Un fantasy-thriller distopico, un film inusuale nel panorama cinematografico italiano, semplicemente un’opera sorprendente. Film d’apertura alle Giornate degli autori dell’80ª Mostra del cinema di Venezia, Nina dei lupi conferma il talento di Antonio Pisu, giunto al suo terzo film da regista dopo Nobili bugie e Est – Dittatura Last Minute. Dopo il passaggio al Lido, il lungometraggio è in sala in questi giorni con Genoma Films.
SINOSSI – Un’improvvisa tempesta solare rende inutilizzabile qualsiasi apparecchiatura elettronica in tutto il pianeta. Lo stesso giorno, una neonata che si chiama Nina viene ritrovata sulla montagna nei pressi di un piccolo paese sperduto. Dopo il catastrofico e misterioso evento atmosferico che tutti chiamano “la sciagura”, la civiltà come la conosciamo si sgretola, le risorse scarseggiano e ovunque e tra gli esseri umani vige la legge del più forte. In questa desolazione il paese di Nina resta però miracolosamente un mondo a parte, i suoi pochi abitanti vivono una vita senza tecnologia e Nina cresce con un forte legame con la natura, che neanche lei stessa riesce a comprendere e che la porta a essere vista da molti come strega per via degli strani fenomeni che accadono in sua presenza. Ma quando una banda di predoni invaderà il paese, decimando brutalmente la popolazione e soggiogando i superstiti, Nina ormai adolescente riuscirà a fuggire nei boschi, a imparare la sopravvivenza in montagna e la convivenza con i lupi e a comprendere i poteri che ha dentro di sé per salvare la sua gente.
Scritto insieme a Annapaola Fabbri, Tiziana Foschi e Pierpaolo De Mejo, Nina dei lupi è tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Bertante e disegna scenari post-apocalittici tra fantasy e folklore. La regia di Pisu è precisa, mentre la fotografia di Marco Ferri è ammaliante. Nota negativa gli effetti speciali non esattamente hollywoodiani, ma neanche il budget lo è. Eccellente, invece, l’interpretazione di Sara Ciocca, semplicemente magnetica nei panni dell’incarnazione del pianeta, costretta ad affrontare “il nemico che invade il Paese”. Impossibile non menzionare Sergio Rubini nei panni di un villain ricco di sfaccettature.