“Un’estate al mare, voglia di remare e fare il bagno al largo per vedere da lontano gli ombrelloni!” cantava Giuni Russo qualche anno fa. E sì, questo tormentone – inutile negarlo – continuiamo a fischiettarlo anche noi, soprattutto in queste settimane di torrida calura estiva dove probabilmente soltanto un bel tuffo in acqua (o un pochino di aria condizionata) possono riuscire ad alleviare i nostri patemi. A proposito di mare, dunque, ho deciso stavolta di parlarvi di musica. Sì, avete capito bene. Di musica da mare, di musica di mare, e di musica d’a-mare. Parole d’amore, per intenderci.
Ho intervistato Maurizio Chi, giovane cantautore di origine Sicula – più precisamente nato a Belpasso, in provincia di Catania – che dopo tanta gavetta e tantissima passione è riuscito, lo scorso giugno 2014 prima e nel dicembre dello stesso anno poi, a far uscire due suoi singoli intitolati rispettivamente “Non te la tirare” e “Hai capito”. Con quest ultimo brano Maurizio Chi riesce a dar inizio al suo primo tour radiofonico nelle stazioni indipendenti ed universitarie di tutta Italia, che non lo ha certo visto fermarsi arrivato a ciclo concluso. Maurizio ha infatti recentemente pubblicato un nuovo pezzo molto… estivo: “Gli Occhi Al Mare”. È prontissimo a farci ballare, emozionare e riflettere – ancora una volta – con la sua musica. E allora, leggete qui sotto cosa mi ha raccontato…
Come ti autopresenteresti? Come introdurresti la tua figura artistica a chi ancora non ti conoscesse?
Chi non mi conosce dovrebbe anzitutto sapere che non mi piace annoiarmi, quindi la mia figura artistica è fatta da tante forme d’espressione differenti. Fin da bambino ho ballato, cantato e dipinto. Queste tre passioni mi hanno sempre accompagnato, e lo fanno ancora oggi, nella mia vita. Poi, beh, aggiungerei che ho anche amato tanto scrivere canzoni, e ad oggi farne una prospettiva per il mio futuro è sicuramente la mia ambizione primaria. Con la canzone si possono dire tantissime cose, forse si può dire proprio tutto.
Di gavetta ne hai fatta tanta. Quale potresti dire sia l’esperienza che con maggior piacere ricordi, nel tuo passato?
Penso la più bella non mi rimandi nè ad un concorso, né ad una audizione, né tanto meno ad una specifica vittoria ma, più semplicemente, a quando mi esibivo davanti ad un piccolo pubblico, da bambino, su una sedia di plastica. Stavo lì, seduto, e cantavo. Volevo solo cantare. La parte più divertente stava nel passare col piattino a raccogliere qualche monetina ad esibizione conclusa. Oggi penso la musica abbia ancora e soltanto bisogno di “piattini”, e di persone che riescano a conservare sempre la stessa emozione che si prova nel vedere un bimbo cantare. D’altronde la musica è infanzia, adolescenza e maturità insieme.
In questa estate torrida, il mare lo sognano proprio tutti. Un po’ lo fai sognare anche tu col tuo nuovo singolo in rotazione radiofonica intitolato, per l’appunto, “Gli Occhi Al Mare”. Tuttavia la canzone parla d’amore, di sentimenti, e non solo di onde…
L’amore è un qualcosa di delicato. Quando iniziai a scrivere testi credevo non sarei mai davvero riuscito a parlare d’amore. Poi ho iniziato ad amare profondamente, e allora tutto è diventato più semplice, e non son più riuscito a smettere di osservarlo nelle mie canzoni. L’amore ha il volto del mare perchè è calma e tempesta, è torbido e limpido, e resta immenso ai nostri occhi.
Si dice che il mare porti… corna. Forse è anche per questo che hai ben pensato di “dettare le regole” col tuo singolo, citando proprio il mare?
Già, brava! Questa intervista mi piace! Hai colto pienamente il senso della mia canzone! Ho proprio “dettato le regole” a tutti quegli amori passati e anche a quelli che verranno. Sono poche e sono semplici ma devono essere chiare, chiarissime, in un rapporto.
“Gli Occhi Al Mare” è stato scritto da te, quindi cantautore a tutti gli effetti, con l’aiuto del produttore Placido Salamone. Com’è nata l’idea di scrivere questo brano insieme?
Io e Placido lavoriamo insieme da sempre, quindi è stato molto naturale. Siamo amici da anni e ci “confrontiamo” talvolta anche su diverse e svariegate sfumature della vita. Poi, di solito, quello che piace a me piace anche a lui, quindi il gioco è molto semplice.
Il Videoclip di “Gli Occhi Al Mare” è stato registrato al largo della laguna di Venezia, ambientazione decisamente romantica. Anche questa, scelta voluta immagino.
Io sono un romantico, quindi sì. Scelta voluta, desiderata e per fortuna ottenuta! Sono molto orgoglioso di questa cosa e sicuramente ne porterò per sempre il ricordo. Il ricordo di quella meravigliosa giornata passata a “costruire” un frame dopo l’altro l’intero video, intendo. In compagnia di Giacomo Triglia, Mirella Nania e di tutto il mio staff.
L’idea scopro sia venuta per prima a Giacomo Triglia, filmmaker che vanta la collaborazione con grandi nomi del panorama musicale italiano come Irene Grandi, Francesca Michielin, Levante, Bianco e molti altri. Ma chi ha deciso di affidare proprio a lui questo compito? Conoscevi già Giacomo?
Non conoscevo Giacomo, ma ora posso dire di essere molto felice di averlo incontrato! Sia lui, che Mirella Nania, aiuto regia nelle riprese in laguna, sono stati bravissimi. Appassionati e molto capaci. L’avevo contattato con un messaggio, gli ho scritto su Facebook chiedendo se potevo inviargli il pezzo, e specificando che avevo già due barche a vela prontissime per le riprese. È andato tutto per il meglio e in poco tempo, solo come con i veri professionisti si può fare.
Dopo il singolo in rotazione radiofonica, quanto manca all’uscita dell’album? E’ in previsione la cosa? Sono molto curiosa di ascoltar tanti tuoi nuovi brani!
L’album arriverà in autunno, abbiamo da poco chiuso il progetto insieme a Placido Salamone e siamo impazienti di farvi ascoltare quello in cui crediamo da tempo!
C’è una strofa de “Gli Occhi Al Mare” che più fra tutte potresti dire ti rappresenti?
Ogni giorno potrei dire ce ne sia una, di strofa, che mi rappresenta di più e in modo differente. Forse è banale ma “Amore, diamoci un’opportunità” credo che esprima a pieno la realizzazione di un sentimento in cui vince l’impegno.
La canzone è stata scritta per la persona amata. Ecco, allora mi permetto di chiederti cosa ne pensi la persona che ami del brano che hai scritto e cantato per lei…
Si, proprio così. Il brano è stato scritto per chi si ama, in qualsiasi modo, mondo o circostanza. Amare chi decide di fare questo mestiere, quello della musica, non è facile e ci vuole più talento del talento dell’artista amato, e in pochissimi lo hanno. Per adesso direi che mi è andata bene…
(Claudia Cabrini)