I Litfiba dicono addio alla musica e lo fanno con il loro tour finale, che si chiuderà a Milano di fronte ai loro appassionati e fedeli fan. Un concentrato di emozioni che Piero Pelù e soci hanno provato ad anticipare ai microfoni de “La versione di Fiorella”, trasmissione di Rai 3 condotta da Fiorella Mannoia. In primis, hanno spiegato che la loro amicizia non cesserà con il ritiro dalle scene del rock di casa nostra: “Siamo sempre amici, diciamo che finisce il viaggio in questa forma. Si conclude un’era, è bello anche sapere quando ci si deve fermare. Sono state dette e fatte tante cose in questi anni ed è bello anche sentirsi appagati a un certo punto della vita. Non c’è bisogno di dovere strafare… Abbiamo scritto 160 canzoni assieme!”.
Certo, non sarà facilissimo mettere una pietra tombale su una carriera che ha portato i Litfiba a calcare palchi prestigiosi e a incantare generazioni con le loro note e i loro accordi: “Conto di essere stordito quanto basta per non essere troppo lucido, onestamente – ha rivelato Pelù –. Per noi sarà una grandissima festa. Non abbiamo mai preparato così tante canzoni come questa volta. Quasi la metà vorremmo suonarle per bene e cambiare così la scaletta ogni sera”.
LITFIBA, PIERO PELÙ: “IL PALCO È UN MOLTIPLICATORE DI ENERGIA E DI EMOZIONI”
Nel prosieguo del loro intervento a “La Versione di Fiorella”, i Litfiba hanno evidenziato come il palco sia un reale moltiplicatore di energia e di emozioni e che nelle loro vite non ci sarebbe stato spazio per un’alternativa ad esso. Certo, gli incidenti di percorso non sono mancati, visto che Piero Pelù spesso si è tuffato dal palco per essere afferrato dal pubblico: “Qualche costola ogni tanto c’è rimasta, per via dell’impatto con la massa”, ha confessato il rocker fiorentino.
Ai microfoni della Mannoia, il cantante ha concluso il proprio intervento spiegando il motivo per cui indossasse una fascia rossa legata al braccio: “È contro la violenza sulle donne, il minimo che noi uomini possiamo e dobbiamo fare per ricordarci il ruolo devastante che abbiamo nella loro vita. Ci sono ancora 140 milioni di bambine nel mondo che non hanno l’accesso all’istruzione e saranno destinate a essere delle schiave”.