Regalato ai bambini di una scuola libro di Veltroni che affronta temi LGBTQ. Nella vicenda non sono rispettati alunni, famiglie e Costituzione
Sul recente episodio del libro di Walter Veltroni regalato dal sindaco ai bambini di una scuola primaria di Buccinasco (Milano), alcuni genitori della scuola si sono sentiti non tutelati nelle loro prerogative educative poiché nel testo sono stati rinvenuti risvolti di propaganda LGBTQ.
Per la precisione il testo incriminato è il racconto n. 3 del libro, accostato al rispettivo articolo della Costituzione che inizia recitando così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Il racconto (rivolto a ragazzini di 10 anni) può essere diviso in due parti. Una parte riguarda la descrizione dettagliata del turbamento sentimentale di una ragazza di scuola superiore alle prese con effusioni di tipo omosessuale. La seconda parte descrive un gesto di violenza verso la ragazza da parte di un adulto, che le rivolge degli schiaffi mentre si bacia con la compagna: si tratta di un gesto che suscita la giusta condanna del lettore senza esitazioni.
La manipolazione del lettore è evidente su più piani, a maggior ragione se si tiene presente che i destinatari del racconto sono un ragazzino e una ragazzina appunto di 10 anni.
In primis c’è il tema dell’educazione all’affettività. Questo non rientra in alcun modo nei piani di educazione civica promossi dal ministero dell’Istruzione e non rientra in nessun modo nell’autonomia didattica. È un tema sensibile che laddove si ispiri a fonti non largamente condivise (come, ad esempio, sono i grandi romanzi della letteratura, e in cima a tutti I promessi sposi), richiedono un vaglio molto attento perché c’è una sovrapposizione con le prerogative educative dei genitori.
È molto grave – come hanno fatto i partiti che sostengono questa amministrazione – invocare l’autonomia didattica su temi sensibili nei quali è largamente condiviso che vada richiesto un consenso informato diretto da parte dei genitori.
Farlo – ovvero invocare l’autonomia didattica per escludere i genitori su temi a loro riservati – è inevitabilmente un indicatore di un vizio ideologico e chi se ne macchia deve rendere conto di questo. C’è poi una grave manipolazione della Costituzione in questo racconto (come purtroppo anche in altri racconti del libro).
Infatti, gli ostacoli oggetto dell’articolo 3, ovvero quelli “di ordine economico e sociale” che la Repubblica si impegna a rimuovere per tutti i cittadini senza distinzione, vengono qui identificati con il crimine molto grave di violenza (gli schiaffi) con l’aggravante dei motivi abietti (le effusioni sessuali in pubblico che suscitano disapprovazione e disgusto nell’aggressore per la loro forma omosessuale). Il tutto con l’ulteriore aggravante che la violenza viene commessa contro una persona di giovane età di sesso femminile, da parte di un uomo adulto, particolare che conferisce all’episodio la curvatura della violenza di genere.
Ora questo tipo di reato e, a maggior ragione, la violenza di genere, non è l’oggetto dell’articolo 3 della nostra Costituzione. È utile sapere che la violenza, un reato evidentemente ripugnante e da perseguire ad ogni costo, nella Costituzione non viene mai condannata in modo esplicito. Il motivo è presto detto: nell’articolo precedente, il n. 2, la Repubblica “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” e in questo il diritto costituzionale ha sempre trovato il fondamento di ogni legge penale incluso il contrasto alla violenza, di ogni tipo essa sia.
Come si vede l’analisi di questo testo è semplice e complessa allo stesso tempo. È semplice perché lo sono gli articoli della Costituzione, oggettivamente anche per questo “la più bella del mondo”.
È complessa perché, quando un politico di esperienza come Walter Veltroni si mette ad inquinare la mente dei bambini, serve molto lavoro e molta concentrazione per fare riemergere la luce (giacché per questo fu scritta, la Costituzione). Peccato che il sindaco e l’assessore Villa non si siano accorti di niente – e non vedano nulla di male anche dopo – mentre si apprestavano a fare tutto ciò.
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