Morte Filippo Raciti, il legale di Speziale ha depositato la richiesta di revisione del processo: interviste Le Iene su ipotesi fuoco amico come nuova prova
SI RIAPRE IL CASO FILIPPO RACITI?
Potrebbe riaprirsi il processo sulla morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, morto nel 2007 durante gli scontri tra gli ultrà del Catania e le forze dell’ordine mentre si giocava il derby col Palermo. Il legale di Antonino Speziale, condannato per l’omicidio a una pena già scontata, ha depositato la richiesta di revisione alla Corte di appello di Messina.
L’avvocato Giuseppe Lipera punta su una nuova prova, cioè le interviste realizzate da Le Iene nel novembre 2020 a due persone che sostenevano la tesi del “fuoco amico“, in base alla quale Filippo Raciti sarebbe stato ferito da una vettura della polizia in retromarcia. Questa ipotesi era stata affrontata in tutti e tre i gradi di giudizio, venendo puntualmente smentita.
Ora, però, il legale di Speziale torna alla carica, scrivendo nella sua domanda che le dichiarazioni rese da questi due testimoni, insieme alla sentenza di assoluzione dall’accusa di diffamazione, “rappresentano fatti nuovi“. Inoltre, ritiene che se uniti agli altri elementi presenti nel fascicolo, “evidenziano come la condanna” comminata al suo assistito sia “ingiusta“.
NUOVA RICHIESTA DI REVISIONE DI SPEZIALE
Antonino Speziale, dunque, continua a proclamare la sua innocenza e a ribadire di non c’entrare nulla con la morte del poliziotto Filippo Raciti, a 18 anni dalla tragedia. All’epoca la polizia intervenne al termine del derby siciliano per sedare i disordini, in particolare contro una frangia di ultrà del Catania.
La morte di Filippo Raciti segnò anche il mondo del calcio italiano, perché scattarono riforme e furono introdotte misure di sicurezza più restrittive. Ad esempio, furono introdotti i tornelli, si passò ai biglietti nominali e venne introdotto il Daspo agli ultras violenti, cioè il divieto di accesso agli stadi.
Non è la prima richiesta di revisione presentata dal legale di Speziale: nel 2015 si espresse la Cassazione, dichiarandola inammissibile. In quella circostanza, l’avvocato spiegò che si sarebbe riservato la possibilità di farsi nuovamente avanti, se avesse trovato testimoni disposti a parlare. A quattro anni dall’intervista realizzata dal programma di Italia 1, ha depositato una nuova istanza per provare a riaprire il caso.