ANNOZERO/ Santoro s’inventa giudice e condanna Berlusconi a suon di intercettazioni

- Maestro Yoda

Il commento di YODA alla puntata di Annozero di ieri sera 20 gennaio 2011 dedicata all'ultima vicenda giudiziaria del presidente del Consiglio

annozero_santoroR400 Immagine d'archivio

Se sapeste, cari i miei italioti lettori, come è alto il brusio dei ricevitori interstellari di cui è piena la caverna del vostro vecchio Yoda: su ogni galassia e in ogni pianeta non si parla d’altro. Così come avviene sul vostro, dove le prime pagine dei quotidiani, dei tabloid (per non parlare dei servizi televisivi), sono tutte dedicate a “Il più lurido scandalo che abbia mai coinvolto il premier italiano” (International Wall Street Journal).

E se la vita pubblica e politica italiana viene improvvisamente invasa dall’emergere di una melma puzzolente di cui fino a ieri si sussurrava soltanto, commentando – per lo più con uno stupito: “non ci posso credere” -, ieri sera si è assistito ad un Santoro sempre assai sereno, sottilmente trionfante nella convinzione che la partita stia assomigliando sempre più a quella di Al Capone: non riuscendo a contestargli i delitti e l’organizzazione del racket, lo pizzicarono per una banale evasione fiscale. In questo caso, non riuscendo a contestare fino in fondo corruzioni ed evasioni varie, pare che l’occasione sia offerta ai “nemici” del Premier da una prepotente debolezza per il gentil sesso, soprattutto se di assai giovane età. 

Un fatto che colpisce è la costante manomissione di parole come libertà, responsabilità, decoro. Perché quando ci si dichiara orgogliosi di conoscere, frequentare, aiutare, invitare abitualmente a cena notissimi mezzadri (è un eufemismo!) e fanciulle sottoproletarie di notevoli misure e assai piccola virtù, disposte a tutto, solo affamate di una particina in tv e di guadagnare in una sera quello che un’operaia guadagna in tre mesi… allora la malinconia ti assale profondamente.

Nella caverna di Yoda, che non è né ricco né potente, nessuno di questi individui avrebbe mai potuto né potrebbe mai trovare un posto a tavola. In questi giorni autorevoli commentatori hanno scomodato le antiche farse latine o il cinema “grasso” degli anni 70, dove tutto era già stato descritto, ma di cui si sperava trattarsi di fiction e di casi isolati. L’altra cosa che colpisce è l’uso smodato dei mezzi di comunicazione che solo uno può maneggiare e possedere.

L’immagine patinata e improvvisamente decorosa cozza non solo con i racconti al telefono, ma con le ammissioni dei giornalisti amici, “Meglio un vecchio sporcaccione che ama toccare il sedere alle ragazze che un comunista incapace” (la citazione è a memoria, ma il senso era quello). E la forza d’urto impiegata fa invece supporre che si potrebbe voler nascondere qualcosa. Ah, come vorremmo fosse davvero soltanto un complotto comunista… Il problema è che Yoda teme fortemente che non ne sarebbero nemmeno capaci… Annozero può cominciare.

Con una certa abilità, Santoro ricorda che tutto non è stato avviato dai giudici, ma dalla lettera di Veronica Lario, che ha denunciato il problema del contorno di “amici che offrono le vergini al drago”. Spiega la teoria difensiva del Cavaliere, e mostra uno spezzone di Kalispera dove Ruby dice che non ha mai detto di essere la nipote di Mubarak… Ohibò, ma allora chi se l’è inventato? Per capire se tutto è vero è tutto falso, ci vorrebbe un giudice… potendo anche opporre l’incompetenza ma in forma legale e non nel pieno di una battaglia con i giudici. All’inizio per una volta Santoro fa la domanda giusta: che messaggio mandiamo ai giovani? Seguono varie interviste a ragazze di colore che si esprimono in un linguaggio da scaricatore di porto.

Helen Scopel (nomen-omen) chiamata come meteorina da Fede afferma che l’incarico è sfumato dopo che “si è rifiutata di avere un dialogo con il direttore”. Si vedono ansimanti e inutili inseguimenti delle ragazze degli appartamenti di Segrate, più tardi apprenderemo che sono state tutte sfrattate per il decoro dello stabile… La Santanchè attacca sostenendo che le ragazze sono state aggredite dalla troupe di Santoro. e che con questa inchiesta si stanno in realtà violando i diritti delle donne. Molto pacata sempre Concita De Gregorio: cerca solo di dire che si sta dimostrando che l’Italia del potere è molto peggio della società di tutti i giorni.

Battista dice che lui tiene molto alla legalità e alle garanzie degli indagati, ma chiede si chiarisca dove sta il contrasto tra la vita privata e quella pubblica del Presidente del Consiglio, quando lo stesso telefona – avvertito da una prostituta brasiliana – per impetrare con la sua autorità l’affidamento alla Minetti… che mezz’ora dopo la molla a una prostituta. Inoltre, pur essendo contrario alle intercettazioni a strascico, non gli risulta che molte altre persone andate ad Arcore per motivi politici o professionali siano mai state intercettate, ma solo quelle correlate all’inchiesta. Domanda di Santoro a Belpietro sulla telefonata in questura: Belpietro fa notare che ci sono molte contraddizioni nelle varie intercettazioni, non nega la sostanza della telefonata ma nega che ci sia la concussione.

