A Firenze si conclude LibrAperto, organizzata da Diesse per scuole dell’infanzia e primarie: i testi letti a voce alta sono occasioni per aprirsi al mondo
Oggi è il giorno della presentazione dei percorsi didattici sperimentati nelle scuole dell’infanzia e primarie. Ma l’incontro finale della XIV edizione di LibrAperto a Firenze, spiega Enrichetta Corazza, insegnante di scuola primaria, membro del Comitato didattico di LibrAperto, è solo l’ultima tappa di un lavoro che, partendo dalla lettura a voce alta di testi, ha cercato di raggiungere il cuore dei più piccoli, affascinati dall’incontro con i personaggi della narrazione.
Un’attività che si è svolta durante l’anno nelle scuole di sei regioni diverse, dalla Lombardia alla Basilicata, che ora mettono a confronto il loro lavoro e che è valsa ai docenti (64 in tutto) anche come corso di formazione. Un’esperienza frutto di una compagnia di insegnanti, quelli di Diesse Firenze e Toscana, che quest’anno ha scelto come autore di riferimento Silvia Vecchini con il tema Custodire il cuore dei bambini.
Da dove nasce l’esperienza di LibrAperto e come si è sviluppata nel tempo?
L’esperienza di LibrAperto è nata da un gruppo di maestre, che avevano sentito leggere brani di libri e poesie da don Giussani, proposti come un sentiero per crescere in umanità, nella ricerca del significato della propria vita. Abbiamo iniziato a incontrarci per aiutarci nel lavoro quotidiano di maestre di scuole e classi diverse e, alla fine, su invito degli amici dei Colloqui Fiorentini, e desiderando che nella scuola primaria potesse esistere una proposta come la loro, abbiamo iniziato LibrAperto. Tutto gira intorno alla parola “incontro”: la lettura è un incontro con i personaggi del libro e la loro esperienza, che apre all’incontro con l’autore, di anno in anno scelto in base al criterio della possibilità di sentire parlare al nostro cuore e a quello dei nostri alunni.
Su cosa vi siete orientati quest’anno?
Abbiamo lavorato su Custodire il cuore dei bambini, incontrando la poliedrica scrittrice Silvia Vecchini, nella sua ampia produzione di albi, poesie, racconti, saggi. Nella proposta di LibrAperto ci sono due incontri iniziali con gli esperti, da cui poi ogni insegnante prende le mosse per verificare il nesso tra lettura e vita, attraverso un’immedesimazione e un confronto. È quindi il luogo di un rapporto, in cui si incontrano insegnante, che dona e accoglie, e alunno, che accoglie e a sua volta dona.
Qual è l’importanza della lettura a voce alta e della drammatizzazione della lettura?
La lettura ad alta voce permette di instaurare tra il bambino e l’adulto uno spazio caldo di condivisione di narrazioni ricche di emozioni, di scoperte, di bellezza, che lo aiuterà a sviluppare “attaccamento sicuro” e “fiducia di base”. Queste esperienze relazionali permetteranno al bambino, prima, e all’adolescente, poi, di sviluppare la propria interiorità, di crescere fiducioso nelle proprie capacità e di aprirsi al mondo. Inoltre, l’ascolto della lettura ad alta voce migliora la comprensione del testo in termini di potenzialità: l’esperienza dell’immedesimazione nelle suggestioni offerte dai testi attraverso l’ascolto, i dialoghi, i disegni e le drammatizzazioni apre e facilita il riconoscere, leggere e intuire i significati offerti da altre espressioni culturali, che siano testi (anche di generi diversi), osservazioni naturalistiche o artistiche, ma anche stati d’animo delle persone con cui si entra in relazione.
Che riscontri avete avuto con i ragazzi di questo lavoro?
Abbiamo sperimentato l’importanza che la lettura ad alta voce sia seguita da un tempo di dialogo e di confronto tra i bambini e da uno spazio con proposte di rielaborazione delle suggestioni e dei giudizi emersi, perché i bambini ne facciano esperienza, attraverso l’elaborazione di un confronto, e interiorizzino un giudizio personale che diventerà conoscenza di sé e degli altri.
