A processo per aver picchiato l’ex, Nick Kyrgios ha ammesso l’aggressione, ma è stato assolto dal tribunale. Ha avuto un epilogo paradossale l’ultima guaio giudiziario del tennista australiano. Arrivato in tribunale con le stampelle in seguito ad un intervento chirurgico al ginocchio, il 27enne si è dichiarato colpevole di aver colpito l’ex fidanzata Chiara Passari, ma è riuscito ad evitare la condanna perché il giudice lo ha definito un «singolo atto di stupidità, dettato da frustrazione». Inoltre, ha definito il tennista «un giovane che ha cercato di districarsi da una situazione emotiva pesante e ha agito nella foga del momento».
Comunicando il suo verdetto, il magistrato Beth Campbell ha spiegato a Kyrgios: «Ti sto trattando nella stessa maniera in cui tratterei qualsiasi giovane in tribunale. L’unica differenza è che tu sei un giovane particolarmente capace di colpire bene una pallina da tennis». Dunque, la spinta dello sportivo alto 1,93 metri per 85 chili, che scaraventò la ragazza sul marciapiedi, fu un fatto lieve e quindi è stato graziato. Nella sentenza si parla di un’aggressione di bassa gravità e senza premeditazione.
KYRGIOS “MI SPIACE PER DOLORE CAUSATO”
L’ex fidanzata di Nick Kyrgios aveva sporto denuncia dieci mesi dopo i fatti, dopo che la loro storia d’amore era naufragata. Chiara Passari aveva dichiarato di «essere stata gravemente traumatizzata dall’accaduto, di aver subito una grave perdita di peso, di essere rimasta a letto giorno e notte, incapace di dormire o di formare nuove relazioni sentimentali». Kyrgios spinse l’ex dopo che lei provò a impedire alla sua auto di allontanarsi durante una lite. Ma la condanna non è arrivata. I legali del tennista puntavano all’archiviazione dell’accusa, sostenendo che si trattava di un episodio isolato, quindi chiedevano il proscioglimento per motivi mentali. «Non ero in una buona situazione quando è accaduto e ho reagito a una situazione difficile in un modo di cui mi rammarico profondamente. So che non è stato giusto e sono sinceramente dispiaciuto per il dolore che ho provocato», ha dichiarato il tennista australiano. Infatti, ha precisato che «un legame tra la salute mentale e l’autore del reato, anche se oggi non ne soffre più nella stessa misura». Il legale di Kyrgios ha spiegato che il suo cliente tentò di calmare gli animi chiamando un Uber e provò ripetutamente di allontanare «in modo lecito» l’ex dall’auto.