Liliana Resinovich, esperimento in Usa su 4 cadaveri per ipotesi congelamento. Intanto la difesa di Sebastiano Visintin su GoPro: "Nessuna manipolazione"
Il caso di Liliana Resinovich approda negli Stati Uniti, dove un gruppo di scienziati ha deciso di contribuire alle indagini con un esperimento. La scienziata forense Noemi Procopo, membro del collegio difensivo di Sebastiano Visintin, unico indagato per l’omicidio della donna, è tra i massimi esperti di microbioma e collabora con ricercatori del Michigan e del Colorado. È stato avviato uno studio finalizzato a indagare le modalità di conservazione di un corpo in diverse condizioni di temperatura.
In particolare, verranno riprodotte le stesse condizioni in cui è stato ritrovato il corpo di Lilly: in una città per ora tenuta segreta, due corpi saranno congelati, mentre altri due saranno esposti a un clima simile a quello registrato, nei giorni della scomparsa, nell’ex OPP.

I cadaveri resteranno in queste condizioni per quasi tre settimane, il tempo trascorso tra la scomparsa di Liliana Resinovich e il ritrovamento del corpo; successivamente si procederà agli esami. Secondo quanto rivelato da Il Piccolo, che ha svelato il retroscena, l’esperimento potrebbe dare indicazioni più precise in merito alla data della morte.
LILIANA RESINOVICH E L’IPOTESI DEL CONGELAMENTO
Uno degli aspetti più controversi del caso riguarda infatti lo stato di conservazione del cadavere: alcuni consulenti hanno ipotizzato un congelamento, mentre la professoressa Cattaneo, che ha curato l’ultima perizia medico-legale, ha escluso qualsiasi evidenza o elemento che possa «anche solo lontanamente» far ipotizzare che il corpo di Liliana sia stato congelato o scongelato. La famiglia della donna, tuttavia, mantiene dubbi sulla possibilità che il cadavere sia rimasto per 20 giorni nel boschetto, e ritiene che questo studio possa risultare utile.
L’INFORMATICO DI VISINTIN: “NESSUNA MANIPOLAZIONE”
Nel frattempo, l’ingegnere Michele Vitiello, consulente informatico forense di Sebastiano Visintin, ha escluso manipolazioni nei video registrati con la GoPro. «Non sono state modificate la data, l’ora, non ci sono stati tagli», ha precisato a Il Piccolo. Ha inoltre ricordato di aver consegnato il cellulare il 14 gennaio 2022, con l’applicazione GoPro Quik che gestisce l’archiviazione dei file.
La Mobile ha controllato la coerenza dei metadati dei video: «Data e ora non presentavano anomalie», ha spiegato, sottolineando che l’applicazione era impostata sulla rete, quindi sincronizzata con il cellulare e con internet, in un modo che non consente modifiche.
È stata esaminata anche la geolocalizzazione, risultata coerente con le dichiarazioni di Visintin e senza tracce di manipolazioni, tanto che non sono stati richiesti ulteriori approfondimenti. «Se avesse voluto nascondere qualcosa, poteva gettarla», ha osservato l’esperto in merito alla scheda di memoria, «avrebbe avuto due anni per farla sparire».
I legali Paolo e Alice Bevilacqua hanno infine espresso sconcerto e rammarico per la diffusione di «notizie parziali che creano solo suggestione e continuano a gettare fango sugli inquirenti, sotto certi profili, e sull’unico indagato».
