La Legge di bilancio prosegue il suo iter parlamentare. Per la maggioranza sarà cruciale l'esame dell'aula
Ieri si è tenuto un vertice tra i leader della maggioranza sulla Legge di bilancio, che è ancora all’esame della commissione Bilancio del Senato dopo la presentazione di oltre 400 emendamenti. La manovra italiana ha intanto ottenuto il disco verde da parte della Commissione europea, anche se il nostro Paese, insieme a Grecia, Ungheria, Olanda, Slovacchia, Svezia e Romania, resta sotto osservazione per il rischio di squilibri macroeconomici.
Secondo l’ex direttore del Sole 24 Ore Guido Gentili, «Bruxelles, da un lato, approva quello che è stato il percorso che dovrebbe portare l’Italia a uscire anticipatamente dalla procedura d’infrazione europea per deficit eccessivo la prossima primavera. Dall’altro, tuttavia, ribadisce la necessità di un maggior controllo del debito pubblico. L’Italia, quindi, rimane “sorvegliata speciale”, insieme ad altri Paesi europei, su questo fronte. Non va poi sottovalutato il richiamo alla necessità di irrobustire una crescita economica che appare troppo debole, nonostante il Pnrr».
Resta da capire come poter fare a sciogliere questi due nodi…
Certamente occorrerà mantenere un atteggiamento prudente sul fronte dei conti pubblici in vista della Legge di bilancio che verrà approvata per il 2027, un anno elettorale. Non credo che ci sia la necessità di stringere ulteriormente la cinghia: la spesa, infatti, mi pare sia stata messa ormai sotto controllo. Bisognerà, tuttavia, evitare di disperdere le risorse in tanti interventi anziché concentrarsi su pochi in grado di spingere maggiormente il Pil. Il punto chiave sarà riuscire a riattivare la crescita senza compromettere i risultati ottenuti sui conti pubblici.
Ha qualche idea su come si potrebbe riuscire a ottenere questo risultato?
Forse si potrebbe cercare di spingere l’acceleratore sull’uso dei fondi di coesione europei, su cui il nostro Paese continua a scontare un ritardo storico. Una mossa straordinaria per aumentare la capacità effettiva di mettere a terra queste risorse potrebbe probabilmente dare buoni risultati.<
La scorsa settimana per l’Italia è arrivato, dopo 23 anni, un upgrade da parte di Moody’s. È forse passato un po’ sotto silenzio?
Per certi versi, essendo stato l’ultimo di una serie di giudizi positivi da parte della agenzie di rating, ha avuto un effetto mediatico minore, come se fosse ormai acquisita la miglior percezione dei mercati nei confronti del nostro Paese. Il quale, tuttavia, partiva da una posizione non certo ottimale e dunque non era affatto scontato che riuscisse a raggiungere tutti quei miglioramenti che gli hanno consentito di essere guardato con occhi diversi dalle agenzie di rating. Da questo punto di vista, quindi, c’è forse il rischio di dimenticare quanto cammino è stato fatto per raggiungere questi progressi.
Dopo il vertice di maggioranza di ieri pensa che la linea Giorgetti-Meloni, per cui ogni modifica della manovra dovrà essere a saldi invariati, riuscirà a tenere?

Il perimetro della manovra non è stato ancora totalmente definito e in questi giorni ci sono pressioni non indifferenti da parte dei partiti della maggioranza per far sì che entrino delle misure a loro gradite. Le coperture individuate, tuttavia, non appaiono del tutto convincenti. Penso che se si vorrà allargare il perimetro della manovra l’unica strada percorribile sia quella di ricorrere a maggiori privatizzazioni o tagli di spesa.
Potrebbe succedere che, nonostante quelli che possono essere gli accordi tra i leader, in Parlamento poi i partiti della maggioranza portino avanti la battaglia per le loro istanze?
Dato che la manovra è ancora in commissione Bilancio e deve affrontare l’esame dell’aula è verosimile pensare che possa accadere. Forse, rispetto agli altri anni, questa volta il passaggio in aula sarà cruciale, perché la matassa potrebbe non essere del tutto sbrogliata in commissione.
Cosa pensa che faranno, invece, le opposizioni, galvanizzate dopo il risultato delle ultime elezioni regionali?
Devo dire che sul terreno della politica economica e della Legge di bilancio non hanno brillato per incisività e proposte. In queste settimane hanno continuato a ripetere il mantra della necessità di maggiori risorse per la sanità piuttosto che del salario minimo legale, ma mi sembra che manchi un vero contro-piano efficace, oltre che un’indicazione specifica delle coperture per le misure richieste. Mi pare che non si vada oltre un certo massimalismo da questo punto di vista.
Anche quando si parla di introdurre una patrimoniale?
Sì, la patrimoniale è un classico che ritorna in queste fasi. Piuttosto che gli slogan, sarebbe tuttavia meglio proporre in modo sereno e obiettivo una revisione dell’Irpef, che sicuramente potrebbe essere migliorata visto che il suo impianto risale ormai a 50 anni fa.
C’è il rischio che abbiano più successo le mobilitazioni di piazza e gli scioperi dei sindacati di base e della Cgil rispetto alle proposte parlamentari delle opposizioni?
Dopo il risultato delle ultime regionali è passato il messaggio che è stata rafforzata la sinistra, il campo largo, quindi la piazza potrebbe amplificare questo messaggio. Resta da capire se Landini voglia giocare o meno una sua partita relativa alla leadership di questa sinistra. Penso che questa volta la piazza, al di là del merito delle questioni prettamente sindacali, sarà molto politica.
(Lorenzo Torrisi)
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