Marco Presta, attore, conduttore e scrittore, è stato intervistato la scorsa notte dal programma radiofonico “I Lunatici”, in onda su Rai Radio 2 e condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. La prima domanda ha riguardato lo storico programma “Il ruggito del coniglio”, nato 25 anni fa e trasmesso su Rai Radio 2 assieme ad Antonello Dose: “Come è iniziato ‘Il ruggito’? Per gioco. Un giorno la Rai chiese ad Enrico se conoscesse degli autori giovani per fare un programma nuovo, sperimentale. Iniziammo a fare un piccolo varietà su Radio1 che però non piaceva ai dirigenti dell’epoca. Arrivò però la telefonata di Arbore al direttore di Radio1 dicendo che questi due nuovi ragazzi erano bravi. Questo ci salvò le terga. Da lì poi facemmo un altro programma all’alba sull’attualità e poi l’anno successivo arrivò il Ruggito del Coniglio”. Presta ha parlato anche dell’origine del nome dello stesso show condotto: “Cercavamo un accostamento buffo – ha svelato – il ruggito del coniglio poteva starci, considerando il coniglio come l’italiano medio”.
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MARCO PRESTA: “SCRIVERE E’ LA COSA PIU’ BELLA DOPO LA RADIO”
Un sodalizio che dura da più di due decadi quello fra Presta e Dose: ma come si sono conosciuti i due? “Ci siamo conosciuti a 15 anni, in una parrocchia di Roma – confessa il conduttore radiofonico – le nostre sorelle facevano le catechiste, la nostra è una storia d’altri tempi. Di quando questo mestiere si faceva partendo dalle cose piccole piccole per arrivare poi alle cose un po’ più grandi”. Marco Presta ha raccontato di essere stato molto aiutato dalla radio, lui che ha un carattere un po’ cupo e malinconico: “E’ talmente meraviglioso questo giocattolo chiamato radio – ha proseguito – che è una terapia. Io ho un carattere malinconico, tendo un po’ a incupirmi, invece la radio mi aiuta a scovare la parte più leggera che ho, che spesso rimane sopita. E’ facile essere più allegri giocando alla radio”. Tanta radio ma anche la scrittura, visto che Presta ha recentemente scritto un libro ‘Fate come se non ci fossi’, edito da Einaudi: “Scriverlo è stato divertente e per certi aspetti liberatorio – conclude – il tempo per scrivere lo trovo in orari agghiaccianti, ma scrivere è la cosa che forse insieme alla radio più mi piace fare”.