Si avvicina (finalmente) il 26 maggio, giorno delle elezioni “europee”, ma anche, inevitabilmente, del “giudizio” per il Governo del “cambiamento” giallo-verde e per le politiche messe in campo finora per, almeno secondo la maggioranza parlamentare, il rilancio dell’economia e del lavoro nel paese. Dagli esiti del voto, infatti, si prospetteranno diversi 27 maggio, ma è un dato assodato che il giorno dopo le elezioni vi sarà un “aggiornamento” del contratto di governo e, magari, anche alcuni avvicendamenti dei responsabili nei dicasteri meno “performanti”.
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Si partirà, inevitabilmente, da una riflessione critica su quanto l’esecutivo Conte-Salvini ha realizzato finora. Una delle misure “chiave” dell’operato di Governo è certamente il tanto discusso reddito di cittadinanza. L’intervento al primo maggio ha visto la presentazione di ben 1.016.977 domande. La Campania, in questa speciale classifica, è la regione che ha fatto registrare il maggior numero di richieste, 172.175, seguita dalla Sicilia, con 161.383. Superiori alle 90mila le richieste in Lazio, Puglia e Lombardia (rispettivamente 93.048, 90.008 e 90.296). Le regioni con il minor numero di domande di reddito di cittadinanza sono state invece, e comprensibilmente, la Valle D’Aosta (1.333), il Trentino-Alto Adige (3.695) e il Molise (6.388).
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Manca, tuttavia, a oggi un quadro complessivo della misura non essendo, ad esempio, ancora stati contrattualizzati (e selezionati) i mitologici 3000 “navigator” di Anpal che dovrebbero, nel disegno della riforma, accompagnare i destinatari del reddito, nonché i loro familiari, in percorsi di reinserimento “attivo” nel mercato del lavoro e, si auspica, fuori dalle sabbie della povertà.
Aspettando la notte elettorale non mancano già alcune proposte di revisione e aggiornamento della misura. Certamente rilevante è quella messa in campo dal Presidente, in quota 5 stelle, dell’Inps Pasquale Tridco. In una recente intervista, infatti, il già ministro del lavoro “in pectore” di un eventuale Governo Di Maio ha sostenuto che l’istituto da lui guidato è già pronto ad allargare il reddito di cittadinanza anche a chi ha perso da poco il lavoro.
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Una bozza del provvedimento sembra essere da tempo stata predisposta e il professore spera possa essere discussa in Parlamento al più presto, forse già alla fine di questo mese elettorale. Nella nuova formulazione si immagina di poter addirittura “fotografare” il reddito concorrente e di permettere ai disoccupati in particolari situazioni, percettori di sussidio di disoccupazione o disoccupati da oltre 18 mesi, di accedere al reddito.
Le proposte, insomma, sono già sul tavolo, ma per iniziare un serio dibattito e immaginare una riscrittura della misura in senso espansivo si dovrà aspettare, inevitabilmente, la mattina del 27 maggio.
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