"Movimento Popolare. Materiali per una storia" di R. Casadei, R. Formigoni e G.F. Lucini ripercorre le vicissitudini di una originalissima realtà politica
Due fatti emblematici. Il 6 maggio 1976, e poi ancora l’11 e il 15 settembre dello stesso anno, 77 comuni dell’Alto Friuli sono colpiti da un rovinoso terremoto, che causa ingenti danni e più di un migliaio di vittime. Dopo le prime, devastanti scosse, arrivano sul posto centinaia di volontari da tutta Italia, tra cui i ragazzi e le ragazze di CL, soprattutto dallo stesso Friuli e dalla Lombardia, che si dedicano ai bambini con attività educative e ricreative: sino a fine estate si alternano in 2.500.
Passata la fase dell’emergenza, tutti i volontari (tutti!) se ne vanno – a cominciare dai militanti di formazioni extraparlamentari – tranne quei ragazzi, che rimangono per far compagnia ai pochi uomini rimasti nei paesi, dopo il grande esodo degli sfollati nelle località marine della costa.
Saranno lì per tutto il 1977, in particolare attivando una dozzina di campi estivi animati da 500 tra universitari, insegnanti e lavoratori.
Cambiamo scenario. Più o meno negli stessi anni si avvia con fatica, ma con estremo coraggio, l’esperienza della scuola libera “La Zolla”, in un contesto culturale e politico in cui domina in assoluto il totem della scuola statale, venerato anche da larga parte del mondo cattolico.
Memorabile il vittorioso ricorso davanti al Tar lombardo per ottenere l’annullamento di un provvedimento del Comune di Milano – a guida socialcomunista – che escludeva senza ragioni motivate la “Zolla” da sia pur esigui finanziamenti relativi al diritto allo studio.
Nel primo caso, il terremoto del Friuli, ci fu l’applicazione piena del principio di sussidiarietà in una situazione d’emergenza; nel secondo caso, il sostegno alla “Zolla”, prende corpo la battaglia per la libertà di educazione, contro l’affermarsi di una visione totalizzante radical-marxista.
Due esempi in cui emerge la novità di “una rete di cristiani impegnati in una presenza civile e pubblica che nell’Italia degli anni di piombo e del compromesso storico” rilanciava quel “protagonismo dei cattolici” sulla scena nazionale che si era affermato a cavallo tra XIX e XX secolo. Tale realtà, dopo un periodo di preparazione, nasce ufficialmente a Milano a dicembre del 1975 come qualcosa di imprevisto e inatteso dai “maestri del pensiero” ecclesiali e laici, coinvolgendo decine di intellettuali di area cattolica e non solo, politici Dc, sindacalisti e gente comune di ogni estrazione.

Darà vita in pochi anni a centinaia di opere sociali in tutti i campi e in tutto il Paese. Si chiama Movimento Popolare e in quasi vent’anni segnerà la storia del Paese in un momento delicato di transizione, spostando voti e contribuendo all’elezione di un numero considerevole di consiglieri comunali e regionali, assessori, sindaci, deputati, alle elezioni amministrative, politiche ed europee. Una vera rivoluzione dal basso.
MP viene sciolto dopo quasi vent’anni, nel 1993, ma molti che vi avevano aderito continueranno a portare avanti il loro impegno nelle istituzioni democratiche a vari livelli.
Tra le opere suscitate dal Movimento Popolare ricordiamo il Meeting di Rimini, giunto alla 46esima edizione, la kermesse politico-culturale estiva più importante d’Europa, il settimanale Il Sabato, voce libera e anticonformista nel piatto panorama editoriale nostrano, la presenza nelle università dei Cattolici Popolari, la Compagnia delle Opere.
A raccontare cosa ha rappresentato il Movimento Popolare in un ventennio di vita pubblica italiana, ci hanno pensato tre protagonisti di quella straordinaria stagione: il giornalista e scrittore Rodolfo Casadei, il governatore della Lombardia per quattro legislature e parlamentare italiano ed europeo Roberto Formigoni e il docente, consigliere comunale a Milano, e attuale presidente di Europa Civiltà, Gian Franco Lucini.
Hanno firmato, arricchito da un’accurata documentazione e da numerose testimonianze, il libro Movimento Popolare. Materiali per una storia (Cantagalli, 2025).
Una miniera di fatti, informazioni e giudizi. Pagine che non si limitano a descrivere le origini e lo svolgimento di un fenomeno unico nel suo genere e che andrebbe studiato con attenzione perché ha ancora molto da insegnarci, ma ricostruiscono con precisione il non facile contesto storico del tempo.
MP ebbe molti nemici, a partire dai cattocomunisti, che non accettavano che ci fosse un movimento di credenti non subalterno al PCI, fino agli extraparlamentari di sinistra, ma anche di destra, che sferrarono decine di attacchi alle sedi della neonata formazione.
Per la prima volta, cinquant’anni dopo la nascita di MP, chi lo ha vissuto in prima linea racconta le idee e le storie che ne sono all’origine, sia per non lasciare nell’oblio ciò che è accaduto, sia per discutere e confrontarsi sull’attualità di quel modello di partecipazione attiva dei cattolici nella vita pubblica italiana. Può essere riproposto oggi, a più di trent’anni dal suo abbandono?
Nel libro prendono la parola figure di rilievo come Francesco Botturi, Rocco Buttiglione, Giancarlo Cesana, Robi Ronza, Giorgio Vittadini e tanti altri. Grazie al loro contributo, a documenti significativi e a interventi originali dai territori (da Chiavari in Liguria fino a Catania, passando per Torino, Padova, Cesena, Rimini, Pesaro e Roma), esemplificativi di esperienze diffuse ovunque nel Paese, emerge in tutto il suo spessore un periodo di grandi ideali affermati con decisione in mezzo a forti tensioni sociali.
Per Formigoni, presidente nazionale del Movimento Popolare dalla fondazione fino al 1987, “si trattava di far emergere nella società italiana la rilevanza culturale, sociale e politica dell’avvenimento cristiano […] chiamando il più possibile i cattolici a risvegliarsi e a realizzare una presenza unitaria”.
Un’urgenza che non si è persa, anzi. Perché siamo passati da un’epoca storica “estremamente travagliata sotto vari punti di vista”, a uno scenario in cui più che un’ideologia disumana che vuole imporsi sembra prevalere la perdita tout court dell’umano.
In una intervista a Robi Ronza della fine del 1975 – proprio nei giorni in cui nasce MP – don Luigi Giussani precisava che “una comunità cristiana autentica vive in costante rapporto con il resto degli uomini, di cui condivide totalmente i bisogni e insieme coi quali sente i problemi”. Ma “per la profonda esperienza fraterna che in essa si sviluppa, la comunità cristiana non può non tendere ad avere una sua idea e un suo metodo di affronto dei problemi comuni, sia pratici che teorici, da offrire come sua specifica collaborazione a tutto il resto della società in cui è situata”. Abbiamo ancora la coscienza di questo?
“Movimento Popolare. Materiali per una storia” sarà disponibile nella Libreria del Meeting dal 22 agosto.
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