NICK KYRGIOS SI RITIRA DAGLI AUSTRALIAN OPEN 2023
Un fulmine a ciel sereno per gli amanti del tennis. Nick Kyrgios si ritira dall’Australian Open per problemi fisici e lascia anzitempo il primo dei quattro slam dell’anno. Non un torneo banale per l’estroso atleta di Canberra, attesissimo padrone di casa e numero uno tra gli australiani in gara. Kyrgios affrontava questo torneo con la consapevolezza di aver raggiunto una maturità tale da potersi permettere il lusso di potersi candidare tra gli avversari di Djokovic, ora ancora più favorito dopo i forfait di Carlos Alcaraz e dello stesso Kyrgios.
Il fenomeno serbo aveva spezzato il sogno dell’australiano giusto l’anno scorso, nella prima finale di Nick in uno slam: a Wimbledon finì 6-4, 3–6, 4–6, 6–7 per il tennista di Belgrado che si laureò campione per la settima volta. Kyrgios avrebbe dovuto affrontare il 17 gennaio Roman Safiullin in quello che doveva essere il primo testa a testa tra i due. Ora per il russo ci sarà l’ostacolo americano Denis Kudla, 108 al mondo, con in palio il passaggio al secondo turno contro il vincente nel derby francese tra l’esperto Richard Gasquet e il giovane Ugo Humbert.
DALLE GIOIE CON KOKKINAKIS ALLA FINALE DI WIMBLEDON
Tornando sul tema Kyrgios, ritirato ancor prima di debuttare nello slam di casa, l’anno scorso aveva dato le speranze e motivazioni giuste all’australiano per affrontare un nuovo capitolo della sua carriera, mettendo da parte gli eccessi dentro e fuori dal campo e concentrandosi sul tennis. Un anno esatto fa Nick si trovava addirittura fuori dalla top 100, una vera e propria blasfemia sportiva se si pensa al grandissimo talento di Kyrgios. Ma la risalita del tennista di Canberra parte proprio dall’Australian Open 2022, eliminato al secondo turno in 4 set al secondo turno da Daniil Medvedev, ma non per questo abbattuto. Rimane infatti il doppio e spinto dalla forte amicizia e alchimia con Thanasi Kokkinakis, i due diventano i primi nell’Era Open a vincere il torneo da una wild-card. Una storia clamorosa se si pensa al cammino che ha visto il duo australiano battere la coppia testa di serie numero uno Mektic-Pavic e la solida coppia Granollers-Zeballos, trionfando in finale in due set sui connazionali Ebden-Purcell.
Archiviato il successo in casa, Kyrgios si appresta ad affrontare Wimbledon con una motivazione maggiore e lo dimostra in campo: vince faticando 3-2 con Paul Jubb, batte nettamente Krajinovic 3-0, vince uno dei match più emozionanti dell’anno al terzo turno con Tsitsipas per poi archiviare le pratiche Nakashima (3-2) e il cileno Garin (3-0). La semifinale con Nadal, che si prospettava storica, si chiude ancor prima di iniziare con il forfait dello spagnolo per problemi fisici, raggiungendo la sua prima finale in carriera in un torneo del Grande Slam, perdendo come detto 3-1 contro Djokovic.
I SUCCESSI A STELLE E STRISCE E IL BALZO IN CLASSIFICA
Kyrgios chiuderà l’anno con i successi americani. Prima l’ATP 250 di Atlanta con il torneo in doppio conquistato insieme all’amico e collgea Kokkinakis esattamente come accaduto ad inizio 2022 all’Australian Open. Sale la posta in palio, ma non per questo scende la condizione fisica e mentale di Kyrgios: nell’ATP 500 di Washington, vinto già nel 2019, si riconferma superando Giron, Paul, Opelka e soprattutto Frances Tiafoe, padrone di casa sconfitto dopo aver salvato 5 match point. In semifinale spazza via lo svedese Ymer e nell’ultimo atto batte Nishioka 6-4 6-3. Come se non bastasse, trionfa anche in doppio insieme a Jack Sock. Da non dimenticare comunque un US Open perso solamente ai quarti di finale dopo aver battuto per la seconda volta consecutiva il campione in carica Daniil Medvedev dopo una battaglia dal risultato di 7-611 3-6 6-3 6-2, uscendo di scena ai quarti di finale contro Karen Khachanov.
Questa meravigliosa annata di Kyrgios lo fa volare al ventiduesimo posto della classifica mondiale nonostante gli undici tornei e senza contare i punti di Wimbledon per la questione degli atleti russi. La finale su erba avrebbe dato un’ulteriore spinta in classifica non da poco. Ma oltre ai numeri e ai successi sul campo, quello che più esalta i fan di Kyrgios e lo stesso giocatore è la capacità di mettersi da parte la maggior parte dei problemi fisici dovuti ad una scarsa condizione e di grande concentrazione, con la sfida contro Tsitsipas a Wimbledon come esempio lampante di questa maturità.
L’OCCASIONE PIU’ IMPORTANTE E SENTITA DELLA CARRIERA
L’uscita di scena senza nemmeno partecipare di Kyrgios dall’Australian Open 2023 è senza dubbio una delle più dolorose sconfitte della carriera del classe 1995. Ai nastri di partenza, gli esperti lo vedevano appena dietro a Djokovic, Medvedev e Nadal, al pari di Tsitsipas e davanti ai vari Sinner, Rune, Fritz, Auger-Aliassime e via dicendo. Come detto a più riprese ciò che ha maggiormente stupito del 2022 di Kyrgios non sono tanto i risultati sul campo, elementi comunque di assoluto spicco e prestigio, bensì la condizione atletica e mentale di un tennista che non ha mai nascosto di avere colpi da top 5.
Presentarsi al torneo di casa nonché tra i quattro più importanti del pianeta con questa forma fisica, ben lontana parente di quella degli anni passati, con questa tenuta mentale, capace di far affrontare al talento australiano match difficilissimi, e soprattutto con la consapevolezza di giocarsela potenzialmente con tutti ovunque, oltre che col supporto del pubblico australiano, faceva sembrare questo torneo l’appuntamento e l’occasione più importante della carriera. E’ vero, c’è stata una finale di Wimbledon, ma completamente inaspettata, da rendere quasi magico tutto quanto. Qua invece si parla di una vera e concreta possibilità di giocarsi uno dei Grand Slam sin dalle prime battute, una posizione che per il suo “genio e sregolatezza” Kyrgios non aveva mai avuto.
LE PAROLE DI NICK: “SONO DEVASTATO, DEVO OPERARMI”
Le prime parole di Nick Kyrgios, in lacrime in conferenza stampa, sono state tremendamente semplici quanto sentite: “Qui l’anno scorso ho vinto il torneo in doppio, qui ho giocato il tennis migliore della mia vita, ora posso solo fare del mio meglio per rientrare in campo. In questo momento provo un mix di emozioni contrastanti. Dopo l’ultimo Slam giocato, lo US Open dell’anno scorso, ero stato molto duro con me stesso. Questo infortunio non mi permette di muovermi bene, l’unica maniera di risolvere il problema è un’operazione“.
Un epilogo triste, un talento che al netto di tutti i comportamenti antisportivi, talvolta mosso da una strafottenza agonistica e un atteggiamento più da guascone che professionista, avrebbe meritato di potersi giocare nella versione prime della sua carriera l’occasione di poter vincere uno dei quattro Grand Slam, per giunta quello di casa, senza alcun tipo di problema. Così non è andata e da appassionati di tennis non si può che augurare il meglio per l’operazione e un rientro in campo che non renda il 2022 una meteora da raccontare un domani.