ITALIA “PAESE PER VECCHI E POVERI”
Tutti i dati demografici da anni non fanno che risuonare un enorme campanello d’allarme per l’Italia e per l’Europa in generale: su “Libero” Filippo Facci in un breve editoriale si concentra però non solo sul dramma della denatalità ma anche sul combinato disposto con la ricchezza delle famiglie.
Inteso non certo come problema “d’élite”, ma come un ulteriore grido di allarme per le famiglie del futuro che saranno poche e sempre più povere. Da qui il titolo che ci siamo “permessi” quasi citando il capolavoro di Cormac McCarty: l’Italia ad oggi (e pure nel futuro) assimiglia sempre più ad un Paese per vecchi, e pure poveri. «L’uomo più ricco del mondo (Elon Musk, quello della Tesla) ha diffuso uno studio che dice cose risapute: in Italia c’è un tale crollo delle nascite (siamo ultimi in Europa) che nel 2050 sarà come aver perso tutti i veneti e i siciliani». Di recente, commentando i dati emersi agli Stati Generali della Natalità, l’ex Ior Ettore Gotti Tedeschi ha sottolineato come il nodo della democratica è un «terremoto che rischia di travolgere un Europa sempre più senza bimbiı». Non solo, che nel 2050 un vivente su 4 nel mondo sarà africano: «La crescita di popolazione africana relativizzerà il dominio asiatico e produrrà nuove sfide tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud». Facci provocatoriamente scrive che con l’essere di meno al mondo si starà “più larghi”, sfruttando meglio le risorse a disposizione: ebbene, non è così e il resto dell’editoriale lo spiega benissimo.
“I PIÙ RICCHI NON FANNO FIGLI”: L’ALLARME DI FILIPPO FACCI
Ad oggi e nei prossimi anni si conteranno 7 nascite e 12 morti ogni 1000 abitanti: «diventeremo un Paese di (pochi) vecchi», spiega Filippo Facci sulla prima pagina di “Libero Quotidiano”.
Ma c’è di più, sottolinea il giornalista: «tra regolari, irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, profughi, apolidi, sfollati stranieri una sorta di “sostituzione” dei non-nati italiani, oltre che dei emigrati verso l’estero, sta avvenendo. Il problema è che tale sostituzione «non ha equivalenza per status lavorativo: le occupazioni degli italiani che vanno all’estero e le occupazioni racimolate in Italia dagli stranieri sono diverse», ovvero quelle che gli italiani non vogliono più fare. In questo modo, chiosa Facci, in Italia non si assiste solo ad una sostituzione ma ad una decisa «proletarizzazione»: «nell’Italia familistica, infine, i più ricchi sono quelli che fanno meno figli».