LUCA SETA/ “In viaggio con Kerouac”: attore e cantautore. L’intervista

- Claudia Cabrini

Attore ben noto al pubblico fedelissimo della televisione, Luca Seta è anche cantautore, ecco il suo nuovo disco In viaggio con Kerouac. L'intervista di CLAUDIA CABRINI

luca-seta_R439 Luca Seta

Quando si dice “artista” si dovrebbe intendere forse un personaggio poliedrico capace di spaziare dall’arte alla musica, passando anche per la recitazione. E si dovrebbe forse intendere anche una figura capace sì di far tutte queste cose, ma soprattutto in grado di farle bene. La sfida è tosta ma, credetemi, non impossibile. Ce lo dimostra abilmente Luca Seta, quasi 18.000 i fan che lo seguono su Facebook. Si definisce attore e cantautore, ma anche viaggiatore sempre alla ricerca di nuove avventure e grandi scoperte. 

Dopo i ruoli di Giulio Marra nella serie tv Capri di Rai Uno, Davide La Torre in 7 Vite (prima sitcom italiana girata dal vivo e trasmessa la scorsa stagione su Rai Due), Guido Scarelli ne Il Bene e il Male – altra miniserie targata Rai – e soprattutto dopo aver interpretato Simone Torino nella seguitissima soap Un Posto al Sole, stavolta Luca Seta decide di tornar a vestire soltanto i suoi panni con la pubblicazione di un nuovo album tanto autobiografico e davvero capace di raccontare tutto ciò che al vero Luca sta più a cuore. 

Con In Viaggio con Kerouac Luca Seta porta all’avanscoperta chiunque decida di porsi a cuore aperto all’ascolto di un racconto tutto nuovo; il suo. Un album cantautorale che si ripromette di non lasciar indifferente chiunque gli si avvicini. Proprio stasera, per altro, parte anche il tour dal Teatro Santa Giulia, Villaggio Prealpino di Brescia. Live che darà inizio al vero viaggio di Kerouac, in tutta Italia.

Prima che cantante, attore. Hai infatti esordito con diversi ruoli tra cinema e teatro. Ce n’è uno tra i tanti che ti è rimasto particolarmente nel cuore?

Devo dire di no. C’è un po’ di me in tutti i personaggi che ho portato in scena. Il ruolo che forse però più di tutti mi rappresenta è quello del poliziotto Guido Scarelli ne Il Bene e il Male. Lì interpretavo un uomo di stato un po’ inquieto, oserei. Amante delle donne e impavido. Ecco, sono un po’ così anche io. Ricordo una chicca molto divertente dal set. Ero infatti in compagnia di un collega, e come da copione avremmo dovuto fare irruzione in una stanza, ovviamente armati a dovere. Un momento indimenticabile, perchè ricco di carica e di adrenalina da una parte, ma anche di vero timore dall’altra. Ammetto di aver pensato che nella realtà di tutti i giorni c’è qualcuno che quella cosa lì la fa per davvero, mettendo a repentaglio la propria vita sul serio, e soltanto per acciuffare un delinquente qualunque. Ho avuto paura. Devo dire grazie anche ad un altro personaggio importante quale Simone Torino in Un Posto al Sole. È stato difficile interpretarlo perchè ho dovuto fare la parte del matto, e ho perciò dovuto indagare approfonditamente sul tema della follia. Ma anche questa cosa mi ha insegnato moltissimo, e mi ha arricchito come persona. Mi ha insegnato a veder tutte le cose da un punto di vista nuovo.

Dopo la recitazione, la musica. In Viaggio con Kerouac è il tuo primo album, ma so la tua passione per il canto sia nata tanti anni fa…

Sì, esattamente. Scrivo da sempre e ho iniziato a fare sul serio dal 2008. Direi che è proprio da lì che ha iniziato a prender forma il mio disco. Ciò che mi ha spinto a trovar il coraggio di dar luce ai brani che per anni avevo tenuto nascosti in un cassetto è stata la mia “Mamma bis”, una donna veramente speciale alla quale ero affezionatissimo e che purtroppo è scomparsa in modo prematuro. Era la mamma di una delle mie migliori amiche, e mi ha fatto capire che nessuno è immortale, e che se vuoi una cosa devi lottare per raggiungerla. Ma devi farlo subito, senza rimandar nulla al domani e senza preoccuparti del giudizio di chi sempre cercherà di ostacolarti. È proprio così che tutto è nato. Ho iniziato a lasciarmi andare, e da lì In Viaggio con Kerouac ha iniziato a significare qualcosa per davvero.

 

A proposito di Kerouac. Per chi non lo sapesse è il nome di uno dei più celebri scrittori e poeti statunitensi del ventesimo secolo. E uno dei suoi libri più famosi si intitola proprio “On the road”…

Esattamente, infatti Kerouac è il mio autore preferito e il suo libro “On the road” – che per altro è il mio preferito fra tutti – ha proprio ispirato il mio album. Dopotutto mi sento molto vicino a quello che Keouac scrive proprio perchè io in primis sono un tornado in continua evoluzione. Viaggio sempre, anche stando fermo. E lo racconta il mio disco, che si aggira tra universi di musica e testo completamente diversi gli uni dagli altri. Ogni traccia ha un suo perchè, e una sua meta da raggiungere. Ho arrangiato il tutto con l’aiuto di Gabriele Buonasorte, e proprio grazie alla sua professionalità siamo riusciti ad arrivare al sound giusto. È stato lui a scovare l’esatto mondo dietro al quale a mia volta avevo immaginato ogni singola strofa

 

In Viaggio con Kerouac presenta brani pop rock, altri invece di pura ispirazione cantautorale. In scaletta anche “Canzone di Marinella (parteseconda)” che ovviamente riparte dall’omonimo brano di Fabrizio De Andre. Insomma, di richiami ne hai messi parecchi quindi immagino anche che di musica tu ne ascolti parecchia. Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare, un giorno?

Francesco Tricarico è uno dei miei cantautori preferiti al momento. Lo trovo veramente interessante, con brani più che particolari, quasi strani e stravolti ma geniali. Mi piacerebbe scrivere qualcosa a quattro mani con lui, un giorno. Sarebbe un bel sogno che si realizza. E poi sì, come hai detto anche tu Fabrizio De Andre è il mio preferito. Da lui ho esattamente preso spunto per raccontare la storia di un’altra Marinella, diversa ma simile alla sua. Un’altra voce che amo parecchio è quella di Arisa. Cantare insieme mi piacerebbe moltissimo. Lei è molto poetica.





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