Hamas accetta la proposta di cessate il fuoco di 60 giorni con liberazione di 10 ostaggi (vivi): il piano del Qatar e l'evacuazione da Gaza City di Israele
HAMAS DICE SÌ: IN COSA CONSISTE LA NUOVA PROPOSTA DI QATAR ED EGITTO (PER CERCARE DI FERMARE L’OCCUPAZIONE DI GAZA)
Mentre il mondo guardava a Washington per la nuova giornata di vertici internazionali sulla guerra in Ucraina, è da Gaza City – o più propriamente, dal Cairo – la vera notizia di giornata finora: Hamas ha accettato la nuova proposta di cessate il fuoco formulata dai negoziati di Qatar ed Egitto per “bloccare” il conflitto nella Striscia per i prossimi 60 giorni, con il rilascio di almeno 10 ostaggi israeliani. Una versione lievemente modificata del piano discusso nelle scorse settimane dall’inviato USA Witkoff – e in attesa di capire se Stati Uniti e Israele risponderanno positivamente – pone la possibile svolta per la guerra in Medio Oriente, il giorno dopo l’inizio dell’evacuazione dei palestinesi da Gaza City.
Lo Stato Ebraico con il Governo Netanyahu aveva sottolineato appena una settimana fa che l’unica vera tregua da accettare è quella che pone un accordo globale sul rilascio di tutto gli ostaggi in un unico momento, e che non vi può essere una alternativa alla smilitarizzazione di Hamas dall’intera Striscia di Gaza. Dopo un weekend di scontri, arresti e fiumane di gente in piazza contro il Governo israeliano – con la richiesta di salvare gli ostaggi fermando l’occupazione totale di Gaza City – il piano di pace presentato dai negoziatori di Qatar ed Egitto presenti da giorni al Cairo con una delegazione di Hamas sembra ora procedere speditamente.

A livello specifico, la proposta prevede un cessate il fuoco lungo 60 giorni, all’interno del quale verranno liberati 10 ostaggi israeliani ancora in vita, e 18 corpi senza vita: di contro, verranno garantiti aiuti a Gaza tramite Ong, Mezzaluna Rossa e ONU. Non solo, durante i 2 mesi di tregua l’invito è per negoziati indiretti tra Israele e Hamas – sempre mantenendo il cordone diplomatico di Qatar, Egitto e Stati Uniti – in grado di porre fine definitiva alla guerra nata dopo gli attentati islamisti del 7 ottobre 2023. Poche ore prima era stato il Presidente Trump nel suo intervento sui social a ribadire che gli ostaggi potranno esser liberati e salvati solo una volta che Hamas sarà stata «affrontata e distrutta».
I TEMPI DELL’EVACUAZIONE DA GAZA CITY E LA TESTIMONIANZA DEL PARROCO PADRE ROMANELLI
Sembra così ancora in salita l’ipotesi di un cessate il fuoco imminente, sebbene questa volta Hamas abbia accettato (anche perché si tratta di un “accordo parziale” dove non tutti gli ostaggi vengono liberati, specie dopo altre immagini choc dei prigionieri messi online dalla propaganda islamista della sigla sciita), l’attesa è tutta per la risposta di Tel Aviv nelle ore in cui è messo in pratica il piano di occupazione di Gaza City.
Il Capo di Stato Maggiore dell’IDF, Eyal Zamir, nonostante forti resistenze sulle possibili conseguenze di guerra che produrrà l’ingresso nella “capitale” della Striscia, spiegherà le linee guida del piano militare nella giornata del 19 agosto 2025 al proprio Ministro della Difesa. Secondo le anticipazioni pubblicate oggi da Channel 12 e Times of Israele, l’evacuazione dei civili palestinesi ancora presenti all’interno di Gaza City dovrebbe durare non più di 2 mesi, al termine dei quali si proceder con «l’accerchiamento e l’occupazione della città» per sradicare la presenza di Hamas.

Come ha raccontato ancora nelle ultime ore nel suo briefing quotidiano da Gaza City, il parroco Padre Gabriel Romanelli (della comunità cattolica della Sacra Famiglia colpita da un attacco israeliano lo scorso 17 luglio 2025, ferito lo stesso sacerdote), la fatica della popolazione locale è ancora altissima: «dove possono trovare spazio tutti gli abitanti della Striscia, ovvero 2 milioni e 300mila persone?». Secondo il sacerdote ancora presente sul campo a Gaza per sostenere i civili innocenti, i bambini hanno bisogno di tutto e soffrono la fame: «ostaggi o no, l’unica cosa certa è che le bombe continuano a fare morti tra i civili, i numeri sono terribili».
