L'Italia la prossima settimana entrerà ufficialmente nell'Alleanza europea per il nucleare, un traguardo importante

Da osservatore a partecipante. Al prossimo Consiglio europeo per l’energia, lunedì 16 giugno, l’Italia entrerà ufficialmente nell’Alleanza europea per il nucleare. L’Alleanza, nata due anni fa su impulso della Francia, raccoglie i 14 Paesi Ue che sostengono il nucleare come elemento essenziale per risolvere il trilemma energetico (sicurezza, sostenibilità economica e decarbonizzazione) e ricopre essenzialmente un ruolo politico.



Finora ha prodotto dei position paper che riflettono gli orientamenti all’interno del Parlamento europeo. Documenti che l’Italia non firmava ma di cui seguiva l’iter di stesura. Con la sua adesione, l’Italia d’ora in poi sarà anche un firmatario e questo porterà un peso rilevante negli equilibri europei sulle politiche energetiche comunitarie. In particolare, l’alleanza politica in accoppiata con l’accordo industriale a cui dà voce da febbraio la Business Nuclear Energy Alliance, si prefigge di stimolare e facilitare lo sviluppo coordinato degli investimenti nell’energia nucleare identificando tendenze e sfide degli investimenti nel settore, sulla base degli obiettivi perseguiti da REPowerEU e del Clean Industrial Deal.



C’è ora una doppia tenaglia politica e industriale su Bruxelles che chiede a gran voce l’inclusione del nucleare in tutte le politiche climatiche della Commissione. Quello che nel 2022 era una timida apertura con l’inserimento del nucleare nella Tassonomia, in un prossimo futuro potrebbe costituire una svolta nell’orientamento della Commissione. Sebbene non ci sia un formale annuncio che tutti gli incentivi per le energie rinnovabili possano essere estesi al nucleare, sono all’esame proposte e discussioni sugli schemi di finanziamento dei nuovi reattori in accordo con la disciplina degli aiuti di Stato e per estendere la durata di vita delle centrali nucleari esistenti.



L’aggiornamento da parte della Commissione del Programma indicativo nucleare (PINC), previsto entro la fine del 2025, che identificherà le tendenze, le esigenze e le sfide degli investimenti nel settore, sarà la cartina di tornasole.

In questo delicato frangente gli equilibri politici fra Paesi pesano e l’ingresso dell’Italia nell’Alleanza è un traguardo importante. Per l’Europa così come per il nostro Paese. Così com’è rilevante la posizione del Cancelliere tedesco Merz la cui nazione non fa parte dell’Alleanza ,ma che ha rivendicato la “neutralità” del Governo di Berlino verso gli interventi pro nucleare della Commissione.

Che la percezione e sensibilità verso l’energia da atomo stia evolvendo ovunque lo si coglie anche in quel 58% di italiani che accetta il nucleare secondo quanto emerso nel sondaggio dell’istituto GPF Inspiring Research presentato al Festival dell’Energia di Lecce sulla sicurezza energetica e le nuove minacce globali.

Ma al dunque è la potenza computazionale il traino di questo mutamento. A far sì che l’energia non sia solo un argomento tecnico ma sempre più spesso materia di opinione pubblica è l’inarrestabile fame di elettricità spinta da cloud, AI e data center.

Dopo Amazon, Google e Microsoft anche Meta (gruppo che controlla tra gli altri Facebook) ha siglato un accordo ventennale con Constellation Energy (operatore prossimo al fallimento nel 2017 quando il prezzo del gas crollò e spingendo fuori mercato i costi dell’energia nucleare) per l’ampliamento con 30MW di potenza addizionali la centrale nucleare nell’Illinois e assicurarsi la fornitura di elettricità per alimentare l’allenamento degli algoritmi di intelligenza artificiale e i sistemi di raffreddamento dei data center di supercalcolo.

Solo in Italia gli utenti di Chat Gpt sono cresciuti del 65% nei primi 4 mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel mese di aprile 13 milioni i italiani hanno usato un’applicazione di intelligenza artificiale: più di un quarto della popolazione online. Attualmente l’Italia consuma circa 312 TWh l’anno. Tra elettrificazione e penetrazione dell’AI entro 15 anni si stima un raddoppio dei consumi.

Con questa traiettoria l’energia nucleare costituirà una fonte integrativa non alternativa alle rinnovabili.

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