Quarto Grado si è soffermato sul caso di Liliana Resinovich intervistato Sebastiano e Claudio sulla testimonianza dei sacchi neri
Il giallo nel giallo Liliana Resinovich, la nuova testimonianza di un pizzaiolo di Trieste secondo cui Liliana Resinovich sarebbe andata da lui chiedendogli due sacchi neri in due occasioni diverse. La collocazione temporale di questa vicenda non è ben chiara, visto che lo stesso testimone sembra a volte contraddirsi, ma ieri la questione è stata snocciolata da Quarto Grado, con le parole di Sebastiano Visintin, ospite in studio.
“Ti dico sinceramente che non stavo ascoltando le date – dice l’indagato rivolgendosi a Gianluigi Nuzzi – io ero curioso, terrorizzato da quello che voleva dirmi. A un certo punto mi ha detto che doveva dirmi qualcosa di importante di Lilli e ho pensato: cosa diavolo vorrà dirmi? Ho pensato alle cose peggiori, magari lui sapeva come fosse morta Liliana e sapeva delle cose. Perché l’ho registrato? Mi è venuto spontaneo, avevo il telefono in tasca… ma lui non se ne è accorto”.
Quindi ha precisato di essersi subito mosso con gli inquirenti: “Io sono andato già la domenica in questura ma mi hanno detto che gli uffici erano chiusi, ma per scrupolo sono andato. Sono andato quindi il lunedì, mi sono presentato e c’era un sacco di gente in questura, mi hanno fatto stare mezz’ora in attesa, poi una della mobile è venuta a prendermi, mi ha fatto sedere fuori dall’ufficio, ho aspettato un’ora, ho detto solo che dovevo consegnare la registrazione…” e alla fine non è riuscito a consegnare la registrazione.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E LA TESTIMONIANZA
Ma questa testimonianza va a vantaggio del marito di Liliana Resinovich? “Io ho fatto quello che dovevo fare, poi tutto il resto non mi interessa”, per poi aggiungere: “Col ristoratore siamo stati insieme 5 o 6 minuti, io l’ho ringraziato per le informazioni e poi se ne è andato. Io il regista occulto di queste testimonianze? Non si devono permettere, saranno gli inquirenti che parleranno con questo signore, perché ha parlato, a me non devono mettermi in mezzo”.
Quindi ha continuato: “Io avrei voluto fargli tante domande, come ad esempio il perché del tempo che ha aspettato a raccontare questa cosa e perché non è andato dagli inquirenti. Io ho sempre registrato le cose che mi sembravano strane e in quel momento mi sono spaventato, quando un signore viene a casa tua e ti dice che deve dirti qualcosa di importante”.
E ancora: “Dopo la scomparsa di Lilli viene fuori l’albergatrice, dopo 3 anni il preparatore anatomico, adesso dopo quasi 4 anni viene fuori il signore dei sacchi neri. Io faccio un appello e chiedo che, se c’è qualcuno che sappia qualcosa, che vada in procura. Noi stiamo aspettando, insieme alla famiglia, di avere delle risposte”. Poi la sfuriata contro l’avvocato Cozza, legale della famiglia di Liliana Resinovich: “Sono indagato e allora sono l’assassino? Vergognati”.
LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DI CLAUDIO STERPIN
Quarto Grado ha parlato anche con Claudio Sterpin, che in merito alla testimonianza ha spiegato: “È incredibile, è una bufala come tante altre. In qualsiasi negozio si compra un pacco di sacchi, ma Lilli va da uno sconosciuto a chiedere un sacco? È una bufalata per avvalorare la tesi del suicidio, neanche se giura in ginocchio sul sale ci credo, ma andate a… A commentare queste cose mi interessa meno di zero, anche perché sono successe addirittura due anni prima che Lilli sparisse”.
“A me dà conforto nel capire che avevo ragione quando dall’inizio ho detto che era una cosa premeditata. Perché è saltato fuori adesso? È un testimone fasullo e non è l’unico, c’è un sacco di gente che ha raccontato buffonate di ogni tipo. Lilli non me ne ha mai parlato, ma chi è idiota da pensare a queste cose? Avevamo altro da parlare, andremo a perdere tempo a parlare di cosa? Se uno non dice la verità io gliela faccio dire in una settimana: se mi racconti tutto bevi e mangi, sennò andiamo avanti”.
Secondo Sterpin: “C’è una regia occulta che sta dicendo: ‘Tu dici quello, tu quello e tu quello’. Mi faccio il film. Il testimone invece di andare in procura va da Sebastiano? Se uno ha una novità va da Sebastiano a dirlo sottovoce? Come mai lui era pronto a registrarlo? Appena uno ti suona tu sei già pronto a partire col registratore, ci sono un sacco di incongruenze in questa storia, ci sarà da scrivere non un libro ma un’enciclopedia”.

LILIANA RESINOVICH, IL COMMENTO DELL’AVVOCATO COZZA
In studio a Quarto Grado vi era anche l’avvocato Cozza, nominato sopra, che in merito alla testimonianza: “Abbiamo subito commentato la notizia, ci ha lasciato sorpresi perché dopo tutto questo tempo era così importante questo dato, perché si parla di sacchi. Ma immediatamente abbiamo compreso la divulgazione della notizia che è stata data in pasto subito in giro, abbiamo fatto degli approfondimenti e queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano”.
“Se fossi stato io al suo posto, visto che mi arriva questa persona, io mi sarei arrabbiato: dovevi correre subito, si doveva arrabbiare con questa persona, lui ha pensato di registrarlo. Ha fatto bene Sebastiano a fare quello che ha fatto, ma perché è stata messa in giro questa notizia? Prima bisognava verificarla, anche perché i sacchi riportavano al suicidio”.
Vedremo se questa testimonianza sarà acquisita da chi sta indagando o se verrà considerata inattendibile anche per via del fatto che lo stesso testimone non sembra ricordare di preciso le date in cui Lilli sia andato da lui, circostanza ovviamente fondamentale per circoscrivere nel tempo il racconto. Ricordiamo che in ogni caso Liliana Resinovich è stata ritrovata con dei normali sacchi neri mentre quelli che avrebbe fornito il pizzaiolo sarebbero diversi, definiti industriali, di conseguenza non sembrerebbe esservi alcuna rilevanza in questo racconto.
