500 milioni dall'Iran ad Hamas: Katz, Ministro della Difesa israeliano svela le prove del finanziamento da parte di Teharan per il massacro del 7 ottobre

Le rivelazioni choc del Ministro della Difesa israeliano Israel Katz mettono in luce una realtà drammatica e sconvolgente su ciò che, già in tanti, sospettavano da tempo, ma che adesso appare in maniera incontrovertibile, nero su bianco, su documenti che riversano tutto il peso della verità storica.

Quei fogli, strappati all’oscurità dei servizi segreti, narrano una storia di complicità che va ben oltre il semplice sostegno politico: sono la prova che il sangue versato il 7 ottobre è stato, in un certo senso, pagato a peso d’oro: le corrispondenze tra Mohammed Deif, Yahya Sinwar e il comandante iraniano Esmail Qaani non sono banali comunicazioni tra alleati politici, ma contratti di morte marchiati con il sangue, dove si mercanteggiavano vite umane con la stessa freddezza con cui si negoziano barili di petrolio.



L’Iran, che da anni si autoproclama paladino della resistenza, celebrandosi come strenuo sostenitore della giustizia, si rivela adesso sotto altre vesti: un banchiere del terrore, pronto a finanziare il caos con denaro sporco di sangue pur di perseguire – e raggiungere con ogni mezzo – i suoi obiettivi geopolitici.



E Hamas, da movimento di liberazione (come ama definirsi), si trasforma in un’organizzazione mercenaria, che vende il suo odio al miglior offerente.

Katz e il dossier che squarcia il velo: “Ecco come l’Iran comprò la nostra strage”

Israel Katz non ha solo reso noti dei dossier secretati, sottoponendoli alla luce della ribalta, ma ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, una verità cruda e drammatica sulle dinamiche del terrorismo internazionale: quei 20 milioni al mese, versati con coscienziosa puntualità, come se si trattasse della più nobile tra le cause, non erano semplici transazioni finanziarie, banali movimentazioni di denaro, ma il carburante necessario per dar vita all’orrido massacro del 7 ottobre.



E mentre il dibattito politico e l’opinione pubblica si chiedono chi sia il vero responsabile, il reale carnefice di una strage così efferata, viene da pensare alla beffa storica: lo stesso Iran che oggi nega qualsiasi coinvolgimento nella sconcertante vicenda, ieri pagava con scrupolosa meticolosità il prezzo del sangue.

Questo documento non rappresenta esclusivamente una condanna netta e radicale nei confronti di Teheran, ma un avvertimento allarmante per il mondo intero: fino a quando ci sarà chi finanzia e sovvenziona il sangue, il terrore continuerà a esistere e a insinuarsi nelle pieghe del potere, prevalendo su ogni sorta di pacificazione.

Se i leader iraniani si celano dietro a giustificazioni di circostanza, quelle lettere restano lì, a testimoniare una verità cruda e scomoda: la guerra non si combatte solo con le armi, ma con assegni firmati da chi, in fondo, in preda a un cinismo feroce e privo di scrupoli, è disposto a immolare vite innocenti sull’altare dei propri interessi.