Fin dove si sta spingendo l’intelligenza artificiale? Lo possiamo capire grazie a Hiroshi Ishiguro, docente all’Università di Osaka e ceo della sua startup Avita, tra le massime autorità mondiali in tema di robotica umanoide, che sarà tra gli ospiti della Opening Conference di Maker Faire Rome in calendario da oggi, 19 ottobre. Il professore è un esperto proprio di questa tematica. Non a caso dall’arte ha mutuato proprio quella fame incessante di sperimentazione che nel 2006 l’ha spinto a creare Geminoid, il suo clone robotico pilotabile a distanza.
Pelle artificiale in silicone, scheletro di metallo e capelli veri presi in prestito dallo stesso professore, l’androide già di design nasce con un compito preciso: essere indistinguibile dall’uomo. E a quanto pare già ci riesce se pensiamo che il gemello artificiale già nel 2009 è riuscito a ingannare i clienti del Café Cubus di Linz, dove l’androide si è finto avventore per un mese. Senza contare che il professore manda in aula a tenere lezione proprio i suoi androidi.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, IN FUTURO UOMINI E AVATAR IN SIMBIOSI
L’intelligenza artificiale e i robot non solo ci aiuteranno a implementare alcune professioni. Se le previsioni di Ishiguro fossero infatti vere potremmo arrivare proprio a ritrovarci in una società in cui uomini e avatar conviveranno in simbiosi. Tutto questo potrebbe realizzarsi entro il 2050. La sfida di oggi sembra riguardare tra l’altro l’IA generativa, che una volta integrata negli androidi non solo contribuirà a renderli più simili a noi ma ci permetterà anche “di indagare le risposte intellettive ed emotive umane in modo che la macchina non solo le comprenda ma riesca anche a replicarle in maniera convincente“.
Questo è quanto sostiene il professore, che ha spiegato anche che la mente umana “rimane il più grande mistero di tutti. Non sappiamo esattamente cosa sia una “coscienza”, non sappiamo definire con parametri precisi un’emozione, l’uomo è un grande puzzle ancora tutto da scoprire.” Ma se è così, come sarà possibile riprodurre robot così ‘intelligenti’? Secondo alcuni ci sarebbe il timore che questa evoluzione possa sfuggire di mano, con rischi legati a uno sviluppo incontrollato di questa tecnologia. Software intelligenti potrebbero perfino riscrivere da soli il proprio codice sorgente. Ne condivide i timori Sam Altman, creatore di ChatGPT, che parla addirittura di un’umanità a «rischio estinzione» per l’avvento delle macchine senzienti.