Naufragio "Tito Campanella": a Chi l'ha visto? il caso della nave sparita nel golfo di Biscaglia nel 1984, l'appello dei parenti delle vittime...

Il naufragio della Tito Campanella, nave mercantile sparita nel golfo di Biscaglia la notte tra il 13 e il 14 gennaio 1984, è tra i gialli protagonisti della nuova puntata di Chi l’ha visto? con il rinnovato appello dei familiari delle vittime. 24 i morti, scomparsi insieme all’imbarcazione e mai recuperati. Erano marittimi provenienti da varie parti d’Italia e nell’affondamento non ebbero scampo.



La notizia raggiunse i parenti attraverso i media e i soccorsi partirono con 10 giorni di ritardo. Ancora oggi le famiglie chiedono verità e giustizia, portano avanti una battaglia durissima lunga ormai 41 anni. Era il 22 gennaio quando la stampa annunciò la sparizione del mercantile e, appena 48 ore dopo, la sospensione delle ricerche. Teatro dell’affondamento, lo spazio marittimo dell’Oceano Atlantico che si estende dalla costa occidentale francese a quella settentrionale della Spagna.



Tito Campanella, i parenti delle vittime chiedono verità sul naufragio

Da decenni le famiglie delle 24 vittime della Tito Campanella aspettano di conoscere la verità sul naufragio del mercantile in cui persero padri, figli, fratelli. “Non sono ‘morti’ – si legge sul sito web dell’associazione dei parenti dei marittimi deceduti –. Sono presunti, sono degli scomparsi, ma sono solo presunti nella loro scomparsa perché non c’è il relitto della nave, non ci sono i corpi. È un omicidio, anzi sono 24 omicidi, senza cadavere“.

Nel 1990, il primo grado del processo si è concluso con 4 condanne a 1 anno e 8 mesi per naufragio e disastro colposo (uno degli armatori, un tecnico del Rina e due svedesi, un caricatore e il comandante del porto di Oxelösund). Un verdetto poi ribaltato in Corte di Appello a Genova con l’assoluzione. La nave Tito Campanella, varata nel 1961, viaggiava dalla Svezia alla Grecia e nessuno dell’equipaggio si è salvato. Chi lavorava sulla Tito Campanella non è stato vittima di un incidente sul lavoro. Perché fare lavorare le persone su una nave non sicura, in un luogo non sicuro, è un omicidio sul lavoro“, hanno dichiarato i parenti delle vittime.