In Iran a novembre sono stati arrestati circa 13 cristiani: tre di loro, tra i quali una donna incinta, sono stati condannati ad oltre 40 anni di carcere

Sono state infine formalizzate le condanne e le sentenze nei confronti dei circa 13 cristiani arrestati lo scorso novembre in Iran nel corso di un ampia operazione da parte delle Guardie rivoluzionarie fine ad individuare gli affiliati a quelli che vengono definiti “gruppi di opposizione” la cui unica colpa – di fatto – è non abbracciare la legge islamica e i dettami della Guida Suprema Ali Khamenei: il numero di arresti effettivi in realtà è incerto, ma abbiamo notizie certe di almeno tre persone (tra cui una donna incinta) che hanno ricevuto pene complessive per oltre 40 anni di reclusione e si crede che siano stati condotti almeno altri 10 arresti.



La vera e propria retata da parte delle autorità dell’Iran risalirebbe – appunto – allo scorso 3 novembre e da quel momento le informazioni sul contro dei cristiani arrestati sarebbero state (come sempre accade in questi casi) completamente nulle; mentre solamente lo scorso 15 febbraio – probabilmente dopo una lunghissima serie di interrogatori, molto probabilmente violenti – gli indagati sono apparsi davanti al tribunale per difendere la loro posizione con accuse che andavano dalla “propaganda contro lo Stato islamico” fino all’affiliazione a “gruppi di opposizione” e – in alcuni casi – alla “attività di propaganda contrarie alla legge islamica“.



Iran: tre cristiani dei 13 arrestati a novembre sono stati condannati ad oltre 40 anni di reclusione

Degli almeno tredici cristiani arrestati in Iran abbiamo – attualmente – certezza solamente del destino di tre di loro: si tratta di Abbas Soori (già arrestato e condannato nel 2020 per la sua affiliazione al cristianesimo, ma senza alcuna pena detentiva), Mehran Shamloui e Narges Nasri, quest’ultima donna attualmente a metà della sua prima gravidanza: proprio contro l’unica donna sono state mosse la accuse più pesanti con un totale di 16 anni di reclusione legati a tutti e tre i campi d’imputazione elencati prima dato che oltre ad essere convertita al cristianesimo si era anche espressa a favore del movimento ‘Donne, vita e libertà’.



Similmente, il destino di Abbas Soori non è stato molto diverso visto che l’Iran l’ha condannato a 15 anni evitandogli l’accusa di “propaganda contro lo Stato” e il terzo condannato dovrà scontare un totale di 10 anni e 8 mesi; il tutto ovviamente fermo restando che nessuno dei tre potrà chiedere per almeno 15 anni di usufruire dei diritti sociali fondamentali (salute, lavoro o istruzione), che gli sarà vietato lasciare Teheran o lo stato per due anni dopo il rilascio e che dovranno pagare multe comprese tra i 2mila 750 e i 3.500 euro.