Cantautore di talento, personaggio riservato e misterioso: Luigi Tenco rappresenta tutt’oggi uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi. A più di cinquant’anni dalla sua morte, le ombre e il fascino che avvolgono la sua storia fanno ancora discutere. La sua scomparsa, avvenuta ad appena ventotto anni in un hotel sanremese, durante li Festival del 1967, appassiona a lungo l’opinione pubblica che riesce a venirne a capo soltanto nel 2006 quando viene confermata l’ipotesi di suicidio.
Luigi Tenco, ritrovato morto il 27 gennaio nella sua stanza dell’albergo Savoy, sconvolge gli appassionati e più in generale l’Italia intera. All’epoca il cantautore era in gara al Festival con il brano “Ciao amore ciao” cantato in coppia con l’artista Dalida. Entrambi, a gran sorpresa, vengono esclusi dalla serata finale e la decisione dei vertici lascia di sasso Luigi Tenco.
Luigi Tenco, l’esclusione dalla finale di Sanremo e i primi segnali di insofferenza.
Luigi Tengo soffre per l’esclusione dalla finale e subito dopo il comunicato, a causa delle choc, decide di fare ritorno nella sua stanza d’hotel per riflettere. Qual è stato l’epilogo lo sappiamo tutti, anche se da quel giorno in avanti si è detto di tutto sulla scomparsa del cantautore. Che fosse un personaggio tormentato e sofferente lo si capisce da alcune dichiarazioni che l’artista ha rilasciato in carriera.
Come quella relativa all’incomunicabilità con un certo tipo di pubblico: “La mia più grande ambizione è quella di fare in modo che la gente possa capire chi sono io attraverso le mie canzoni, cosa che non è ancora successa”, le sue parole amare in un’intervista con Sandro Ciotti nel 1962. “Non si vive per riuscire simpatici agli altri. A me i soldi, il successo, non interessano, li lascio a quelli più furbi di me in questo genere di cose”, tra altre considerazioni in un’altra circostanza in cantautore di Cassine.