Tiziano Ferro in copertina della rivista “Vanity Fair” in edicola oggi dichiara: “Vorrei innamorarmi di un uomo”. E il cosiddetto outing, quando una persona esce allo scoperto in pubblico e rivela di essere gay. Nel mondo dello spettacolo accade sempre più spesso, embra, ad esempio il recente caso di un altro cantante Ricky Martin.
Per Tiziano Ferro, il percorso fino ad arrivare ad ammettere in pubblico la propria omosessualità è stato, dice lui, lungo e travagliato Gli è sempre stato vicino il padre, però, dichiara. Da due anni Tiziano Ferro è andato in analisi per affrotnare le sue problematiche. «Un paio di anni fa», dice, «ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose, a partire dal mio rapporto con l’omosessualità. Così, al termine dello scorso anno, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante».
I primi dubbi sulla sua sessualità Tiziano Ferro li ha avuti da ragazzo, tanto che alla sua fidanzata di allora rivelò di essere attratto anche dai ragazzi. Poi il successo e i mille impegni. «Non so spiegarmi perché considerassi l’omosessualità una specie di “malattia”… Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice». Il libro di cui parla Tiziano Ferro è la propri autobiografia che sarà nei negozi di libri intorno al 20 di ottobre. A voler essere maligni, sembra tutto un gran colpo di marketing: rivelazioni preparate appositamente in questo periodo per lanciare alla grande le vendite del libro.
Tiziano Ferro rivela comunque di aver bisogno di un amore nella sua vita: «Cerco l’amore, la parte della vita che mi è mancata finora… Per il momento sono solo, ma spero presto di non esserlo più». Oggi il sito del Corriere della Sera pubblica una lettera aperta del cantante, in cui parla di questa rivelazione che molti sospettavano da tempo: “Dopo tanti anni all’ombra di tentativi, rinunce, attese strazianti, sforzi e privazioni, sarei stato disposto a smettere di cantare” scrive.
“Ero pronto a buttare al vento i sacrifici, non contavano più le lacrime di speranza, e nemmeno quelle di gioia. Persino le soddisfazioni e i sogni erano passati in secondo piano. Nella mia testa era così: «Se sono omosessuale non posso stare al mondo».
E ancora: “Poi mi sono rivolto all’avvocato Giulia Bongiorno per chiederle un parere, una mano, un consiglio, forse solo una parola. L’ho fatto senza rendermene conto: mi sono rivolto a un penalista! Come se le mie azioni e i miei pensieri fossero incriminanti. Come se la mia condizione costituisse un reato”.