescita dei prezzi a due cifre che minaccia di far saltare i conti delle famiglie e delle imprese, si cambia rotta. Ed è inutile sperare che la situazione possa tornare alla normalità senza un grosso sforzo dei vari Paesi.
La corsa dei prezzi in Europa non è il risultato di un boom della domanda dovuto all’attività economica, ma piuttosto lo sbocco di un massiccio aumento dell’offerta di moneta causato dalla politica espansiva della banca centrale e da generosi pacchetti di aiuti Covid-19 finanziati dal debito. La situazione è stata aggravata dalle strozzature nell’approvvigionamento dovute alla pandemia e alla guerra in Ucraina, che hanno portato alla carenza di energia e all’esplosione dei prezzi. Ciò ha a sua volta indotto molti Paesi a lanciare programmi di aiuto alle famiglie e alle imprese finanziati dal debito, che rendono più difficile la lotta all’inflazione, soprattutto se sono poco mirati a beneficio della popolazione nel suo complesso. Di qui alcune considerazioni:
-Perché non sarà sufficiente la recessione? Perché il sistema, visti i deficit pubblici che non vengono coperti da nuove entrate fiscali, non potrà operare la stretta oltre una certa misura.
– Buona parte delle energie saranno destinate a fronteggiare l’emergenza. È l’impostazione quasi obbligata della prossima finanziaria che, per più di 20 miliardi si 30 servirà a coprire il maggior costo dell’energia. Mossa obbligata nel breve termine, ma che rende difficile, quasi impossibile la battaglia contro l’inflazione.
– Le politiche fiscali tenderanno ancora a essere espansive (aumento delle spese militari, sussidi sull’energia in Europa) e la politica monetaria dovrà almeno in parte agire da contrappeso se non si vorrà vedere l’inflazione esplodere.
– Non mancheranno i successi sul fronte del contenimento dei prezzi, specie se si avranno buone notizie dal fronte della guerra e delle forniture di gas. Ma ci vorrà ben altro per scacciare il virus dell’inflazione, Soprattutto se esploderanno le richieste dei lavoratori dipendenti come già sta accadendo in Germania.
– Insomma, o funziona l’estintore della Bce oppure l’incendio dei prezzi si espanderà: non ci aspetta un inverno facile.
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