«Nel 2005 ho rilevato l’azienda familiare nata invece nel 1984, che si occupava di materiale elettrico per quadri elettrici in bassa tensione. Poi tre anni fa ho deciso di aprire un nuovo settore riguardante il design, perché ho ideato e creato una borsa cassaforte, chiamata look-at-one, che mi ha permesso di poter investire in altri prodotti che hanno comunque riscosso un ottimo successo fin dall’inizio. Abbiamo sempre cercato di proporre oggetti innanzitutto diversi dai grandi marchi, richiamando molto i cristalli, il mondo animale e, per quanto riguarda le lampade, puntando molto sul risparmio energetico. Per tutti gli altri oggetti usiamo invece materiali naturali, come il vetro, il legno, il rame e così via». A parlare, intervistato da IlSussidiario.net, è Alberto Baldissara, direttore generale dell’azienda Baldi Srl.
Mi parlava di questa borsa che ha segnato un nuovo cambiamento della sua azienda, la look-at-one. Di che si tratta?
Si tratta semplicemente di una borsetta in plastica che produco direttamente all’interno della mia azienda. Grazie a questo prodotto nel 2009 sono stato nominato miglior imprenditore creativo dall’associazione JCI, mentre nel 2010 ho vinto il premio Red Dot Award, uno dei più importanti concorsi internazionali per i prodotti di design. E’ una borsa fatta in plastica, con un cavo in acciaio che chiude la stessa borsa tramite una combinazione: è in pratica una specie di lucchetto gigante che può essere attaccato ovunque, all’ombrellone, alla sedia dell’ufficio, alla bicicletta o al carrello della spesa e all’interno del quale possono essere trasportati comodamente vari oggetti, come il cellulare, il portafogli, le chiavi e gli occhiali. In qualche occasione, queste borsette, di colore rosa o azzurro, sono state anche regalate alle mamme incinta per poi essere legate al letto d’ospedale.
E per quanto riguarda il design?
Essenzialmente chiedo delle idee ad altri designer, ai quali ovviamente in tutta onestà e in reciproca fiducia riconosco delle royalty rispetto ai prodotti che vendiamo, oltre che l’idea. Questo perché soprattutto noi giovani portiamo spesso in tantissime aziende le nostre idee, ma è veramente raro poi portarle avanti senza alcun aiuto. Io nel mio piccolo riesco ad offrire questa possibilità, avendo un’azienda che produce lo stampo, il prodotto, che poi può essere commercializzato. Quindi, insieme a qualche designer che ha progettato oggetti stupendi ma che non aveva la forza commerciale per spingerli, io finanzio la realizzazione, li inserisco in un mio prodotto e infine li vendo.
Solo in Italia o anche all’estero?
In questo momento ci stiamo muovendo verso Kiev, dove stiamo organizzando un concorso di design per i ragazzi ucraini, che si concluderà con la realizzazione del prodotto vincente e il riconoscimento di royalty al vincitore.
Può parlarmi di altri contatti con l’estero?
Da qualche anno abbiamo stabilito una collaborazione con un’azienda di Taiwan che propone del design di alto livello e che cercava aziende che potessero produrre componenti di alta qualità, e noi ci siamo ovviamente offerti vincendo una gara con altre aziende. E’ nato così questo rapporto, in cui noi proponiamo nuove idee oppure produciamo componenti per loro, che sono molto forti nel campo tecnologico e nella realizzazione di componenti elettroniche.
Mi parlava poi di una produzione costantemente indirizzata verso principi di bio-compatibilità ed eco-sostenibilità.
Per noi l’eco-sostenibilità è un preciso fondamentale, perché oggi come oggi è sempre più importante riuscire a proporre dei prodotti che forse non siano riciclabili, ma che non siano neanche inquinanti. Ad esempio, sfruttiamo moltissimo il vetro e il legno producendo dei tavoli con all’interno delle colture di cristalli, un materiale veramente innovativo scoperto da un chimico, Franco Zavattoni, che oggi purtroppo non c’è più. Con lui è nata fin da subito una collaborazione e un progetto, che oggi portiamo avanti con la figlia. Si tratta di autentiche colture di cristallo che facciamo crescere all’interno di vasche fatte di vetro o legno, riuscendo a creare delle composizioni fantastiche, che tra l’altro in Ucraina stanno avendo un grande successo.
Quest’anno parteciperà all’Artigiano in Fiera?
E’ l’occasione fondamentale per noi come per tantissime aziende artigiane di tenere una finestra aperta su tantissime persone, proporre i propri prodotti e porsi sul mercato, anche se poi ci deve essere sempre la voglia personale di sfruttare al massimo il network che si crea durante la Fiera, magari appoggiandosi anche a tecnologie gratuite come i social network. Resta comunque il fatto che si tratta di un evento che riscuote sempre grande successo…
Qual è il segreto di questo successo?
Hanno sempre presentato ottime idee. Anche il fatto che l’ingresso sia gratuito è importantissimo, e nonostante questo ogni anno viene presentata un’innovazione, una nuova area che l’anno precedente non c’era: noi infatti parteciperemo sia come stand di artigiani di Fiera, sia come moda e design, una nuova vetrina che propone tutti i nuovi materiali e idee di questo settore.
(Claudio Perlini)