Caos nel governo di Israele: il partito Agudat Yisrael lascia la maggioranza di Netanyahu e ora, senza ultraortodossi, rischia di aprirsi una crisi
A due passi dalla disinnescata crisi di governo, sembra essere sgretolata la maggioranza a favore di Netanyahu che regola gli attualmente labili equilibri in Israele con il partito ultraortodosso noto come Agudat Yisrael che ha annunciato in queste ore le sue dimissioni dall’esecutivo per via dello scontro sulla legge sulla leva obbligatoria che si era già aperto lo scorso anno: una decisione che si unisce a quella già annunciata dagli alleati del partito Degel Hatorah, sgretolando la coalizione nota come “Ebraismo Unito della Torah“.
Per capire meglio cosa stia succedendo in Israele è bene fare un passetto indietro per ricordare che la coalizione “Ebraismo Unito della Torah” rappresenta una delle varie fazioni ultraortodosse dello Stato Ebraico: a differenza della società civile – tecnicamente laica -, chi si professa ultraortodosso gode di una serie di importantissime esenzioni statali al punto che non sono tenuti legalmente tenuti a lavorare (vivono di sussidi statali), a partecipare alla vita politica e neppure a prestare servizio militare.
In Israele tutti i cittadini – uomini o donne che siano – sono soggetti alla leva e se fino a qualche anno fa l’esenzione per gli ultraortodossi non era un problema, il tema è tornato attuale e importante quando è scoppiata la guerra a Gaza e – soprattutto – quando si è estesa anche al vicino Libano: proprio per questo il governo di Netanyahu aveva avanzato una proposta per estendere l’obbligo di leva anche ai cittadini ultraortodossi, causando un piccolo marasma con la fazione “Ebraismo Unito della Torah” e con il partito Shas.
Il partito Ebraismo Unito della Torah esce dalla maggioranza di Netanyahu: Israele verso la crisi di governo
Gli attriti sembrano essersi affievoliti quando il disegno di legge sulla leva per gli ultraortodossi era stato archiviato, con Netanyahu che capì che senza il supporto di Ebraismo Unito della Torah e Shas la sua maggioranza sarebbe facilmente crollata sotto i colpi dell’opposizione, ma il tema è tornato predominante in questi giorni con la proposta di legge che è stata rispolverata e gli attriti che sono tornati a creare piccole fratture nel governo di Israele.

Piccole per modo di dire perché – tornando al presente e al punto di partenza di questo articolo – già ieri il partito Agudat Yisrael aveva preannunciato la decisione di abbandonare la maggioranza e oggi quell’annuncio si è concretizzato con una lettera inviata dal Consiglio dei saggi della Torah ai ministri in cui li si esortava a lasciare i loro incarichi governativi, seguendo l’esempio degli alleati del partito Degel Hatorah.
Un tema non da poco perché senza più i seggi di Ebraismo Unito della Torah, la maggioranza di Netanyahu perde sette ministri e non si può escludere che la decisione di aprire la leva agli ultraortodossi creerà frizioni anche con Shas che di ministri ne esprime 11: l’esito potrebbe essere un’ovvia nuova crisi del governo di Israele innescata delle opposizioni, peraltro a due passi da quella disinnescata lo scorso 11 giungo proprio grazie al supporto dei parlamentari ultraortodossi.
