Un vero e proprio raid punitivo, quello avvenuto ieri in spiaggia a Jesolo, nei pressi di piazza Trieste. Ad agire, come spiega Il Gazzettino online, sarebbero stati circa 30 minorenni tra italiani e nordafricani, i quali sono piombati in spiaggia seminando il terrore e assaltando i bagnini. Tre, in tutto, i malcapitati oggetto della brutale aggressione, tale da aver necessitato il trasporto in ospedale con conseguente ricovero. Tutto sarebbe avvenuto, secondo le prime ricostruzioni, per una sorta di vendetta da parte della baby gang multietnica, dopo un rimprovero nei loro confronti ad opera dei bagnini. Poco prima dell’assalto con annessa aggressione, infatti, otto di loro in piazza Trieste, davanti all’Hotel Boston, avrebbero occupato le sdraio degli ospiti e per tale ragione erano stati ripresi e fatti allontanare. Un affronto che i minorenni violenti non avrebbero però affatto preso bene, al punto da aver deciso di reagire a loro modo. Un intento alimentato anche da un successivo rimprovero giunto poco dopo, quando si erano installati nelle strutture a torretta adibite ai bagnini, venendo ovviamente scacciati anche da lì.
JESOLO, BABY GANG PICCHIA BAGNINI: RAID PUNITIVO
Due rimproveri in una sola giornata sarebbero stati troppi per i membri della baby gang che ieri ha seminato il panico in spiaggia a Jesolo. E così, dopo aver chiesto i rinforzi, gli otto sono tornati all’assalto e, come un vero esercito di circa 30 ragazzini, avrebbero attaccato violentemente i bagnini prendendoli a calci e pugni e seminando il terrore anche tra i bagnanti che stavano tentando di riposarsi nella calda domenica di fine giugno. Tre bagnini hanno avuto la peggio al punto da essere stati ricoverati in ospedale. Al momento sono in corso le indagini al fine di procedere all’identificazione di tutti i membri della baby gang. Stando alle poche informazioni in merito, sembrerebbe essere confermate la minore età di tutti i ragazzini coinvolti nel folle raid punitivo. Alcuni sarebbero già stati individuati: si tratterebbe di ragazzini residenti a Treviso. Alla luce della minore età si procede nel massimo riserbo possibile.