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Home » Lavoro » LAVORO AUTONOMO/ La proposta di legge per migliorare il welfare

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LAVORO AUTONOMO/ La proposta di legge per migliorare il welfare

Daniel Zanda
Pubblicato 9 Gennaio 2025
Foto di Alexis León da Pixabay

Foto di Alexis León da Pixabay

Dal Cnel arriva una proposta di legge per migliorare le tutele di welfare per i professionisti iscritti alla Gestione separata Inps

Prima della fine del 2024 è stata approvata dalla Consulta per il lavoro autonomo e le professioni del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) una proposta di legge con l’obiettivo di consolidare le tutele di welfare per la categoria dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps: una categoria di lavoratori in rapida crescita in termini di occupati, per i quali, tuttavia, non esiste ancora un adeguato sistema di protezione sociale.


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Negli ultimi anni il legislatore è intervenuto per alleviare tale grave mancanza apportando alcune estensioni alle prestazioni previste e adeguandone i relativi trattamenti economici. A questi interventi legislativi si è aggiunta l’istituzione dell’Iscro, l’Indennità straordinaria di continuità reddituale operativa dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps che interviene in caso di contrazione dell’attività lavorativa, introdotta in via sperimentale con Legge di bilancio per il 2021 e resa poi strutturale con Legge di bilancio per l’anno 2024.


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Nonostante questi apprezzabili interventi correttivi, manca ancora una reale equiparazione di questa categoria di lavoratori ai livelli di tutela che l’ordinamento riconosce in favore dei lavoratori dipendenti e dei professionisti iscritti alle casse previdenziali private.

Lo scopo non è quello di prevedere identiche misure per platee eterogenee, ma garantire la copertura ai medesimi rischi sociali distinguendo misure e condizioni di accesso. Per fare un esempio, entrando così nel merito della proposta di legge, l’articolo 2 prevede che per i congedi parentali si innalzi l’indennità all’80% del reddito da lavoro (equiparando in questo caso quanto è previsto per il lavoro dipendente), ma allo stesso tempo si prevede l’esclusione dell’obbligo di astensione dell’attività lavorativa, così come già previsto per la maternità obbligatoria delle libere professioniste, per poter beneficiare del congedo: mantenere viceversa quest’obbligo sarebbe un forte danno, sia perché limiterebbe la possibilità dei lavoratori autonomi di beneficiare dell’indennità oltre a un’oggettiva difficoltà nella verifica del rispetto di questo requisito. Questo vuol dire prendere un bisogno sociale (il congedo parentale) e alla luce della specificità della platea dei lavoratori autonomi cogliere gli elementi di equiparazione con il lavoro dipendente (innalzamento dell’indennità), ma dall’altro evidenziarne i distinguo alla luce della specificità della professione autonoma (eliminando nel caso specifico l’obbligo di astensione dall’attività lavorativa).


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Possiamo sintetizzare che si punta a correggere la normativa di riferimento per talune prestazioni di welfare oggi vigenti, estendendo la platea dei beneficiari, la durata del trattamento o prevedendo importi minimi delle relative indennità. Un’ulteriore prestazione contenuta nella proposta di legge prevede l’introduzione di un importo minimo per l’indennità di maternità cui hanno diritto le lavoratrici autonome professioniste iscritte alla Gestione separata, individuando tale importo nel 150% dell’importo mensile dell’assegno sociale. Sicuramente l’intervento non risolve tutti i problemi delle lavoratrici autonome in materia, ma offre un paracadute economico importante.

Per quanto riguarda l’indennità di malattia, viene aumentato il periodo di riconoscimento, passando da 60 a 90 giornate; così anche l’importo per la stessa indennità e per quella prevista per la degenza ospedaliera è incrementata del trenta per cento.

La proposta di legge interviene anche in materia di Iscro. Tra i correttivi proposti, si elimina il requisito dell’iscrizione esplicita alla Gestione separata: si tratta di un problema di carattere meramente formale, poiché molti lavoratori autonomi versano regolarmente i contributi alla Gestione separata pur non avendo formalizzato l’iscrizione. I monitoraggi effettuati sull’utilizzo dell’Iscro hanno messo in luce come delle 5.539 domande respinte oltre la metà (per la precisione 3.263) lo sono state a causa della mancata formalizzazione dell’iscrizione alla Gestione separata pur in presenza dei versamenti contributivi. Pertanto, si chiarisce che ai fini del riconoscimento dell’Iscro la mancata formalizzazione dell’iscrizione alla Gestione separata, in caso di regolarità nel versamento dei contributi, non costituisca criterio di reiezione della domanda di indennità.

Inoltre, sempre in tema di Iscro, si corregge la disciplina vigente in tema di requisiti di accesso al beneficio, rendendolo più agevole per coloro che sono iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie senza effettivamente svolgere attività economiche che implichino la contribuzione, e dunque senza usufruire, di fatto, di eventuali benefici. Proprio per questa ragione, collegato alla disposizione precedente, un ulteriore intervento previsto dalla proposta di legge esclude che l’Iscro possa essere cumulata con altri trattamenti indennitari erogati con la medesima finalità da altre forme di previdenza obbligatoria.

Infine, si prevede l’istituzione di un autonomo fondo per il welfare dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps, nel quale far confluire le risorse derivanti dal versamento delle aliquote aggiuntive a cui tali lavoratori sono tenuti per il finanziamento delle prestazioni sociali e dal quale verranno attinte le risorse per le relative prestazioni.

Questa scelta è volta a rendere autonoma e più trasparente la gestione delle prestazioni di welfare per questa categoria di lavoratori, anche al fine di poter valutare, in prospettiva, l’andamento del fondo stesso e gli eventuali accorgimenti in termini di contribuzione e prestazioni, nell’obiettivo della massimizzazione delle tutele e dell’equilibrio del fondo stesso. A oggi il rendiconto della Gestione separata Inps per la componente welfare è fortemente in attivo, a conferma che a fronte di una contribuzione dedicata che è cresciuta nel tempo, non si è pervenuti a prestazioni corrispondenti, né in termini di estensione, né in termini di effettivo valore economico.

Questa è un strada che come FeLSA Cisl e l’associazione vIVAce che rappresenta proprio il variegato mondo dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps vogliamo percorrere, al fine di affermare che anche le lavoratrici e i lavoratori autonomi hanno i medesimi bisogni sociali di tutti gli altri lavoratori e necessitano di interventi dedicati che rispondano alle loro specificità professionali. Pertanto, oltre al nostro lavoro portato avanti in sede di Consulta per il lavoro autonomo e le professioni del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro per elaborare questa proposta di legge, ci adopereremo affinché l’iter parlamentare sia rapido e porti velocemente all’approvazione questa norma.

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Tags: CislInps

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