Luis Alberto Spinetta, è un rocker argentino conosciuto quasi esclusivamente in patria. Una sorta di Vasco Rossi di Buenos Aires, idolatrato nella nazione sudamericana e considerato fra le leggende della musica nazionale. Numerosi gli album realizzati dall’artista morto nel 2011, e celebrato quest’oggi da Google con un Doodle, fra cui un disco inglese pensato per il mercato discografico degli Stati Uniti. Spinetta lo produsse e registrò negli anni ’70, tentando così il salto internazionale, ma il progetto non ebbe il successo sperato e di conseguenza Spinetta tornò a fare musica nella sua lingua madre, il castigliano. L’ultimo disco in assoluto è quello uscito il 27 novembre del 2015, poco più di quattro anni fa, a quasi quattro anni dalla sua morte. Fu un disco ovviamente postumo, dal titolo “Los Amigos”, basato su alcune registrazioni risalenti al 2011. Al lavoro hanno partecipato i quattro figli del cantante. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUIS ALBERTO SPINETTA, “EL FLACO”: L’ULTIMO GRANDE CONCERTO
Luis Alberto Spinetta, l’artista rock celebrato quest’oggi, aveva dato vinta ad un mega concerto nel 2009, undici anni fa. Per celebrare i suoi 40 anni di carriera, aveva riunito presso lo stadio dove gioca il Velez Sarsfield, a Buenos Aires, tutte le band con cui aveva suonato nella sua carriera. L’evento era durato ben cinque ore e mezza, ed era stato chiamato “Spinetta y las Bandas Eternas” (Spinetta e The Eternal Bands). Per l’occasione furono venduti ben 40mila biglietti, e negli anni successivi la critica musicale argentina lo definì “il più grande concerto del decennio”, a conferma di quanto questo artista sia amato e idolatrato in particolare in patria. Quell’evento del dicembre 2009, fu probabilmente l’ultima grande apparizione pubblica di Spinetta, prima dell’annuncio della malattia. Due anni dopo, infatti, il 23 dicembre del 2011, aveva comunicato attraverso l’account Twitter del figlio Dante, di aver contratto il cancro ai polmoni. Era convinto di poter superare la sua battaglia ma non ce la fece. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUIS ALBERTO SPINETTA “EL FLACO”: ECCO PERCHÈ IL DOODLE VERDE
Luis Alberto Spinetta è il protagonista del Doodle di Google di oggi. Sapete perchè Big G ha deciso di utilizzare il verde come colore principale dell’immagine? Semplicemente perchè ha fatto riferimento ad uno dei lavori più riusciti dello stesso rocker argentino, leggasi il disco Artaud. Si tratta del terzo ed ultimo album del Flaco assieme alla sua band “Pescado Rabbioso”. Venne pubblicato nel 1973 e secondo i critici è stato più un lavoro da solista di Spinetta, in quanto il gruppo di cui sopra si era già sciolto al momento della registrazione delle nuove canzoni. Di conseguenza, “Artaud” viene considerato il secondo album da solista dell’artista albiceleste. Il titolo del disco è riferito al poeta francese Antonin Artaud “Theatre of Cruelty”, e dall’ispirazione che lo stesso Spinetta ha appunto trovato grazie alle opere del transalpino. Dal disco Artaud è stata estratta la canzone “Cantata de puentes amarillos”, che è stata inserita nella classifica delle 100 migliori canzoni della storia del rock argentino. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUIS ALBERTO SPINETTA “EL FLACO”: L’ALBUM ALMENDRA
La prima significativa data della carriera di Luis Alberto Spinetta è il 29 novembre del 1969, quando uscì il suo album di debutto “Almendra”. La data è storica per la musica argentina, in quanto per la prima volta ebbe successo un disco rock cantato in lingua locale, il castigliano. Il brano più significativo del disco fu sicuramente “Muchacha (ojos de papel)”, uscito come singolo anche a gennaio del 1970. Si trattava di una ballata acustica, che come ricorda ondarock.it, era dedicata più ai giovani che agli adulti dell’epoca, in un paese rigidamente cattolico. Col tempo divennero dei classici anche altri brani del disco, come “Ana no duerme”, “Plegaria para un niño dormido”, e “A estos hombres tristes”, quest’ultimo, forse il disco più rappresentativo all’epoca proprio di Spinetta. Come dimenticarsi poi di “Color humano”, un brano che mixò perfettamente l’acid rock, con il folk elettrico, e che durava ben 9 minuti: Spinetta lo definì uno dei migliori della sua carriera. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUIS ALBERTO SPINETTA “EL FLACO”: LE COLONNE SONORE DI FILM E SERIE TV
