Dentro la notizia, su Canale 5, si concentra sul giallo di Liliana Resinovich con una lunga intervista a Sebastiano Visintin: le sue parole
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è stato ospite ieri negli studi di Dentro la notizia, talk di Canale 5, per parlare dell’omicidio della moglie di cui – ricordiamo – è l’unico indagato. Sebastiano è apparso piuttosto sicuro di se ed ha esordito così: “Da come è stata presentata la cosa… arrestatemi – commenta provocatoriamente – io ti dico sinceramente che con la scomparsa di mia moglie non ho niente a che fare, sono qui tranquillo sereno e a disposizione per ciò che posso rispondere”. Gianluigi Nuzzi gli chiede se è un altro Sebastiano e l’ospite ha replicato: “Io sono indagato per omicidio, un avviso di garanzia nei miei confronto per aver ucciso mia moglie e da quel momento ho detto basta, è ora di finirla, e ora andremo avanti”.
Il marito di Liliana Resinovich è quindi intenzionato a lottare per dimostrare la sua innocenza: “Mi dà tanta energia essere indagato? Certo, io continuerò sulla mia strada per quelle che sono le mie possibilità, sono a disposizione degli inquirenti, ho i miei consulenti e i miei avvocati e quindi sono sereno e tranquillo”. Gianluigi Nuzzi ha quindi incalzato Sebastiano sui famosi dati della GoPro cancellati il 13 giugno alle ore 23:37, lo stesso giorno in cui è stata diffusa la notizia del giudice in merito agli accertamenti sulla stessa macchina fotografica.
“Sebastiano dice che è tutta una cosa casuale – replica l’ospite – che quel giorno abbia il giudice dato disposizione di controllare la GoPro. Tutti i telefoni, la GoPro… erano a disposizione degli inquirenti, se la volevano controllare e visionare… le memorie le usava per le macchine fotografiche, le stesse. Come funziona? Un fotoreporter fa il suo servizio, fa un matrimonio e dopo di che le schede, le micromemorie, le scarichi nel computer, poi le metti nell’hard disk le elabori, le cancelli e poi le formatti. Quante volte si può formattare una scheda? Infinite volte, quante volte vuoi. Queste schede erano già state consegnate alla magistratura e già esaminate”. Poi precisa: “Ciò che viene messo sulle schede non è anche nella fotocamera, se salvi su una macchina fotografica metti i file nella sua memoria”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E IL TELEFONO REGALATO
Si è quindi discusso del famoso telefono che Sebastiano ha regalato ad un’amica youtuber, Paola Calabrese, un Samsung S21 appartenente al periodo prima e dopo la morte di Liliana Resinovich, ora oggetto di analisi da parte degli inquirenti: “Io questo telefono l’ho regalato a questa mia amica professoressa, insegnante alle superiori, mi ha detto che aveva sempre dei problemi col telefono, io avevo questo telefono che non usavo perchè avevo preso un modello successivo e gliel’ho dato”.
“In questi telefoni ci sono le mie cose, cosa vuoi che ci sia? Io pensavo l’avessero già controllato e visualizzato, comunque anche se tu cancelli e formatti quello che c’è dentro viene sempre tirato fuori. Con la nuova tecnologia oggi puoi farlo, assolutamente si può fare”. Ma Nuzzi non ci sta: “Ho parlato con l’ingegner Paolo Reale (cugino di Chiara Poggi e opinionista di Quarto Grado ndr) e mi ha detto che nel 99% dei casi è impossibile”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO SU CLAUDIO STERPIN
Sebastiano ha quindi continuato: “Pensa di avere tua moglie che non c’è più, la saluti e dopo di che sono passati 3 anni e 8 mesi e ancora non sappiamo cosa è successo. Salta fuori un signore che ti dice che era l’amante di tua moglie – dice riferendosi a Claudio Sterpin – che ti doveva lasciare e doveva andare a vivere con lui: io chiedo rispetto per mia moglie che non c’è più. Io a Claudio Sterpin non dico altro, se lui ha qualcosa da dire lo dica agli inquirenti, noi siamo pronti con i nostri avvocati, quando sarà il momento tireremo fuori i nostri assi, abbiamo determinate ricostruzioni, noi ci diciamo sempre ‘lasciamolo parlare’ prima o poi le cose verranno fuori”.
“Questi assi non riguardano Claudio – ha poi precisato Sebastiano – sono convinto che lui non abbia nulla a che fare con la morte di Liliana. Comunque non sappiamo ancora se sia un suicidio ne un omicidio, non ci sono elementi che portano da una parte o dall’altra, perciò il comportamento di questo signore è veramente…”. Poi ha ricordato le famose dichiarazioni “delle mani” di Claudio Sterpin: “Una giornalista gli aveva fatto una domanda, visto che lui era stato operato alla prostata ad 80 anni, e lui aveva risposto che con le mani si possono fare tante cose, ti sembra una cosa da dire? Questa è la mancanza di rispetto per mia moglie, è volgare ed è anche una mancanza di rispetto verso di me”.

LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E L’IPOTESI DELL’OMICIDIO
Poi ha proseguito: “Se mia moglie fosse stata uccisa cosa penserei del suo assassino? Non posso neanche immaginare che una persona come mia moglie, calma e tranquilla… ti dico quello che penso dentro. E’ passato tanto tempo, le cose sono maturate, io ho visto le trasmissioni, Youtube, non credo che Liliana possa essere stata uccisa, per quale motivo, cosa rappresentava, che pericolo dava?”.
“Comunque se emergesse un assassino proverei disprezzo assoluto, ha rovinato la mia vita, 32 anni vissuti assieme, i nostri viaggi, le nostre gite… Io sarò sempre ritenuto da metà del paese l’assassinio di Liliana? Lo so, io ho lavorato per 20 anni al Messaggero come fotoreporter, ne ho viste di queste cose e gente che non si è più ripresa, ma io sono sereno e tranquillo e non ho nessun problema ad identificarmi da una parte o dall’altra”.
LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DI ANNA MARIA CASALE
Da segnalare infine le parole di Anna Maria Casale, consulente di Sebastiano, che si è soffermato sui dispositivi sequestrati dicendo: “Tutti i dispositivi e i telefoni sono stati acquisiti dalle autorità ma il problema è che non sono state fatte le copie forensi, ma questo non può essere una colpa di Sebastiano, quei dispositivi a lui sono stati riconsegnati e lui aveva la facoltà di farne ciò che voleva”.
“Certamente è un caso quello della GoPro, era l’alibi? La polizia postale ha visionato quelle schede di memoria e i verbali coincidono con ciò che dice Sebastiano ma anche con le videocamere e con il minuzioso lavoro fatto dagli inquirenti”.
