Non è la prima volta che si scusa, Mark David Chapman, nel tentativo disperato di ottenere quanto meno la libertà vigilata. L’assassino di John Lennon, di cui il prossimo 8 dicembre ricorreranno i quarant’anni dalla morte, ha chiesto infatti per l’undicesima volta la libertà condizionata e per l’undicesima volta la richiesta è stata respinta, con la motivazione che è “incompatibile con il benessere della società”. Yoko Ono, vedova dell’ex Beatles, si è sempre opposta alla possibilità, dicendo di temere per la sua vita e per quella del figlio Sean: “Lo ha fatto una volta, potrebbe rifarlo. A me, a Sean, a chiunque altro”. Nella sua richiesta, Chapman chiede scusa a Yoko Ono “per il dolore causato”: “”L’ho ucciso per avere fama, è stato un atto molto molto egoista e mi dispiace per il dolore che le ho causato. Non l’ho ucciso per la sua personalità ma perché era molto molto molto molto famoso”, ha spiegato definendo l’omicidio un’azione “spregevole” degna della pena di morte che nello Stato di New York è stata abolita nel 2007.
IL DOCUMENTARIO DEL FIGLIO SEAN
In realtà Chapman ha scelto Lennon come obbiettivo preciso, perché si sentiva tradito dagli ideali rivoluzionari che Lennon aveva predicato mentre da tempo si era ritirato a vita privata per occuparsi del figlio nato nel 1975. Ovviamente soffriva di disturbi mentali di cui non si sa se ne sia guarito. Nel frattempo il figlio Sean ha preparato per gli 80 anni che il padre avrebbe compiuto il prossimo 9 ottobre una documentario presentato dalla Bbc in cui per la prima volta il figlio intervista personaggi come Paul McCartney e Elton John. Con quest’ultimo Lennon si esibì per l’ultima volta dal vivo nel 1974. Per l’occasione invece McCartney ha raccontato dei tanti brani che i due amici composero insieme alcuni dei quali scartati dai dischi, e ne ha fatto sentire un piccolo estratto per la prima volta, l’inedito assoluto For fun.