Episodi bizzarri ai concerti rock sono sempre accaduti, spesso sfociati in incidenti veri e propri nei confronti del pubblico. Ovviamente si sa che chi va a un concerto rock non sta andando a una prima della Scala, specie se gli artisti sul palco sono particolarmente esagitati e incitano la folla al parossismo. Fa parte dello spettacolo e normalmente chi ci va dovrebbe saperlo.
Ma parlavamo di episodi bizzarri, uno dei più famosi e divertenti fu quello che vide protagonista Morgan quando un paio di anni fa decise di fare lo stage diving, gettarsi cioè dal palco sulla folla “adorante”, qualcosa che solitamente fanno gli artisti punk o heavy metal. Be’ si vede che il pubblico non era tanto adorante e si spostò, lascendo cadere Morgan per terra.
Nel 2008 al festival di Glastonbury invece Amy Winehouse si rese protagonista di una vera aggressione. Convinta che uno spettatore le avesse lanciato un cappello addosso, si scagliò verso uno di loro mollandogli un sonoro pugno in un occhio. L’uomo si difese dicendo che none era stato lui, ma invece che denunciarla, si dimostrò orgoglioso durante una intervista alla Bbc: “Non sono in molti quelli che possono dire di essere stati presi a pugni da Amy Winehouse”. Peggio andò per un fan troppo entusiasta salito sul palco dei Rolling Stones durante un concerto nel 1981 e che si mise a correre verso di loro pensando magari di poterli abbracciare e ricevere un abbaraccio in cambio. Keith Richards, ai tempi un po’ paranoico per il troppo alcol, prese invece la chitarra come fosse una mazza e lo colpì dritto sulla testa con un colpo preciso, riprendendo poi a suonare tranquillamente.
Il caso più recente tra questi è quello di Piero Pelù, l’ormai over 50enne scatenato rocker dei Litfiba.
L’altra sera al Forum di Assago tutto esaurito, Pelù che è sempre stato molto esagitato sul palco, ma forse dovrebbe rendersi conto di non avere più l’età per certi giochetti, si è messo a roteare il filo del microfono durante il brano Tex, dove fa l’imitazione di un cowboy alle prese con il lazo. Gesto molto eclatante dal punto visivo, peccato che il microfono si sia staccato dal filo e sia finito in mezzo al pubblico. Qua uno spettatore, come racconta oggi la Gazzetta di Reggio Emilia, è stato raggiunto al malleolo mentre si stava recando a prendere da bere e si è fatto molto male, a sentire lui, sporgendo così regolare denuncia. “Quel microfono scagliato dal palco da Piero Pelù poteva farmi molto male se mi colpiva in faccia. Mi ha preso al malleolo di un piede e ora zoppico. Ho subito notevoli danni, ma nessuno dell’entourage del cantante è venuto a sincerarsi delle mie condizioni”. Neanche Pelù dal palco ha chiesto scusa, mentre invece poteva farlo, ma probabilmente si vergognava troppo della figuraccia da rocker da ospizio. L’uomo tra l’altro è un ristoratore piuttosto noto nel modenese, Roberto Moncata. Quando la notizia si è diffusa sul web, in molti hanno commentato che il tipo è in cerca di notorietà e pubblicità e faceva meglio a starsene a casa perché questo era “un concerto rock”. Il ristoratore ha replicato che se il microfono avesse colpito un bambino in un occhio, poteva finire peggio. Pare infatti, sostiene il ristoratore, che al concerto ci fossero molti genitori con figli. A noi viene un commento solo, anzi due: Piero Pelù farebbe meglio a controllare i suoi microfoni prima di esibirsi (sembra che una cosa del genere sia accaduta altre volte) e i genitori a lasciare i bambini a casa. Ultimamente infatti si sta diffondendo la moda di portare bambini, anzi anche neonati in carrozzina a molti eventi del genere, il che non è il massimo dell’intelligenza per evidenti motivi di sicurezza, ma genitori cresciuti a musica rock muoiono dalla voglia di far vedere ai loro piccoli i miti con cui sono cresciuti. Personalmente ho portato una delle mie figlie quando aveva 9 anni a un concerto di Springsteen a San Siro. Io del tutto inconsapevole, l’ho guardata terrorizzata appena le prime note sono partite dagli immensi amplificatori: il volume la stava spaventando a morte, voleva fuggire. Scemo, pensai, dovevi portare dei tappi per le orecchie che prontamente fabbricai con dei fazzoletti di carta. Si divertì poi moltissimo, ballando per metà del concerto. Purtroppo (per me) il grande Boss non le fece un grande effetto, tanto che da allora è passata all’hip hop, al jazz, anche alla classica. Giusto così, ognuno deve fare le sue scelte musicali da solo, non imposte dai genitori. Tornando al ristoratore, che tra l’altro stava andando al bar quando gli è arrivato il microfono sul piede, dice che se vince la causa darà tutto in beneficenza. Ma che fine hanno fatto i concerti rock di una volta, dove Iggy Pop si tagliava il torace con un coltello facendolo sanguinare o Ozzy Osbourne staccava la testa a morsi a un pipistrello? Altri tempi, eravamo tutti più giovani e pazzi. Adesso tra carozzine e gente che chiama la questura per un microfono volato dal palco, sembra di andare al parco giochi o all’ospizio invece che a un concerto. I tempi cambiano, diceva il premio Nobel…
Ps: in serata è arrivato il comunicato stampa ufficiale dei rappresentanti del cantante. Meno male, tutto è bene quel che finisce bene:
In merito all’accaduto di venerdì sera (31 marzo), durante il concerto dei LITFIBA al Mediolanum Forum di Assago (Milano), si precisa che Piero Pelù ha già contattato il Sig. Roberto Moncata scusandosi con lui e invitandolo a partecipare al concerto di Firenze dei LITFIBA che si terrà venerdì 7 aprile.
In quell’occasione, Piero Pelù donerà al Sig. Moncata il “microfono – volante” utilizzato sul palco di Milano che, di comune accordo, verrà venduto all’asta.
I ricavati saranno devoluti all’ASSOCIAZIONE AUT AUT, associazione che da anni sostiene le persone affette da autismo e le loro famiglie.