Sebastiano Visintin e Claudio Sterpin si scontrano a distanza a Quarto Grado sul caso di Liliana Resinovich: cosa hanno detto
Si parla di Liliana Resinovich a Quarto Grado e, per l’occasione, è stato intervistato Sebastiano Visintin, il marito della vittima. Di recente, l’indagato per omicidio ha ricevuto di nuovo la visita degli inquirenti, che gli hanno sequestrato la famosa GoPro. Scriviamo “famosa” in quanto sarebbe quella che Sebastiano ha formattato – come poteva benissimo fare – il giorno in cui il GIP ha deciso di indagarlo per omicidio.
“Ho sentito suonare – le parole del marito di Liliana Resinovich – ho aperto la porta e ho visto che c’erano gli agenti che erano già stati a casa mia; mi hanno detto che avevano un decreto di perquisizione per prendere la GoPro. Io avevo paura che cercassero chissà cos’altro, come i coltelli”.
E ancora: “Mi hanno preso la GoPro 9, quella che ho portato negli studi di Quarto Grado, non ho mai avuto altro, ho sempre avuto quella. Quello che c’era sulle memorie io l’ho scaricato sul computer – ha continuato – e sul telefonino, che sono stati presi in un secondo tempo, quando sono stato chiamato in questura. Io ho sempre avuto due telefoni a disposizione – ha poi fatto chiarezza – il più vecchio di solito lo cambiavo; cosa avessi avuto prima dell’S21 non me lo ricordo”.
E ancora: “Non sono molto capace di usare la GoPro; ho fatto dei video con la GoPro e mi son venuti velocissimi, neanche andassi a 200 km/h. Poi ho guardato e ho visto che ci sono applicazioni per cui puoi fare riprese veloci e lente. Io penso che in quel video, in cui ho fatto 700 metri in pochi secondi, probabilmente è scattato quel meccanismo delle riprese lente e poi velocissime. Non ho mai creato clip né tagliato pezzi – ha poi aggiunto – non ho la minima idea di come si possa fare. So cancellare i video che non mi piacevano”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E I DUBBI SU STERPIN
Quindi ha parlato di Claudio Sterpin, l’amico speciale di Liliana Resinovich: “Sterpin potrebbe aver cancellato dei messaggi prima di entrare in questura, messaggi che ha mandato sul telefonino di Lilli, e questi messaggi per me sono importantissimi; sono messaggi che fanno capire che tra di loro, in quel momento, c’erano tensioni.
Lilli forse in quella telefonata (quella famosa del 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa, ndr) gli avrà detto qualcosa che ha messo in allarme il signor Sterpin. Lui scrive ‘sperem’, ‘qualunque cosa sia, ne parleremo dopo’ e ‘aspetto solo un segnale’: cosa gli ha detto Lilli per fargli scrivere questi messaggi? Sono cose difficili da capire”.
Claudio Sterpin, in collegamento con Quarto Grado, ha però subito fatto chiarezza: “Io ero in allarme rosso quella mattina”, ricordando poi che: “Il mio telefonino l’ho portato la mattina del giorno 15 dicembre 2021 in questura, il questurino se l’è preso e l’ha tenuto due ore e mezza, e me l’ha ridato a mezzogiorno”.
LILIANA RESINOVICH, STERPIN E SQUITTIERI: LA CHIAREZZA SUL 14 DICEMBRE
E ancora: “Sperem, sperem vuol dire che speravo di sentirci, perché io non la sentivo dalla mattina; ‘aspetto solo un segnale’ indicava qualsiasi segnale che lei mi mandava, che fosse in vita. Io aspettavo qualsiasi segnale per dirmi che lei c’era. Dove sta l’intelligenza qui? Io dovevo sentire Liliana quantomeno entro le 9:30. Lilli si sarebbe fatta viva in qualsiasi maniera, invece non avevo sue notizie dalle 8 e pochi minuti; lei non poteva lasciarmi due ore così”.
In studio, a Quarto Grado, vi era anche l’avvocato Squittieri, che ha precisato: “Conoscendo la regolarità e la rigorosità negli orari della povera Lilli, era normale che Claudio Sterpin si mettesse in allarme”. Su Sebastiano, invece, aggiunge: “Cancella e resetta ciò che poteva rappresentare per lui un alibi, non come ha fatto Sterpin, che ha depositato subito il suo cellulare, fa tutto alla luce del sole, lui è un libro aperto. Sebastiano ci ha sempre dipinto una diversa relazione rispetto a quello che è emerso” – ha concluso.