NBA in Europa: la Lega Usa e la FIBA hanno annunciato la nascita di un progetto in sinergia, per ora però ci sono parecchi punti oscuri.
NBA IN EUROPA: LE ORIGINI DELLA PROPOSTA
La NBA in Europa? Uno scenario di cui si parla ormai da tempo, del quale recentemente ha parlato – in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera – anche Jordi Bertomeu, che tutti gli appassionati di basket avranno in mente. Ecco: per capire o comunque provare a intuire cosa stia succedendo (o possa succedere) bisogna partire da lui: Jordi Bertomeu è l’uomo che ha rivoluzionato il basket europeo portandolo allo stato attuale. Nel 2000, come lui stesso ha raccontato in brevissimo tempo, ha sfruttato la spaccatura all’interno della FIBA: sarebbe lungo riassumere tutto, basti pensare che Bertomeu creò EuroLeague (diventandone il CEO) e portò dalla sua parte alcuni club tra i più importanti del panorama continentale, facendoli competere in un’Eurolega semi-chiusa e staccandosi per sempre dalla federazione europea.
La quale provò a rispondere immediatamente con la SuproLeague, che durò una sola stagione: dovendosi arrendere, la FIBA si “accontenta” di organizzare Champions League ed Europe Cup, ma le big sono da un’altra parte e cioè appunto in Eurolega ed Eurocup, le due manifestazioni che sono organizzate da EuroLeague. Tre anni fa Bertomeu ha lasciato, passando la palla al nuovo presidente Dejan Bodiroga – che, speriamo, non ha bisogno di presentazioni – e al CEO Paulius Motiejunas.Il formato ha retto fino a oggi, ma qualche crepa ha iniziato a intravedersi: la Final Four organizzata ad Abu Dhabi ne è un esempio, vale a dire che esiste la necessità di rimediare fondi a causa di qualche problema interno ai club.
Un esempio? Nel 2018 Gran Canaria si qualificò per l’Eurolega, ma l’anno seguente rischiò di retrocedere e anche fallire per portare avanti il doppio impegno ;quando ha vinto l’Eurocup, guadagnandosi il diritto a tornare al piano di sopra, ha scelto di rinunciare per evitare la stessa situazione. A questo possiamo aggiungere il fatto che il sistema delle licenze (alcune pluriennali, altre annuali o biennali) richieda standard elevati, e che per esempio la Virtus Bologna abbia il problema del palazzetto: competere in Eurolega è dispendioso, e il giocattolo rischia di esplodere. Ecco allora da dove nasce questo progetto della NBA in Europa.
NBA IN EUROPA: LE ALTRE INNOVAZIONI
Se ne parla da tempo, sappiamo bene che il commissioner Adam Silver si è sempre rivolto ai mercati al di fuori dagli Stati Uniti e che la stessa Lega oltre oceano, per quanto scintillante e sempre attraente, scricchiola: si va da un All Star Game ormai poco coinvolgente, tralasciandone i problemi concreti, a piazze che per usare un eufemismo sono poco “trainanti”, arene vuote e quant’altro. Certamente non siamo ai livelli degli anni Settanta, non ancora almeno, ma che questo mondo sia in evoluzione questo sì. Lo dimostrano anche le introduzioni più recent.
La NBA Cup lascia il tempo che trova perché, così come è stata ideata, è un mero accessorio senza reale valore, mentre i play in nati nell’emergenza Covid hanno trovato conferma e, per quanto le opinioni possano essere diverse, risultano una formula vincente soprattutto nell’estendere la soglia di importanza delle partite di regular season. Qui però siamo di fronte a qualcosa di diverso: una fusione tra due mondi che, per quanto abbiano punti in comune (almeno con l’Eurolega), sono ancora molto distanti: il sistema NBA fatto di salary cap, monte ingaggi, scambi e draft dai quali scegliere secondo un ordine inversamente meritocratico è poco assimilabile, per vari motivi; ci si chiede in che modo si potrebbe arrivare a un accordo, e su che principi si potrebbe competere.
NBA IN EUROPA: ANNUNCIATO UN PROGETTO
Più nello specifico: cosa comporterebbe il fatto di avere la NBA in Europa? A dire il vero, non sappiamo molto: un mese fa Silver e Andreas Zagklis, il presidente della FIBA, hanno ufficialmente annunciato la valutazione di un progetto. Citiamo i fatti noti: le squadre sarebbero 16, 12 di queste “fisse” e le altre quattro girevoli secondo criteri eventualmente da definire. Si giocherebbe con le regole europee (le più importanti: 10 minuti per ogni quarto e linea del tiro da 3 punti più vicina di circa mezzo metro rispetto alla NBA) e sono già state citate alcune società che sarebbero interessate al progetto o comunque si pensa possano farne parte. Tra queste anche l’Olimpia Milano, insieme a Real Madrid, Barcellona e Fenerbahçe; e magari altre.
Ecco, ma a parte questo? Bertomeu sostiene maliziosamente che la FIBA abbia stretto accordi con NBA solo ed esclusivamente per cancellare EuroLeague, prendendosi la sua rivincita a 25 anni di distanza; vero o meno che sia, certamente la creatura oggi in mano a Bodiroga e Motiejunas non ha alcun legame con le altre due organizzazioni, e non sarebbe inclusa nel progetto. Tradotto, ma è una nostra deduzione: per giocare nella nuova competizione, le squadre di cui sopra potrebbero essere costrette a staccarsi dall’Eurolega, e qui lo scenario appare molto simile a quello della tanto chiacchierata SuperLega di calcio, tra faide e screzi ma anche per come l’Eurolega è nata – e ne avevamo già parlato in tempi non sospetti. Per il resto si brancola nel buio, perché ci sono troppe cose poco chiare: si parla di nuove società da far nascere, si accenna a Manchester City e Psg che farebbero nascere divisioni dedicate al basket, di formule o regolamenti però si parla poco.
I DUBBI SUL PROGETTO NBA IN EUROPA
Sempre in uno stralcio della sua intervista, Bertomeu ritiene che le poche informazioni sul progetto NBA in Europa stiano a significare che qualcosa di concreto non esista ancora; per ora le “intrusioni” americane nel Vecchio Continente riguardano solo alcune partite, di pre season ma ora anche di regular season, che si giocano in Europa e bisogna dire che la risposta del pubblico è stata convincente, e questi match altro non sono che il tentativo di esplorare i vantaggi di un nuovo mercato. Diverso però sarebbe, almeno secondo la nostra opinione, che l’Olimpia Milano o il Barcellona giochino regolarmente contro i Los Angeles Lakers o i Boston Celtics, anche per un discorso puramente logistico.
Come sarebbe organizzato il torneo? Davvero si può pensare che una squadra spagnola voli in Massachusetts per poi giocare a Madrid la settimana seguente? E ancora, forse la domanda più stringente: cosa succederebbe alla nuova NBA? Se l’idea non è quella di espandere la Lega ma creare una competizione ad hoc, quando si disputerebbe? Verrebbero ridotte le partite di regular season per permettere alla partecipanti di entrare nel nuovo mondo? Sparirebbe la NBA propriamente detta? Al momento questi quesiti non hanno risposta: sul piatto c’è solo un annuncio e qualche linea guida, la realtà è che la NBA in Europa forse non è poi un progetto così vicino nel tempo. Con Adam Silver, tuttavia, mai dire mai…
