L’instant book Il ciuffo di Trump. Morte e rinascita dell’incubo delle élite (il Timone, 2024), spiega in modo chiaro e ben documentato perché un “villanzone” come il miliardario newyorchese abbia potuto tornare trionfalmente alla Casa Bianca. Di particolare interesse le tre interviste inedite raccolte alla fine del volume dall’autrice, la giornalista Costanza Cavalli, e rivolte al filosofo Marcello Pera, già presidente del Senato, al cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede e allo storico dell’economia Giulio Sapelli. Ecco i passaggi più interessanti.
Marcello Pera. Davvero dobbiamo pensare che la vittoria elettorale di Trump possa minacciare la democrazia americana? “Democrazia vuol dire libero voto del popolo”, risponde Pera. “Ma per tanti nostri commentatori vuol dire voto del popolo se il popolo vota come dicono loro. E siccome accade che il popolo talvolta vota di testa sua, allora il popolo è bue o vittima di raggiri o ignorante”. In realtà “la democrazia in America resiste ai cambiamenti di governo e per i suoi critici vale ciò che ha detto Joe Biden a Donald Trump: non puoi apprezzarla solo quando vinci”. Il filosofo spera che il presidente eletto “metta fine alla guerra in Ucraina e riponga il sogno insensato di vincere la Russia sul campo, di umiliarla, di ridurla a piccola potenza”; questo per evitare che “cada nelle braccia della Cina”. Certo non possiamo ignorare che “Putin esiste e ha torto marcio quando invade, ma ha le sue ragioni ed esigenze quando chiede che il suo Paese sia rispettato”.
A cosa è dovuta la vittoria del miliardario? Nasce “dalla delusione. Se la gente ti chiede il pane”, non puoi rispondere che “è bello il gender” o che “è piena d’amore la gestazione per altri”, perché “quella stessa gente ti trova non sintonizzato sui suoi bisogni e ti volta le spalle”. Il rapporto con Musk? “È un capitolo tutto da scrivere”. Pera non è sicuro che “andranno sempre d’accordo”. Anche se, “intendendo Trump come lo Stato e Musk come la tecnologia, l’uno avrà bisogno dell’altro. Il punto di equilibrio si troverà di volta in volta, non credo sempre”. Riuscirà Trump a governare un Paese così complesso? “Ce la farà se sarà bravo, duttile, non dogmatico, non ideologico”. L’Europa deve temere? Le scelte di politica estera del tycoon ci costringeranno ad essere “più responsabili e artefici del nostro futuro”, anche perché “gli americani non si possono più permettere il lusso della nostra difesa, ora che hanno il fronte caldo cinese da fronteggiare”. E la delicata questione dell’imposizione dei dazi? “Nella guerra dei dazi alla fine perde anche il vincitore, confido che si troveranno soluzioni”.
Gerhard Ludwig Müller. Trump è una minaccia per la democrazia? Risponde il cardinale: “La più grande minaccia per la democrazia in America – e in Europa – proviene dai sostenitori dell’ideologia woke eco-socialista”, perché “si spacciano per protettori della democrazia” quando in realtà danno corpo alle “descrizioni orwelliane di uno Stato totalitario” per mezzo di “metodi di manipolazione e controllo totale del pensiero, della parola, dei sentimenti”. L’ideologia woke è “un programma globale di distruzione di portata apocalittica”. Quanto ai sanguinosi conflitti in atto, “la spirale della violenza deve essere fermata”. Come? “Esiste solo il principio della definizione pacifica dei confini e della convivenza di buon vicinato tra i popoli”. Ma come giudica la dura posizione sull’immigrazione? “Il problema della povertà di massa nei Paesi del Sud non può essere risolto con un’immigrazione non regolamentata […] Si devono rispettare i principi di umanità” ma anche “di proporzionalità dei mezzi”. Quindi “devono essere trovare soluzioni ragionevoli, dignitose e a misura di famiglia”. Discorso ben diverso la “violazione diretta della dignità umana, come avviene con l’uccisione dei bambini e dei malati” e “la mutilazione del proprio corpo, chiamata eufemisticamente ‘riassegnazione di genere’”.
In Occidente “la catastrofe demografica può essere evitata” non “con lo sradicamento di milioni di persone dalla loro patria”, come avviene con l’emigrazione di massa, ma “solo con una grande offensiva a favore [della nascita] dei bambini”, in controtendenza rispetto a chi invece vuole “ridurre l’umanità a ogni costo con metodi transumanisti”, grazie al “presunto problema della sovrappopolazione del pianeta” causata, per costoro, da “masse di esseri umani inutili e dannosi per l’ambiente”. Cambia il compito della Chiesa con la rielezione di Trump? No. Per Müller “solo se la Chiesa riprenderà la guida morale della società attraverso l’annuncio del Vangelo e il buon esempio di pastori che vivono l’esempio di Gesù […] si potrà evitare […] la ‘Terza guerra mondiale a pezzi’ che”, in realtà, “è una guerra ideologica del diavolo contro l’uomo”.
Giulio Sapelli. In cosa consiste la rivoluzione di Trump? Per l’economista il primo mandato è stato una rivoluzione e “questo secondo mandato lo sarà ancora di più”, dal momento che il tycoon incarna “l’anticapitalismo di destra, che mira a difendere la classe media e quella operaia non con una politica socialista, ma nazionalista […] È il Make America great again”. Trump “riesce a rappresentare una destra tipicamente americana, trasversale”. Sarà mai sanabile la spaccatura che si è creata con il voto tra élite e cittadini, tra finanza e industria? Per Sapelli “le élite sono sempre più lontane dal popolo” e “i cittadini sempre più invasi dal risentimento”. E ci sarà anche il rallentamento della transizione ecologica, dal momento che il leader repubblicano “è stato votato dai lavoratori americani anche per mettere un freno a questo fanatismo ideologico” green. Infatti “le macchine elettriche vengono comprate solo dai ricchi, da quelli che non vivono nei condomini: è una sbornia che si è già esaurita da sola”.
Sul piano internazionale, la politica estera di Washington cambierà e sceglierà il disimpegno? L’economista è convinto che non ci saranno mutamenti radicali. “Gli Stati Uniti non possono rinunciare al loro compito, restano la nazione più forte al mondo, non solo militarmente”, afferma. Infatti, pur in “un mondo fatto da barriere protezioniste”, è questa l’idea di Trump, “lo scambio economico mondiale continuerà a essere dominato dal dollaro per almeno un secolo. Quelli che dicono che potrà essere sostituito dallo yuan [la moneta della Cina] raccontano favole”.
Il libro di Costanza Cavalli Il ciuffo di Trump. Morte e rinascita dell’incubo delle élite, viene presentato a Milano sabato 18 gennaio alle 16, a Palazzo Biandrà, sede della Banca Mediolanum, in via Santa Margherita 1. Protagonisti dell’incontro l’autrice, Mario Sechi direttore responsabile del quotidiano Libero e Andrew Spannaus analista e scrittore. Ingresso libero.
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