Travaglio ricorda che il pm Fiorillo ha detto di trattenerla o di affidarla ad una comunità invece la si è affidata alla Minetti che la consegna mezz’ora dopo nelle braccia di una ragazza di facili costumi. Zucconi paventa i dati che rimangono e fanno il giro del mondo: il bunga bunga, la violazione oggettiva commessa telefonando in questura (“Ve lo immaginate Obama che telefona?”), la costante presenza in casa del Premier di un variegato sottobosco di persone che vivono ai limiti della legalità, o addirittura nell’illegalità conclamata. Da ultimo – e non meno importante – il fatto che il popolo e la nazione non reagiscano.

La Santanchè aggredisce sostenendo che la brutta immagine del mondo è colpa dei magistrati e dei giornali che sbattono in prima pagine intercettazioni non valutate dal giudice. Ad essere onesti, Zucconi e persino Travaglio cercano di stare sul merito, mentre la Santanchè deborda continuamente nella propaganda, sviando spesso il discorso e cercando di spostare pure su Fini. Più attento Belpietro, che offre sostanziali motivi di riflessione sulla concussione. Pensiero personale di Yoda: Giovanni Testori diceva che le forma è anche sostanza… ricordate la foto di Berlusconi all’aereoporto di Linate dove era andato per incontrare il figlio di una vittima del terrorista Battisti insieme alla Santanchè?

Lui tutto in nero con un giubbone nero (forse un regalo di Putin) e stivaletti neri, lei in pelle nera, con chiodo nero ad amplissimi revers, stivaloni di pelle nera sopra il ginocchio: l’immagine complessiva ha colpito molti. Perché le due figure sembravano illustrazioni di un fumetto degli anni sessanta, il tutto sembrava far parte delle prime puntate di Star Trek. Ahimè, perfettamente in linea con lo stile iconografico e maschilista del “bunga-bunga”. Ruotolo intervista la Macrì, escort che dichiara di essere stata in Sardegna mentre la Santanchè sostiene che tutti dicono che la Macrì è una pazza paranoica con la fissa di incastrare Berlusconi.

La Santanchè comunque disturba tutto il tempo, interrompe la De Gregorio che con infinita calma cerca di argomentare ma non ci riesce. Alessia Piracchione, sindacalista e poliziotto, ricorda che la telefonata in questura è stata comunque una violazione della prassi. Inoltre denuncia il fatto che uomini delle scorte devono spesso riaccompagnare a casa ospiti varie. La Santanchè continua a disturbare. E quand’anche avesse delle ragioni, riesce a passare dalla parte del torto. Si continua con la testimone A, che descrive il “puttanaio”, poi si fa sentire la telefonata tra Lele Mora e Fede che contrattano il prestito nel quale Fede si trattiene 400.000 euro… Battista giustamente si domanda come mai sia vietato non credere che Berlusconi distribuisca tutti questo soldi per bontà e piet e sostiene che sarà pure ammesso poter dissentire e avere qualche dubbio in proposito. Ma la Santanchè continua a disturbare.

Travaglio, contrariamente al suo solito, smonta punto per punto tutte le obiezioni della Santanchè, questa volta con molta calma, precisione e attente sottolineature giuridiche. Finisce con il carico da 11, citando quanto disse Berlusconi due anni fa presentando la legge sulla prostituzione decantando l’inasprimento delle pene proprio per la prostituzione minorile, che poi non vennero approvate. La Santanchè reagisce con aggressioni verbali e con un armamentario oggettivamente stucchevole sulle trasmissioni faziose.

Finisce la sua testimonianza la Macrì con affermazioni pesantissime sul fatto di aver passato una sera ad Arcore facendo anche sesso insieme con il Presidente e la stessa Ruby. Affermazioni che solo oggi sarebbero state valutate dai magistrati, Belpietro cerca di smontare, ma sembra accusare il colpo. Si finisce con Vauro, che dato l’argomento vola basso da par suo. E la Santanchè – offesissima – si alza e esce poco prima dei titoli di coda. Conclusione: come ci si poteva immaginare la redazione ha fatto ascoltare le intercettazioni più crude, la Santanchè ha disturbato tutto il tempo, rivolgendosi scientemente al nocciolo duro dell’elettorato forzista.

Come al solito non s’è capito granché, si è rimasti certamente stupiti dalla crudezza delle intercettazioni, s’è comunque capito che abitualmente nelle ville del Presidente sono entrati e usciti continuamente senza particolari controlli lenoni, attricette disposte a tutto e molte ragazze di facili costumi.

S’è anche capito che mentre a sinistra (come quando hai buone carte a poker) De Gregorio, Zucconi e persino Travaglio, si sono giocati la partita Santoriana con un certo understatement, la Santanchè è andata quasi sempre fuori dalle righe. Addirittura smentita nelle sue granitiche certezze dal cardinale Bertone, che nel tg 2 andato in onda immediatamente dopo ha affermato: “La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni". "La Chiesa – ha esortato ancora il segretario di Stato vaticano – spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità". Amen!!!







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