Sondaggi in Israele sulla discesa in campo di Naftali Bennett alle Elezioni 2026 (dove intanto registra il nuovo partito): scenari tra Netanyahu e guerra
IL (NUOVO) GRANDE RITORNO DI BENNETT NELLA POLITICA ISRAELIANA: NUOVO PARTITO, VECCHIA SFIDA
Si chiama semplicemente “Bennett 2026” e sarà probabilmente il partito principale di antagonismo alla leadership di Bibi Netanyahu alle Elezioni previste in Israele il prossimo anno: il nuovo, l’ennesimo, grande ritorno nella politica mediorientale dell’ex Premier e Ministro Naftali Bennett è stato annunciato ieri con il deposito di simbolo e statuto sociale per la candidatura alle Elezioni 2026.
Ad essere realmente precisi, Bennett non ha ancora ufficializzato la sua personale candidatura alla guida di Israele, ma fa sapere lo stesso politico 53enne che nel momento in cui deciderà la candidatura ufficiale «verrà fatto un annuncio in merito». Intanto però il partito è stato registrato e tutto fa pensare che possa essere il primo di una serie di annunci dell’ex “delfino” di Netanyahu, passato poi dal Likud al movimento di destra “Yamina”, fino all’ultima formazione politica con “HaBayit HaYehudi”.
Primo Ministro tra il giugno 2021 e il luglio 2022, nelle convulse fasi della legislatura pre-scoppio della guerra a Gaza, Bennett è stimato politico di abile caratura internazionale e diplomatica, con però difficoltà a gestire la politica interna visti anche i suoi numerosi “cambi di casacca” all’interno della destra ebraica.
I PRIMI SONDAGGI E IL CAOS PER NETANYAHU TRA GUERRA E FUTURO POLITICO
Se si osservano già i primi sondaggi emersi in Israele sulla possibile nuova discesa in campo di Bennett alle prossime Elezioni, ecco che le preoccupazioni interne per il Governo Netanyahu potrebbero crescere nei prossimi mesi: il sondaggio della tv israeliana “Channel 12” posta infatti che in caso di Elezioni domani, nel confronto netto tra l’attuale Premier e il suo predecessore, il 38% degli elettori punterebbe tutto su Bennett mentre solo il 31% sul leader impegnato da due anni nella guerra contro Hamas, gli Houthi ed Hezbollah, ovvero tutte le sigle satellite dell’Iran dentro e fuori la Striscia di Gaza.
Già nei sondaggi mostrati ad inizio 2025 dal quotidiano “Maariv”, prima della possibile discesa in campo di Bennett, Netanyahu mostrava segni di flessione del suo Likud nel caso di Elezioni anticipate: due seggi in meno, rimanendo a soli 21, che renderebbe ancora più complicato formare una maggioranza nella già complessa legge elettorale proporzionale presente nella Knesset. Il Governo potrebbe a quel punto essere appannaggio di Lapid (con il partito di centrosinistra “Yesh Atid”) con l’appoggio però esiziale delle fazioni arabe.
Sempre nei sondaggi di fine gennaio di “Maariv” veniva aggiunto lo scenario in Israele con la discesa in campo di Bennett: ebbene, tutto verrebbe stravolto con il suo partito che prenderebbe ben 27 seggi, facendo diminuire il Likud a soli 19, con Lapid a 9 e i partiti di Smotrich e Sa’ar che non supererebbero lo sbarramento. La coalizione che potrebbe legarsi attorno a Bennett avrebbe la piena maggioranza con 67 seggi potenziali totali, mentre l’area a fianco di Netanyahu si fermerebbe sotto i 45 seggi. Con una guerra che ancora imperversa e una tregua con Hamas che non sembra avvicinarsi minimamente, i pericoli per la tenuta del Governo Netanyahu sono tutt’altro che secondari da qui ai prossimi mesi.