Questa sera la trasmissione Report si occuperà di dati sull’inquinamento dell’aria a Milano con una lunga inchiesta che partirà dalla recentissima classifica stilata dalla società svizzera IQAir (che sul suo sito si vanta di rilevare i dati più precisi in merito alle emissioni dannose) che solo recentemente ha destato non poche preoccupazioni negli organi di stampa italiani e – soprattutto – nei cittadini del capoluogo lombardo che si sono visti in terza posizione in una lista tecnicamente mondiale; il tutto per arrivare ad un’analisi approfondita su quelli che sono i reali dati sull’inquinamento dell’aria a Milano che smentirebbero categoricamente le rilevazioni svizzere.
Partendo dal principio, la notizia per cui l’inquinamento dell’aria a Milano la renderebbe la terza ‘peggiore’ città al mondo risale solamente allo scorso febbraio quando IQAir calcolò un ‘air quality index’ di 193, terzo solamente a realtà come Dacca in Bangladesh e Chengdu in Cina: un dato ben distante da quel 300 che la società svizzera un chiaro segnale di pericolo, ma anche dal 50 considerato come soglia limite per causare danni alle persone.
D’altra parte – ed è bene sottolinearlo – i dati sull’inquinamento dell’aria a Milano nella classifica svizzera sono altamente variabili, tanto che consultando la lista in questo momento la città risulta essere al 25esimo posto con un indice pari a 87; mentre al primo resta la già citata Dacca che viaggia (assieme a Lahore, Ulan Bator e Delhi, rispettivamente seconda, terza e quarta) sull’ordine di un valore ben superiore al 200.
Cosa c’è di vero nei dati di IQAir sull’inquinamento dell’aria a Milano: la comparazione con i dati ufficiali
Resta – quindi – da chiederci cosa ci sia di verso nei dati sull’inquinamento dell’aria a Milano raccolti da IQAir e per farlo il punto di partenza non può che essere il commento del sindaco milanese Beppe Sala che dopo la pubblicazione della classifica (e soprattutto degli allarmanti articoli in merito) in una brevissima conferenza stampa ci aveva tenuto a mettere in chiaro che “la analisi Arpa dimostrano tutto il contrario” rispetto a quanto dichiarato dalla società svizzera.
Partendo da qui – infatti – è singolare notare che secondo i dati raccolti dall’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio sull’inquinamento dell’aria a Milano, per quanto riguarda il PM10 la media è di poco inferiore al 50 considerato valore limite per la salubrità dell’aria, con il PM2.5 che – addirittura – non supera il 37 nel centralissimo Viale Marche; mentre IQAir sulla stessa giornata ci parla (lo dicevamo già prima) di un pessimo 87 medio.
Dove sta l’inghippo? La risposta potrebbe essere nella natura stessa di IQAir che – come ricorderà Report questa sera – in realtà non è una società di rilevazione della qualità dell’aria, ma un vero e proprio venditore di purificatori dell’aria, filtri, mascherine e sistemi di monitoraggio: insomma, un business che si basa – almeno, in parte – sulla necessità di generare paura nelle persone affinché corrano ai ripari acquistando questo o quell’altro sistema difensivo.