Lavare a freddo in lavatrice. E’ questo il consiglio che l’Associazione internazionale per saponi, detersivi e prodotti per la manutenzione, di cui fa parte anche P&G, sta lanciando in questi giorni a protezione dell’ambiente. Come fa sapere Politico attraverso il proprio sito online, in media in Europa il 60 per cento del carbonio da lavanderia proviene in particolare dal riscaldamento dell’acqua durante la fase di lavaggio nelle lavatrici.
Numeri importanti che hanno quindi indotto l’Associazione di cui sopra a mandare un messaggio importante, invitando le persone a non utilizzare più il “riscaldamento” in fase di lavaggio. La lavatrice non prende direttamente l’acqua calda, ma riscalda quella fredda, e in questo processo emette appunto una grande quantità di carbonio che va ad avere un impatto significativo sull’ambiente. “Il lavaggio a temperature più basse – scriver a riguardo Politico – è un fattore chiave per migliorare il profilo di sostenibilità generale del processo di lavanderia”, stando a degli studi effettuati dall’Associazione internazionale per saponi, detersivi e prodotti per la manutenzione.
LAVARE A FREDDO, IL CONSIGLIO DELL’ASSOCIAZIONE DI DETERSIVI: ECCO QUANTO CO2 SI POTREBBE RISPARMIARE
Ad esempio, fare il bucato a venti gradi causa un’emissione di CO2 fino ad un terzo in meno rispetto a se si lava a 60 gradi. Se in tutta Europa i consumatori dovessero adottare questa pratica, si potrebbero risparmiare fino a 3,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di circa 2 milioni di automobili tolte dalla circolazione. Tra l’altro il lavaggio a temperature fredde è positivo anche per i vestiti, visto che, sempre da studi, lavare un capo a 20 gradi permette allo stesso di durare fino a quattro volte di più rispetto ad un ciclo da 40 gradi.
“È fondamentale – conclude Politico – che le normative emergenti nell’ambito del Green Deal consentano l’innovazione, considerando ciò che conta per la sostenibilità in questo settore”. Vedremo se questo messaggio sarà recepito o meno dai consumatori: la sensazione è che non sarà facile cambiare le radicate abitudini relative al lavaggio, soprattutto in Italia, dove storicamente si lava a caldo, a meno che non si tratti di capi delicati.