L’esperienza che proponete è un corso di formazione per i docenti: come li sta aiutando a fare lezione e a entrare in contatto con gli alunni?
Il frutto del percorso di LibrAperto nasce dalla condivisione della passione educativa tra noi insegnanti. Quest’anno, con Custodire il cuore dei bambini, leggendo le opere di Silvia Vecchini, abbiamo verificato che accompagnare come insegnanti la crescita degli alunni è imprescindibile dal guardare alla loro dimensione interiore. Con questo corso ci stiamo testimoniando che il cuore urge di essere preso completamente sul serio nella dimensione spirituale, che non va censurata ma assolutamente riconosciuta, e che in questo modo ogni giorno scopriamo un punto di novità da vivere nel rapporto con i bambini, tra di noi e con i genitori. Silvia Vecchini tocca molteplici temi, come il nascere, il cercare il mistero nascosto nelle cose, il conoscersi, il tempo, la morte, la bellezza, e li intercetta con estrema delicatezza, proponendo negli albi, nelle poesie e nei racconti delle umanità piene, desiderabili.
Un corso che “serve” anche ai bambini?
Il corso ci sta aiutando ad ascoltare i pensieri e le domande dei nostri bambini nel momento in cui emergono, e a creare spazi di scuola connotati dal dialogo, dal racconto di sé, liberi dalla preoccupazione della valutazione delle competenze o dei traguardi raggiunti, in cui i bambini, piano piano, imparino a confrontarsi, a dialogare e a scoprire sé in relazione agli altri, per “sbocciare” e crescere. L’aprire all’interno della vita scolastica attività e narrazioni legate alla dimensione interiore è occasione per scoprire quella sorgente zampillante, quel cuore di cui Silvia Vecchini racconta approfonditamente nel suo saggio Una frescura al centro del petto, che abbiamo tenuto come testo di riferimento. Le dimensioni dello stupore e della meraviglia, di fronte, per esempio, al creato sono state abilitate anche nella nostra esperienza a strumenti di conoscenza di sé stessi e del reale. Il percorso si è dilatato poi nel “prendersi cura del cuore” in senso ampio: quello dei bambini, delle colleghe, fino a quello dei genitori, del quartiere-paesino in cui si vive, generando uno sguardo nuovo in noi e negli altri.
Cosa aggiunge e come si sviluppa invece l’incontro con l’autore? In particolare, cosa vi ha dato l’incontro con l’autore di quest’anno?
Incontrare “personalmente” Silvia, dopo averla incontrata attraversando le sue opere, è una carezza al cuore. Incontri “un’amica” di vecchia data! Ti riconosci in lei quando tocca la verità del tuo essere persona. Per cui nasce un sentimento di gratitudine perché ti accompagna, recuperando il suo e tuo stesso “essere stata bambina”, nel senso di quella semplicità del cuore che punta all’essenziale, al vero che cerca l’infinito. Questo aiuta noi insegnanti a riconoscere la verità del cuore nostro e degli allievi: siamo fatti dell’esigenza di significato, di bene, di bello, di giusto, di perdono, e queste stesse esigenze le si incontra attraverso i suoi personaggi, di cui lei spesso racconta a partire da esperienze vissute in prima persona. Conoscere in particolare gli albi attraverso di lei ha dilatato la profondità di lavoro con i bambini, entrando in una dimensione in cui è affiorata la stoffa di cui è fatto l’uomo.
Quanto è importante il confronto tra le varie esperienze didattiche, tra i docenti e qual è il tenore delle attività e dei testi di quest’anno?
Il confronto è stato vitale per noi insegnanti e sarà occasione preziosissima quello di oggi, sabato 10 maggio, a Firenze, come restituzione in presenza a conclusione del percorso fatto. È commovente vedere la varietà delle forme prese dalle diverse esperienze vissute, un ricco patrimonio culturale, dove l’insegnante, attraverso la lettura, dice di sé stesso e fa un’autentica proposta di crescita per i bambini e per sé, dove il mondo si rivela come bellezza e suscita fascino e stupore. La lettura è un luogo di crescita, come un viaggio in cui, alla fine, si torna a guardare il mondo con occhi diversi.
(Marco Tedesco)
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