In Nigeria sono almeno due i sacerdoti cattolici vittime degli attacchi dell'ISIS: dopo il rapimento di padre Wilfred Ezemba, è stato ucciso don Eya
Continua la violenza perpetrata – con ogni probabilità, ma senza reali conferme – dall’ISIS in Nigeria contro i fedeli e i sacerdoti cattolici, vittime di quella che ha tutta l’aria di essere una vera e propria persecuzione che in alcuni casi è sfocata anche in carneficina in una escalation di violenza che – soprattutto a causa della crescente influenza dello Stato Islamico – sembra sempre più difficile da frenare.
Nelle ultime settimane a finire vittime di (lo ripetiamo: presunte) cellule dell’ISIS sono stati due sacerdoti cattolici che da tempo prestavano servizio in Nigeria, ma prima di arrivarci vale certamente la pena riavvolgere un attimo il nastro per spostarci fino allo scorso giugno: proprio in quel momento, infatti, a Makurdi lo Stato Islamico ha compiuto uno dei più violenti attacchi anti-cattolici degli ultimi anni.
Approfittando della notte e della condizione di sfollati di numerose famiglie cattoliche, una cellula islamica delle tante operative in Nigeria si è introdotta in una struttura di emergenza: al grido di “Allahu Akhbar” gli assalitori hanno dato inizio a tre ore di violenta carneficina nella quale sono state uccise circa 200 persone; tutti – peraltro – a poche ore di distanza dal respinto tentativo di attacco a una chiesa cattolica in cui erano raccolte altre 700 persone.
In Nigeria rapito padre Wilfred Ezemba e ucciso don Matthew Eya: la folle violenza anti-cattolica
Tornando al presente, da giugno a questa parte – naturalmente – la violenza contro i cattolici in Nigeria non si è affatto arrestata ed è l’agenzia Fides a dare notizia degli ultimi due attacchi: lo scorso 13 settembre, infatti, nello stato nigeriano centrale di Kogi un gruppo di uomini armati non ancora identificati o individuati hanno assaltato un gruppo di persone tra cui c’era anche il sacerdote Wilfred Ezemba, rapendole e portandole in un luogo dal quale non è ancora stato permesso loro di comunicare come stiano.
Quello di padre Wilfred Ezemba era il secondo rapimento nella medesima aree della Nigeria nell’arco di appena 7 giorni; mentre il successivo 19 settembre nello stato di Enugu una sorte ancora peggiore è spettata a don Matthew Eya: il sacerdote – ovviamente anche lui cattolico – è, infatti, stato raggiunto da alcuni uomini armati che, dopo aver forato le gomme dell’auto su cui viaggiava, l’hanno freddato a colpi di arma da fuoco prima di dileguarsi senza lasciare traccia.