La scelta di Repubblica per l'anniversario della Madonna di Medjugorje: articolo (del 2018) che sfotte Salvini e i politici che manifestano la propria fede
I 44 ANNI DALLE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE “CELEBRATI” CON UNO SFOTTÒ A SALVINI: LA ‘SCELTA’ FOLLE DI REPUBBLICA
Succede che per i 44 anni dalle prime apparizioni della Madonna di Medjugorje agli allora giovanissimi veggenti in Bosnia uno dei quotidiani più importanti d’Italia, “La Repubblica”, decida di celebrare l’anniversario con una carrellata di riferimenti dei vari politici italiani in qualche modo legati alla storia della “Gospa”. Fin qui nulla di male, forse un po’ banalotto come pezzo di arricchimento, ma nessun problema: ecco, iniziando a leggere l’articolo diffuso da “Rep” si scopre subito che si tratta in realtà di un articolo del 2018, ri-pubblicato per l’occasione dei 44 anni dalle prime apparizioni.
Ecco già qui qualche potenziale critica alla scelta di non volersi cimentare in un altro approfondimento, essendo ormai passati 7 anni, potremmo anche avanzarla: ma siamo in libertà di stampa e opinione, ci mancherebbe altro che si possano fare “pulci” a colleghi e redazioni diverse. Il vero snodo però riguarda il contenuto ed è lì che la scelta di “Repubblica” di celebrare Medjugorje manifesta più di qualche perplessità: si parla di devozione mariana ma soprattutto si sfotte/critica chi questa devozione a livello politico l’ha mostrata in questi anni.
Ed ecco che il “nemico” n.1 al centro dell’articolo emerge come il leader della Lega Matteo Salvini, all’epoca vicepremier del Governo Conte-1 e criticato per le sue dichiarazioni sui social anche su personali esperienze di fede verso la Madonna, il Rosario e in generale la religione cattolica. In particolare di Salvini viene contestato il suo parlare della statuina della Madonna di Medjugorje come fosse una “pubblicità” della devozione per recuperare voti, follower e attenzioni.
FEDE E LIBERTÀ, QUANDO (NON) ARROGARSI IL DIRITTO DI GIUDICARE
Non solo, il Ministro veniva criticato sempre nell’articolo di “Repubblica” come “sovraesposto” su Medjugorje, sulla fede come icona pubblica e come “iniziatore” anche di altri personaggi della politica che ne seguivano indirettamente le “orme”. Nell’articolo si fa riferimento anche di politici come Gasparri, Quaglieriello, Esposito – all’epoca tutti in Forza Italia – o anche dei dem Marianna Madia e Matteo Renzi, fino all’iconico Antonio Razzi.
Ora, al di là che ognuno può scrivere quello che vuole, con il diritto di criticare e polemizzare su tutto, risulta una pratica sempre piuttosto spiacevole vedere che vi sia qualcuno che con arroganza si arroghi il diritto di “giudicare” chi è meritorio e degno di stima per la propria fede, e chi invece viene dileggiato e visto come uno “sfruttatore” della religione a livello politico.
La fede è qualcosa di libero, personale ma anche molto comunicativo e “pubblico”: chi può decidere se un post sulla Madonna di Medjugorje può andare bene, e una manifestazione magari di altre fedi non cristiane è invece stimabile? Chi decide la sincerità della fede di un politico, da Salvini a chiunque fosse il protagonista? E intendiamoci, il tutto senza considerare che risulta magari non propriamente di buon gusto “celebrare” i 44 anni dalle apparizioni di Medjugorje con un articolo rilanciato di 7 anni prima sul rapporto tra politici e fede, dove l’oggetto principale è lo sfottò all’allora “dominus” della politica italiana.
Usare questo anniversario importante per i cattolici, per attaccare ancora una volta Matteo Salvini, fa capire come quella di Repubblica sia una posizione preconcetta e ideologica contro il vicepremier, e non merita ulteriori commenti, se non tutto il disappunto possibile. Gli anni passano, le ere politiche cambiano, lo stile invece non andrebbe perduto…