La quarta serata di Sanremo 2013 omaggia la storia del Festival. I big in gara si presenteranno in un duo, accanto ad artisti noti del panorama musicale italiano. Gli Almamegretta hanno scelto di affiancarsi nell’esibizione il giovane rapper partenopeo Clemente Maccaro, noto con ilnome d’arte di Clementino. Insieme canteranno una cover de “Il ragazzo della via Gluck”, brano del 1966 di Adriano Celentano. Clementino, giovane stella del firmamento rap, nasce a Nola, provincia di Napoli, il 21 dicembre 1982. Dopo una giovinezza trascorsa più nei contest rap che tra i banchi di scuola, il giovane (che all’epoca si fa chiamare anche Iena White o Iena Whiterman) si mette in mostra grazie alla sua indiscussa abilità nel freestyle.
La sua carriera comincia ad appena 14 anni, quando entra a far parte di un gruppo napoletano chiamato Thema Crew. E’ qui che entra in contatto con la realtà napoletana del rap, dove comincia a farsi le ossa, affinando la sua tecnica nel freestyle e a gareggiando nei primi contest. In queste occasioni dà grande prova delle sue abilità, tanto da arrivare ad aggiudicarsi il primo posto al Tecniche Perfette nel 2004, al Da Bomb l’anno successivo, al Valvarap e al 2theBeat nel 2006. Compare molte volte anche in televisione, nelle gare di freestyle organizzate da Mtv. Clementino dà una dimostrazione eclatante della propria bravura nella battaglia che intraprende contro se stesso durante un concerto del 2009, Clementino e Iena White, l’alter-ego dell’artista, si sfidano in un botta e risposta rapido e pungente.
Prima di uscire con il suo primo disco da solista, Clementino ha l’opportunità di farsi conoscere anche oltreoceano con l’album “Napolizm: a Fresh Collection of Neapolitano Rap”, una compilation, pubblicata negli Usa, che riunisce il meglio del rap partenopeo. Dopo questo disco e numerose collaborazioni, Clementino ottiene un contratto dalla Lynx Records per il suo primo album. Il suo primo disco da solista esce il 29 aprile 2006, si intitola “Napolimanicomio” ed è composto da canzoni in italiano e in dialetto e vede la collaborazione di vari artisti, alcuni già affermati (come Kiave e OneMic), altri ancora agli esordi.
La sua fama cresce e Clementino intraprende un tour musicale che lo vede cantare in più di duecento date in tutta Italia. Nel 2009 dà vita al gruppo Videomind, insieme a Paura e Dj Tayone, pubblicando, l’anno successivo il lavoro “Afterparty”, da cui vengono estratti quattro pezzi che diventeranno altrettanti video musicali. Per vedere la pubblicazione di un suo nuovo album da solista bisogna aspettare il 19 dicembre 2011, quando esce “I.E.N.A.”. Il disco è anticipato dal singolo “La mia musica”, pubblicato il 6 giugno 2010. Clementino spiegherà che titolo dell’album è sia l’acronimo di “Io e nessun altro” (l’album infatti parla soltanto di lui), sia il nome dell’animale, scelto perchè Clementino lascia a terra la carcassa degli avversari così come la iena fa con le sue prede. Da questo album nasce lo “I.E.N.A. Tour”.
Una vera e propria svolta nella sua carriera, però, gliela dà Fabri Fibra, il rapper italiano più conosciuto del momento. L’artista nota le abilità di Clementino e vede in lui una potenziale star. Lo contatta e gli offre una collaborazione, che si concretizza il 9 gennaio 2012, quando esce “Ci rimani male – Chimica Brother”, doppio singolo che precede l’uscita di “Non è gratis”, progetto che vede Clementino e Fabri Fibra unirsi nel duo musicale Rapstar.
Ma quella della musica non è l’unica passione di Clementino: dai genitori il giovane rapper ha ereditato quella per il teatro. Da ragazzo prende lezioni di recitazione, e dall’8 al 12 febbraio del 2012 recita nell’opera di Pino Quartullo “Che ora è?”, tratta dall’omonimo film di Ettore Scola del 1989. Queste due passioni non vanno però viste come distinte e indipendenti l’una dall’altra: stando a quanto dichiara lui stesso, senza il teatro non avrebbe mai fatto rap, perchè si tratta per lui di un’arte alla quale è molto legato e che lo aiuta nei live. Grazie a questa passione Clementino è sicuro “di aver trovato il giusto equilibrio tra la memoria, l’improvvisazione, il contatto con il pubblico e, perché no, anche l’interpretazione del testo”. Queste, continua Clementino, “sono cose che accomunano il mio rap con il mio teatro”.