Il segreto della longevità scoperto in un piccolo borgo italiano, ecco quanto vivono gli abitanti anche oltre i cento anni
In un piccolo borgo italiano, il segreto della longevità per vivere oltre i cento anni non è leggenda ma realtà quotidiana.
C’è un luogo in Italia dove la vecchiaia non fa paura. Anzi, è considerata quasi un privilegio, un dono da custodire con cura e rispetto. In questo borgo nascosto tra le montagne più aspre della Sardegna, gli ultracentenari non sono l’eccezione, ma una parte viva e attiva della comunità.
Qui il tempo sembra scorrere in modo diverso, più lento, più umano. E mentre nel resto del mondo si corre dietro a diete miracolose e integratori dai nomi impronunciabili, gli abitanti di questo paesino continuano a vivere come sempre: mangiando semplice, camminando tanto, respirando aria pulita e parlando con chi incontrano per strada.
Il borgo nel quale si vive oltre cent’anni
Non è un caso che i ricercatori, incuriositi da questa longevità fuori dal comune, abbiano iniziato a studiarli. Hanno scoperto, senza troppa sorpresa, che il loro stile di vita è profondamente legato alla terra, alla tradizione, alla ritualità del quotidiano. Infatti, qui si coltiva ancora l’orto come facevano i nonni, si prepara il pane in casa, si condividono i pasti con i vicini. Nessuno va di fretta, e la parola “stress” sembra non essere mai arrivata davvero. Eppure, non si tratta solo di abitudini sane. C’è qualcosa di più, qualcosa che ha a che fare con l’identità profonda del posto.
Il borgo si trova in una zona conosciuta per la sua natura selvaggia e incontaminata. Le montagne attorno proteggono il paese come un abbraccio, e i sentieri che lo attraversano portano a scorci dove il tempo si è fermato. A dominare il paesaggio è il massiccio del Gennargentu, che regala una biodiversità sorprendente. Tra le tante piante che crescono spontanee, una in particolare è diventata simbolo del luogo: la s’orrosa ‘e padenti, la rosa di bosco, ovvero la peonia selvatica, che colora la vegetazione nei mesi primaverili e sembra quasi rappresentare la bellezza resistente e discreta di questa comunità.

Nel cuore del borgo, tra case in pietra e strade strette che si arrampicano sulla collina, spiccano due chiese. Una, più recente ma comunque antica, è dedicata alla Beata Vergine e risale al Cinquecento. L’altra, ancora più vecchia, è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, una testimonianza preziosa di quanto la spiritualità sia radicata in queste terre. Perché sì, anche la fede ha il suo ruolo nella longevità degli abitanti: non tanto come dogma, quanto come ritmo, come cornice dentro cui scorre la vita di tutti i giorni.
Il nome del paese non lo sveliamo subito, ma chi conosce la Sardegna e le sue regioni interne avrà già intuito che siamo nella Barbagia. E più precisamente nella Barbagia di Seùlo, una delle zone più autentiche e meno contaminate dell’isola. È qui a Seùlo, questo piccolo borgo di pochi abitanti, si trova questo incredibile laboratorio naturale della longevità. Un posto dove il tempo ha imparato a essere gentile con le persone, forse perché le persone sono state gentili con il tempo.
Non ci sono segreti scritti in qualche manuale o pillole miracolose. Solo una vita intera fatta di rispetto per la natura, per gli altri e per se stessi. E in fondo, questo è un messaggio che vale ovunque, non solo tra le montagne sarde.
