Con l'avvicinarsi dell'inverno si torna a parlare di influenza: ecco i consigli dell'esperto sul momento migliore per fare il vaccino
Archiviata questa calda (ma forse troppo breve) stagione estiva, è il momento di tornare a preoccuparsi per l’inverno sempre più imminente e che porterà con sé tutte le ormai ben note malattie, tra cui l’influenza che negli ultimi anni ha avuto dei veri e proprio boom di contagi in ogni parte del nostro paese: contagi che si sarebbero, però, potuti evitare con la semplice, immediata e – quasi sempre – gratuita inoculazione del vaccino contro l’influenza, ancora scarsamente diffuso tra la popolazione.
Non a caso, solamente lo scorso anno – che ha fatto registrare numeri record di contagi – meno del 20% (esattamente il 19,6) della popolazione aveva scelto di sottoporsi al vaccino contro l’influenza: un dato, fortunatamente, in crescita e sospinto in larga parte dalle vaccinazioni nella fascia d’età prescolare, ovvero quella che solo in rari casi va incontro agli effetti peggiori del virus; mentre nel nostro paese restano piuttosto bassi i dati nella popolazione più vulnerabile – ovvero gli over 65 – con solo il 52,5% che ha scelto di vaccinarsi, inferiori di circa 23 punti percentuali rispetto agli standard OMS.
I consigli dell’esperto sul vaccino contro l’influenza: “Il periodo migliore è tra ottobre e novembre, ma l’importante è farlo”
Proprio con l’avvicinarsi dell’inverno e l’incombere dell’influenza, il quotidiano Repubblica ha interpellato il segretario della FIMMG – ovvero la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – Silvestro Scotti per capire quale sia il momento migliore per sottoporsi al vaccino per garantirne la maggiore efficacia: la risposta, ovviamente, è che dipende soprattutto dalla latitudine in cui si vive e che determina l’arrivo e la durata dell’inverno.
Nelle regioni settentrionali e centro-settentrionali, infatti, secondo Scotti sarebbe bene iniziare già a vaccinarsi contro l’influenza attorno al mese di ottobre – ovvero quando si apre la campagna vaccinale – dato che “le attività al chiuso iniziano molto prima”, aumentando il rischio di contagi; mentre al contrario, al Sud e Centro-Sud si può tardare leggermente la vaccinazione, recandosi ai punti vaccinali attorno a novembre “in modo da mantenere un’immunità fino a marzo e aprile”.
Il vaccino contro l’influenza – ricorda ancora Scotti – dura, infatti, un totale di circa sei mesi nei quali la sua efficacia tende a diminuire progressivamente, fermo restando anche che impiega circa un paio di settimane a dare i suoi frutti permettendo al sistema immunitario di sviluppare le difese; mentre resta fermo il fatto che, pur in ritardo, “è sempre bene vaccinarsi” a qualsiasi età in modo da “proteggere le persone attorno a noi” e scongiurare l’ipotesi di fare dei giorni di malattia del tutto evitabili.