Morte Mara Favro rischia di restare giallo anche dopo i risultati dell'autopsia: il titolare indagato passa all'attacco, ira della famiglia contro indagini
MARA FAVRO, AUTOPSIA NON RISOLVE IL GIALLO
Mara Favro si è suicidata, è stata uccisa o la sua morte è frutto di un incidente? La domanda è ancora senza risposta, perché neppure l’autopsia ha chiarito cos’è successo alla cameriera di 51 anni, scomparsa nel marzo dell’anno scorso al termine del suo turno di lavoro, il cui cadavere è stato trovato nel febbraio scorso in un bosco isolato. Vincenzo Milione, titolare della pizzeria di Chiomonte (Torino) dove lavorava la donna, e indagato insieme al pizzaiolo Cosimo Esposito, in un videomessaggio si è difeso, forte dei risultati dell’autopsia, secondo cui Mara Favro è morta per le cadute e per le ferite perimortali.
In particolare, l’esame autoptico ha rilevato, come riportato dal settimanale Giallo, che si possono fare solo «poche e necessariamente prudenti ipotesi» sulle cause della morte e che la diagnosi medico-legale è «ancora più incerta» riguardo all’attribuzione della morte a omicidio, suicidio o incidente. Quel che è certo è un «complesso traumatico fratturativo polidistrettuale» che riguarda il cranio, alcune vertebre dorso-lombari, la scapola sinistra e l’arto inferiore sinistro.
Per quanto riguarda le modalità delle lesioni, le fratture vengono attribuite a traumatismi contusivi. In altre parole, il trauma potrebbe essere dovuto a un oggetto scagliato contro Mara Favro, come una pietra, o in alternativa a una caduta. Il dato però non è certo, può essere solo interpretato, quindi non ci sono prove sufficienti: di conseguenza l’indagine rischia di arenarsi.
MARA FAVRO, IL TITOLARE DELLA PIZZERIA SI DIFENDE
«Volevo dire a tutte quelle persone che hanno detto che le ho dato delle coltellate o che l’ho smaltita nell’umido, a tutte quelle persone che hanno puntato il dito contro di me, vorrei dire che devono pagare. Dovrete pagare», ha dichiarato Milione.
Esprime rabbia la famiglia di Mara Favro, anche perché gli inquirenti non hanno acquisito i video delle telecamere di videosorveglianza presenti all’esterno della pizzeria.
Le immagini avrebbero potuto chiarire se la donna uscì da sola o in compagnia, se c’era qualcuno ad aspettarla, se salì su un mezzo, ma quando fu sporta la denuncia di scomparsa i filmati non furono acquisiti perché l’ipotesi iniziale fu quella di un allontanamento volontario; poi si cancellarono in maniera automatica. Ora la verità sulla sua morte rischia di restare un mistero.