E’ morto Natabay Tinsiew, eritreo deceduto all’età di 127 anni, e secondo la sua famiglia il parente defunto deve entrare nel Guinnes dei primati come l’uomo che ha vissuto di più sulla faccia della Terra. Al momento questo primato spetta alla francese Jeanne Calment, morta nel 1997 a 122 anni, ma se il record di Tinsiew venisse certificato si tratterebbe del caso di maggiore longevità di sempre, superiore al precedente primato di 5 anni. Stando a quanto spiegato dal nipote, così come si legge sul sito de Il Gazzettino, il certificato e i registri della chiesa indicano come 1894 anno di nascita, cosa poi confermata da Padre Mentay, un prete cattolico che ha prestato servizio nel villaggio per sette anni e che nel 2014 ha partecipato alla festa di Natabay per i suoi 120 anni di età.
Sempre il nipote ha spiegato, parlando con i microfoni della BBC, che il Guinnes dei primati è già stato contattato per la convalida dei documenti e attende di sapere notizie più certe. Natabay ha vissuto come pastore proprietario di molti bestiami, e si era sposato nel 1934, poi nel 2019, all’età di 99 anni, la moglie era deceduta. Un «uomo straordinario», gentile, premuroso e laborioso, lo ha ricordato ancora il nipote.
NATABAY TINSIEW MORTO A 127 ANNI: NEL 2100 SUPEREREMO LA SOGLIA DEI 130 ANNI
Negli ultimi anni stiamo assistendo a numerosi casi di ultracentenari, e secondo gli scienziati entro il 2100 si potrebbe superare il limite, fino ad ora mai superato, di ben 130 anni di età. «Oltre i 110 anni si può pensare di vivere un altro anno come se fosse il lanciare una moneta – sono le parole di Anthony Davison dell’Epfl, alla guida di uno stdio sulla longevità – se esce testa, allora vivrai fino al tuo prossimo compleanno, in caso contrario, morirai ad un certo punto entro il prossimo anno».
Sulla base dei dati emersi sembrerebbe dunque plausibile che in meno di un secolo gli esseri umani possano vivere almeno fino a 130 anni. «Siamo stati in grado di dimostrare che se esiste un limite inferiore a 130 anni – ha aggiunto e concluso Davison – dovremmo essere in grado di rilevarlo ora utilizzando i dati disponibili».