Milano, 20 aprile 2010: a un tifoso dell’Inter bastano queste coordinate per capire che ci riferiamo a Inter Barcellona, semifinale d’andata di Champions League, partita con un solo “neo” per i nerazzurri, di nome Mario Balotelli, sul quale Marco Materazzi svela un aneddoto. Era la sfida stellare tra l’Inter di José Mourinho che il mese seguente avrebbe vinto nell’ordine Coppa Italia, scudetto e Champions League completando così il Triplete, detto in spagnolo perché l’anno prima era stato proprio il Barcellona di Pep Guardiola a riuscirci.
Catalani in vantaggio con Pedro, poi la grande rimonta firmata dai gol di Wesley Sneijder, Maicon e Diego Milito per la vittoria 3-1 dell’Inter. Unico neo, come si accennava, un Mario Balotelli entrato in campo con l’atteggiamento sbagliato per una partita così importante, fischiato dunque dai tifosi e che per reazione gettò a terra la maglia. In periodo di quarantena da Coronavirus, impazzano le dirette sui social e Marco Materazzi ha ricordato: “Io voglio bene a Mario, ma una volta nella famosa partita della maglia gettata a terra contro il Barcellona, se l’era proprio meritata…”.
MATERAZZI: “HO PICCHIATO BALOTELLI DOPO INTER BARCELLONA PERCHÈ…”
Ecco dunque l’aneddoto svelato da Marco Materazzi su Mario Balotelli al termine di quella Inter Barcellona: “Oggi siamo tornati a essere più che amici, praticamente fratelli. In quella circostanza fece una cosa che non doveva fare, giocare male. Il discorso della maglietta passò in secondo piano. Prima della partita, sul pullman ci disse che sarebbe entrato e avrebbe giocato male. A quel punto gliele promisi. Quando entrò, fece un’azione tirando da fuori anziché andare in contropiede: c’era Milito in panchina che lo voleva ammazzare”, ha affermato l’ex difensore nerazzurro nel corso della diretta con lo chef Davide Oldani, tifoso dell’Inter.
Materazzi ha completato così il discorso su Balotelli, regalando un aneddoto anche sul padre dell’attaccante bresciano: “Noi credevamo in lui, fece tanti gol con i quali contribuì alla vittoria finale. Poi devo dire una cosa: un giorno mi innamorai di suo padre che dopo la partita col Rubin Kazan gli disse ‘Non mi sei piaciuto, devi giocare più coi compagni. E basta andare in giro con le ragazze, vai a fare un giro in bici al parco’. Lì diventò il mio idolo incontrastato. Tornando a Mario, dopo il Barça dissi a Mourinho di schierarmi nelle partitelle contro Balotelli. Così in pochi secondi se ne sarebbe andato negli spogliatoi…”.