borg mecnroe“Ice vs Fire”, controllo contro impeto e via così di quelli che potrebbero sembrare dei luoghi comuni se si mette da una parte la Svezia e dall’altra gli Stati Uniti d’America: e invece è proprio questo il fulcro della storica rivalità raccontata nel film “Borg McEnroe” di Janus Metz Pedersen (2017) che questo pomeriggio andrà in onda su Rai 3 a partire dalle ore 15:05. Un biopic quello del regista danese che si inserisce nel solco della cinematografia sportiva fatta di dualismi e dal sapore vagamente retrò dal momento che anche la cornice contribuisce a fare il film e, come mostrato da recenti pellicole sul mondo dell’automobilismo, furono anche gli indimenticabili anni a cavallo tra Settanta e Ottanta a dare quel gusto epico alle sfide tra Björn Borg e John McEnroe.
Ma chi sono questi due califfi del tennis, ritenuti a buon diritto tra i più grandi interpreti di questo sport e la cui epica non è stata scalfita dall’arrivo dei vari Nadal, Djokovic e Federer che hanno certamente vinto più di loro ma rivaleggiano testa a testa nello stabilire chi meriti un posto nell’Olimpo dei più grandi? Se in un pezzo a parte abbiamo raccontato chi è Borg e una metà di questa storia di dualismo dentro e fuori dal campo, qui tracciamo un ritratto di John Patrick McEnroe Jr, questo il nome completo all’anagrafe del tennista statunitense di Wiesbaden (nacque in Germania Ovest), classe 1959 e oggi apprezzato commentatore televisivo. Estroverso, esplosivo nello stile di gioco e certamente più sanguigno di “Ice Man” Borg, l’americano fu numero uno al mondo nelle classifiche ATP per quattro anni consecutivi (dal 1981 al 1984, succedendo proprio al quadriennio di regno incontrastato dello svedese che invece andava verso il ritiro prematuro…).
JOHN MCENROE, LA RIVALITA’ CON BJÖRN BORG: “FIRE VS ICE”, L’AMERICANO ERA AGLI ANTIPODI E…
Nel corso della sua carriera McEnroe vinse sette titoli del Grande Slam in singolare e ben nove in doppio, stabilendo vari record in entrambe le competizioni; a differenza di Borg che ha fatto meglio di lui nei tornei dello Slam ma vinse solo una Coppa Davis nel 1975, lo statunitense ha trionfato nella competizione per nazioni ben cinque volte. Incluso nella International Tennis Hall of Fame nel 1999, a sette anni esatti dal suo ritiro ufficiale dalle competizioni (anche se nel 2006 ha giocato altri due tornei), McEnroe era famoso non solo per il suo implacabile mancino ma soprattutto per le sfide con Borg, ma anche Jimmy Connors e Ivan Lendl durante le quali mostrava il proprio carattere sanguigno e a volte fumantino fino ai limiti dell’irascibilità.
Tutto il contrario, come detto, di quella sfinge di Borg che quando scendeva in campo era molto più controllato e quasi glaciale: ma, si sa, le vere rivalità necessitano di due poli opposti che appunto… polarizzino il tifo dei fan e che abbiano come nelle migliori sceneggiature tratti marcatamente agli antipodi pur senza scivolare nel più frusto manicheismo. Questo fu Borg vs McEnroe che la pellicola cerca di raccontare attraverso le 14 volte che le loro racchette si incrociarono tra il 1978 e il 1981, uno dei periodi d’oro del tennis mondiale e che contribuì a proiettarli nella leggenda, anche perché i due si divisero equamente la posta in palio con sette successi a testa; e anche se il film di Metz si concentra non solo su quel triennio ma specificamente sulla finale di Wimbledon del 1980, definita la “partita del secolo” e che nell’arco di cinque tiratissimi set vide trionfare Borg con tanto di surreale tie-break nel quarto dove McEnroe annullò eroicamente ben cinque match-point allo svedese prima di cedere il passo in quello successivo.