Per capire quanto sia importante Luis Alberto Spinetta per la musica argentina, ma per il rock mondiale in generale, vi basterà sapere che oggi, 23 gennaio, giorno appunto della nascita del musicista celebrato da Google, è il Dia Nacional del Musico. In occasione infatti del compleanno del Flaco, il Congresso della nazione argentina ha voluto istituire la giornata nazionale del musicista, per ricordare appunto il rocker, e nel contempo, omaggiare la musica. Spinetta morì, come molti altri artisti di grido, troppo prematuramente, visto che l’8 febbraio del 2012, a soli 62 anni, esalò l’ultimo respiro a causa di un cancro ai polmoni che gli era stato diagnosticato solamente pochi mesi prima, a luglio del 2011. La sua musica è così importante e popolare per l’Argentina, al punto che la stessa è stata inserita in ben 40 diverse pellicole fra serie tv e film. “Nunca es tarde”, un comedy/talk-show in onda sulle reti Fox, in un episodio del maggio 2018, è l’ultimo progetto televisivo che ha utilizzato brani di Spinetta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUIS ALBERTO SPINETTA “EL FLACO”: GOOGLE CELEBRA IL MUSICISTA ARGENTINO
Luis Alberto Spinetta conosciuto anche come “el Flaco” è stato uno dei padri del rock and roll in Argentino. A 70 anni dalla sua nascita, il nome di Luis è ancora oggi uno degli artisti argentini di maggior successo. Una carriera straordinaria quella de “el Flaco” (ossia “il secco”) che sin dall’età di 17 anni si è dedicato alla musica creando con alcuni compagni di scuola una delle band destinate a cambiare per sempre la musica rock. Prima di loro però Luis Alberto Spinetta ha suonato anche nella band dei Pescado Rabioso con cui ha registrato il disco “Artaud”. Luis Alberto Spinetta sin da piccolo è cresciuto a stretto contatto con la musica: il padre, infatti, era un cantante di tango e questo gli ha permesso di conoscere sin da bambino il mondo delle sette note. Non solo, gli zii lavoravano presso la Columbia e questo ha permesso al giovane Luis di accedere con molta facilità agli archivi musicali conoscendo così da vicino la musica a 360°. Fulcro della scena rock argentina, Luis Alberto Spinetta, pur non essendone il fondatore, fu il primo musicista a pensare al rock come a una forma d’arte capace di incorporare elementi culturali di alto profilo in una componente popolare. Luis Alberto Spinetta ha infatti costruito un proprio mondo in cui le contaminazioni sonore – dall’hard-rock al tango, e molte altre – sono andate di pari passo a quelle letterarie, unendo cambi di accordi e ritmi a costruzioni poetiche e filosofiche. Luis Alberto Spinetta era peraltro un cantante del popolo: non faceva sue quelle suggestioni per soggiogare gli ascoltatori con la propria cultura, ma partoriva riflessioni sull’esistenza e sulla condizione umana che potessero comunicare con tutti.
Luis Alberto Spinetta e gli Almendra
La svolta arriva con la musica folk locale e con lo studio della chitarra a cui si dedica verso i dodici e tredici anni. Nel 1965 comincia a suonare con l’amico di scuola Emilio Del Guercio alcune hit dei Beatles, ma ben presto decide di scrivere canzoni di suoi pugno fondando anche la band degli Almendra. La band degli Almendra era così composta: Luis Alberto Spinetta voce e chitarra, Emilio Del Guercio al basso, Edelmiro Molinari alla chitarra e Rodolfo García alla batteria. Nel 1969 la band pubblica il primo album di debutto dal titolo “Almendra”, un disco che cambia non solo la vita della band, ma anche dell’intera musica argentina. L’album, infatti, è il primo disco rock argentino, una vera e propria svolta per il paese di lingua spagnola generalmente abituato ad ascoltare musica diversa. Con Almendra, Luis Alberto Spinetta dimostra come la musica rock possa essere bella e comprensibile anche se cantata in castigliano dando così vita al rock nacional. Nel 2012 l’artista argentino muore prematuramente a Buenos Aires a soli 62 anni, ma nonostante tutto la sua musica ancora oggi continua a farsi amare ed ascoltare non solo in Argentina e nel resto del mondo. Lo scorso anno, infatti, un ingegnere informatico ha creato un programma di intelligenza artificiale per creare delle canzoni proprio legate allo stile dell’artista argentino.